PATRIMONIO CULTURALE PRIVATO: PRESENTATO IL 3° RAPPORTO
DIMORE STORICHE COME VOLANO PER LA RIPRESA SOCIALE ED ECONOMICA DEL PAESE
Sangiuliano: “Le dimore storiche rappresentano un pezzo della nostra storia e delle nostre tradizioni.
Doveroso tutelarle, valorizzarle e promuoverle.”
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Il 26% delle dimore storiche si trova in comuni sotto i 5.000 abitanti
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Ben 14.000 dimore realizzano ogni anno eventi culturali gratuiti
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Solo 5 milioni di euro stanziati per la loro manutenzione vs i 3 miliardi investiti sul patrimonio pubblico
Roma, 6 dicembre 2022 – È stato presentato oggi presso il Salone Spadolini del Ministero della Cultura il III Rapporto dell’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato, fonte di riferimento per la corretta definizione del ruolo economico, culturale e sociale del sistema degli immobili privati di interesse storico-artistico in Italia. Realizzato dalla Fondazione Bruno Visentini, l’Osservatorio è promosso dall’Associazione Dimore Storiche Italiane, Confagricoltura e Confedilizia, nell’auspicio di supportare le istituzioni nella definizione delle politiche da adottare per rilanciare il patrimonio culturale privato, che costituisce oltre il 17% del totale secondo l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.
L’evento è stato introdotto dai saluti del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Hanno preso parte alla presentazione l’On. Federico Mollicone, presidente Commissione VII Cultura, il presidente di ADSI Giacomo di Thiene, il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, il vicepresidente di Confagricoltura Giordano Emo Capodilista e i professori Luciano Monti e Fabio Marchetti Condirettori Scientifici Fondazione Bruno Visentini e docenti LUISS.
IL RAPPORTO
La III edizione del Rapporto è dedicata al ruolo che le dimore storiche possono ricoprire nei processi di transizione ecologica e digitale, e in quello di inclusione sociale. A tal fine sono state messe in atto da un lato una rilevazione della qualità dei rapporti dei proprietari con Soprintendenza, Amministrazione comunale, pro loco ed altri enti, e dall’altro lato una ricerca sulle professioni e competenze richieste dai proprietari per il mantenimento del bene, nonché sulle previsioni dei futuri percorsi professionali dei giovani in tale settore.
Per il III Rapporto, l’universo di dimore storiche preso in riferimento è pari a 35.745 unità (dati di Vincoli in rete). Si tratta in prevalenza di case storiche, palazzi, ville, castelli, casali, giardini e parchi storici che configurano una rete diffusa su tutto il territorio nazionale, la maggior parte delle quali è situata nei centri storici e nelle aree rurali dei comuni italiani. Basti pensare che il 26% di queste dimore si trova addirittura in comuni sotto i 5.000 abitanti, costituendo spesso per i piccoli borghi e i luoghi più periferici del Paese il principale volano di attrazione turistica, culturale e sociale, con una ricaduta positiva sulle economie locali.
La valenza sociale che questi beni ricoprono per determinati luoghi è incommensurabile. Si stima, infatti, che siano state oltre 16.000 le dimore che hanno realizzato almeno un evento nel 2021, di cui circa 14.000 hanno realizzato eventi a ingresso gratuito. Inoltre, la forza delle dimore storiche è nel legame che si crea con la comunità che vi orbita attorno. Esse rappresentano un elemento di sostenibilità e di inclusione sociale, non solo per il grande numero di filiere con cui nascono stabili e proficue collaborazioni (da quella agricola, a quella turistica, passando per quella culturale, quella degli eventi, quella agroalimentare e quella del restauro) ma anche per la loro attività di inserimento lavorativo di persone con difficoltà, nonché attività di formazione per soggetti a bassa contrattualità.
