MUSIA inaugura giovedì 29 marzo alle ore 18 la mostra personale di Paola Gandolfi Fuori Posto, che presenta tre dipinti, dieci disegni, video, gioielli d’artista e I loro bozzetti.
L’esposizione nella Galleria 9 sarà preceduta alle ore 17 dall’incontro tra l’artista e la curatrice e critica d’arte Benedetta Carpi de Resmini che introdurrà I suoi video e i suoi gioielli: vere e proprie sculture indossabili che ripropongono le iconografie visionarie presenti nelle sue opere.
Il lavoro di Paola Gandolfi è incentrato sull’esplorazione di luoghi inaccessibili come l’inconscio femminile: “Il posto della donna è sempre stato fuori luogo, fuori dalla storia – afferma l’artista –La sua forza nasce dal poter osservare le cose e i fatti da questo fuori luogo. Durante l’esplorazione necessariamente tutto sarà fuori posto.”
Le rappresentazioni nascono da disegni e bozzetti, che vengono poi sviluppati con media diversi: di particolare interesse è la prosecuzione dei lavori pittorici in opere video che consentono al pubblico di compiere un percorso mentale.
In relazione a “Macchina Madre”, opera presente in mostra, l’artista si definisce una sorta di “guida turistica” che, attraverso il video, conduce chi guarda all’interno del corpo della madre alla scoperta dell’universo materno. Questo universo, costellato di “stelle-seno” e “legami elettrizzanti”, nasconde parti del sé mai nate che è necessario osservare.
Il tema della “madre” come fonte mitica è centrale nel lavoro di Paola Gandolfi e l’essere che compie questo viaggio subisce una trasformazione diventando una donna a sei gambe, una sorta di donna-ragno stabile e capace di tessere legami positivi.
Nella ricerca dell’artista procedono parallele la dimensione dell’analisi individuale e la dimensione storica collettiva, che incrocia tanto la psicoanalisi post-freudiana quanto i Women Studies.
Prosegue sino al 30 settembre nella Galleria 7 la mostra Dal Simbolismo all’Astrazione. Il primo Novecento a Roma nella Collezione Jacorossi, a cura di Enrico Crispolti in collaborazione con Giulia Tulino, che presenta circacinquanta opere della Collezione Jacorossi articolate entro il quadro di una rigorosa ricostruzione storica dellevicende delle arti plastiche a Roma nella prima metà del Novecento.
Luogo di intrattenimento e accoglienza, MUSIA offre al pubblico una speciale esperienza enogastronomica concepitacome una naturale contaminazione della creatività dell’arte contemporanea. La Cucina – guidata dallo chef Ben Hirst– offre una ristorazione originale ambientata in uno spazio suggestivo con una grande attenzione alle materie prime ealle eccellenze del territorio laziale e del centro Italia.
L’identità della Carta dei Vini, realizzata in collaborazione con Winedo (Winedo.it), segue la stessa filosofia dellaCucina: dalla terra alla tavola riscoprendo i piccoli produttori, maestri nella loro arte, che amano le uve, rispettano lapropria terra e che sono capaci di trasmettere arte e passione nel vini.
Disegni, opere pittoriche, video e gioielli d’artista
MUSIA
Lo spazio per l’arte contemporanea
ideato da Ovidio Jacorossi
29 marzo – 14 aprile 2018
Via dei Chiavari 7/9
Roma