GLI INTERVENTI
L’evento di oggi è stato introdotto dai saluti del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ha dichiarato: “Le dimore storiche sono certamente il più grande museo diffuso del nostro paese, volano di turismo, artigianato, enogastronomia, rappresentano un incommensurabile patrimonio artistico e culturale per il nostro Paese. Sono grandi catalizzatori sociali, oltreché culturali ed economici e, nella maggior parte dei casi, sono collocate in piccoli centri, lontani dalle città. Sappiamo quanto è importante la valorizzazione dei piccoli borghi anche attraverso la creazione di nuovi circuiti turistici, e per raggiungere questo obiettivo il Piano Nazionale Di Ripresa e Resilienza può essere un grande volano: oltre un miliardo sarà destinato proprio all’attrattività dei borghi. Ci impegneremo a utilizzare questi fondi con onestà ed efficienza. La cultura ha, e deve avere sempre più, un ruolo chiave nella ripresa economica e sociale dell’Italia, come fonte di produttività, di capacità di generare occupazione e innovazione. Le dimore storiche sono certamente un segmento importantissimo del nostro patrimonio storico e culturale, sono un pezzo della nostra storia e delle nostre tradizioni, e quindi della nostra identità nazionale, che abbiamo il dovere di tutelare, valorizzare e promuovere.”
“L’importante report presentato oggi sarà utile nel delineare le traiettorie dei lavori parlamentari e dell’azione del governo per il sostegno al patrimonio culturale privato. – ha dichiarato l’On. Federico Mollicone – Presidente Commissione VII Cultura -. Stiamo lavorando al rifinanziamento del fondo per il restauro aumentandolo oltre la sua capienza e all’aumento dei fondi per la rievocazione storica, così da creare circuiti che possano generare valore aggiunto per i territori. Si troverà spazio in legge di bilancio per il sostegno del patrimonio culturale privato. Riconoscere questo patrimonio diffuso permette di sviluppare un’idea di cultura larga e innovativa.”
“L’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato ha ampliato la propria area di indagine, approfondendo quest’anno tematiche che auspichiamo possano aiutare le istituzioni a comprendere cosa può significare dal punto di vista culturale, sociale ed anche economico una concreta politica su tale patrimonio”, ha affermato Giacomo di Thiene, presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane. “Ricordo che ogni euro investito nelle dimore storiche determina benefici più che doppi per l’economia dei luoghi nei quali sorgono, concorrendo alla valorizzazione di un patrimonio identitario che tutto il mondo ci riconosce, sul quale possiamo e dovremo continuare a primeggiare. Per farlo serve un sostegno concreto della politica, che non può lasciare ai soli proprietari-custodi l’incombenza del mantenimento di questi beni”.
“La nuova edizione dell’Osservatorio è l’occasione per richiamare l’attenzione di tutti sull’enorme ricchezza rappresentata dal patrimonio immobiliare italiano, ma anche per sollecitare il nuovo Parlamento e il nuovo Governo a varare politiche adeguate per il suo mantenimento e per la sua valorizzazione. In questo ambito, un ruolo importante dovranno avere gli incentivi per gli interventi edilizi.” ha dichiarato Giorgio Spaziani Testa, Presidente di Confedilizia.
“Per la consueta indagine annuale sul patrimonio immobiliare storico privato è stato selezionato un campione di 679 dimore storiche (sul totale delle oltre 35.000 dimore storiche private soggette a vincolo) identificato con il supporto di ADSI, Confagricoltura e Confedilizia. Quest’anno una sezione è stata dedicata al ruolo che le dimore storiche giocano e possono giocare nei processi della duplice transizione ecologica e digitale e per l’inclusione sociale. Nel 2021, circa il 47% delle dimore ha svolto almeno un evento, di cui quasi 5 su 10 a entrata gratuita o socialmente utile” ha dichiarato il professor Luciano Monti, Docente Luiss di Politiche Eu e Condirettore Scientifico Fondazione Bruno Visentini.
“E’ del tutto evidente che la nostra attuale legislazione continua a trascurare il valore storico-culturale (e, perché no, anche economico) del patrimonio privato rappresentato dalle dimore storiche, di cui ne è palpabile testimonianza il divario esistente fra le risorse pubbliche destinate alla manutenzione del patrimonio culturale pubblico (oltre 3 miliardi di euro) e quelle riconosciute ai privati per la manutenzione del patrimonio loro appartenente ( meno di 5 milioni di euro)” ha dichiarato il professor Fabio Marchetti, Docente Luiss Diritto Tributario e Condirettore Scientifico Fondazione Bruno Visentini.