Teatro Arena del Sole
Sala Thierry Salmon
Via Indipendenza, 44 – Bologna
dal 24 al 27 settembre
giovedì e venerdì ore 20.30 | sabato ore 20.00 | domenica ore 16.30
Personaggi in cerca d’autore
(Underground)
di Nanni Garella
da Luigi Pirandello
con Lucia Chierici, Enrico Caracciolo
e gli attori di Arte e Salute
Luca Bandiera, Laslo Della Valentina, Barbara Esposito, Luca Formica, Pamela Giannasi, Iole Mazzetti, Mirco Nanni, Deborah Quintavalle, Moreno Rimondi, Roberto Risi
assistente alla regia Nicola Berti
luci Tiziano Ruggia
suono Andrea Melega
direzione di scena Davide Capponcelli
costumi Elena Dal Pozzo
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione con Associazione Arte e Salute Onlus, Regione Emilia-Romagna progetto “Teatro e salute mentale” e Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda ASL di Bologna
durata 70 minuti
Da giovedì 24 a domenica 27 settembre torna in scena al Teatro Arena del Sole la Compagnia Arte e Salute con la direzione di Nanni Garella in Personaggi in cerca d’autore (Underground), spettacolo che ha debuttato lo scorso dicembre 2019 e che ERT Fondazione riprende ora, a chiusura del ricco programma di appuntamenti estivi nell’ambito di In Chiostro e dintorni. Pensieri e immagini per scrivere Bologna, parte di Bologna Estate 2020, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Destinazione Turistica.
Garella sceglie un classico del teatro, il testo più famoso di Luigi Pirandello, che fu rappresentato per la prima volta nel 1921 al Teatro Valle di Roma, dove non fu accolto con successo: Sei personaggi in cerca d’autore, diventa ora, come dice il titolo stesso dello spettacolo, “underground”. In scena non uomini, né attori, ma solo “personaggi”, esseri di pura forma, rivestiti di apparenza e di sembianza umana, non compiuti, forniti di esistenza ma non di storia, creature condannate a ripetere per sempre la stessa scena.
“Quando immaginai, vent’anni fa, il bassorilievo da cui emergevano i sei personaggi ̶ incrostati di intonaco, fissati in maschere e abiti rigidi, come appunto ‘scolpiti ’̶ chiesi agli attori che li interpretavano un tono alto, elevato, che scolpisse anche le parole. Quello fu il modo di dare ai personaggi la potenza tragica che sentivo come unico motivo dominante dell’opera: una potenza che deriva loro non dal drammucolo delle loro esistenze piccolo-borghesi, non dalla abortita novelletta mai scritta dall’autore, ma unicamente dalla purezza angelica della loro forma.
Non uomini, non attori, non fantasmi, ma personaggi, esseri di pura forma, rivestiti di apparenza e di sembianza umana, non compiuti, forniti di esistenza ma non di storia; creature eternamente dolenti, condannate a ripetere per sempre la medesima scena, tentano, da sole, di rappresentarsi, di scrivere quel dramma che è stato loro rifiutato; sfidano le leggi della natura, oltrepassano i limiti della verosimiglianza e producono, narrando il loro mito, il miracolo della apparizione dei corpi e del sangue.
Il mito ne racconta l’avvento, li colloca in un posto nel mondo, li fornisce di una identità, anche provvisoria, ma la loro ragion d’essere ha la forma di una leggenda ed è legata alla casualità di un incontro. E così quei personaggi, evocati, invocati e infine apparsi, sono pronti ad essere interrogati, si rivestono di parole. Ad ogni domanda rispondono parlando solo di sé e del mistero della propria forma, incompiuta e sofferente, immortale come qualcosa che non ha corpo, ma sanguinante da profonde ferite: una forma logica e divina come quella di un angelo, ma fragile come quella di una creatura.
È una forma, per così dire, pre-drammatica, non ancora scritta, raccontata e continuamente interrotta, ad un tratto vissuta al presente eppure sovrapposta al passato e al futuro; in una situazione che lascia tutti gli elementi del tragico, del mitico, del misterioso, allo scoperto; e i personaggi sospesi nel vuoto.
La Natura sembra scomparsa dall’universo dei personaggi in cerca d’autore, sembra essersi ritratta scontrosamente fuori dal teatro, fuori da quella sorta di laboratorio faustiano in cui un uomo crea per gli altri una realtà a sua immagine e somiglianza, sostituendosi a Dio. Nell’ombra del teatro, tuttavia, una Madre lontana, dolente, accorata ricorda a quell’uomo che anch’egli fu figlio; che Natura esiste anche in quel luogo di artificio; e che la fantasia più sfrenata, più orgogliosa, più sublime è pur sempre Natura”.
Nanni Garella
Nanni Garella (Campobasso,1951) è laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna e diplomato all’Accademia Antoniana di Arte Drammatica di Bologna. Dal 1974 al 1976 lavora come attore al Teatro stabile di Torino con Aldo Trionfo. Dal 1977 al 1981 è regista assistente di Virginio Puecher e Massimo Castri. Intraprende così la carriera di regista, che affianca a quella di attore, realizzando per il Centro Teatrale Bresciano diversi spettacoli, come Veronica, scritto con Ettore Capriolo, Elettra, Ricorda con rabbia di John Osborne, Masnadieri, da Schiller, Agamennone di Vittorio Alfieri.
L’attività di regista prosegue con Una vita nel teatro di David Mamet, con Glauco Mauri, Signorina Giulia di August Strindberg, al Teatro dell’Elfo di Milano, Con la penna d’oro di Italo Svevo, al Teatro Filodrammatici di Milano, Jack lo sventratore di Vittorio Franceschi, a Spoleto, A piacer vostro di William Shakespeare, sempre al Teatro dei Filodrammatici di Milano.
Dal 1993 collabora con Nuova Scena a Bologna, dove mette in scena Gli innamorati di Carlo Goldoni e Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello. A partire dalla stagione 1993/94 dirige inoltre la compagnia del Teatro Stabile Friuli-Venezia Giulia, che dirige in Intrigo e amore di Schiller e Medea di Grillparzer.
Dal 1995 è regista stabile al Teatro Arena del Sole di Bologna dove realizza numerosi spettacoli, tra i quali: Ista laus, dai Laudari umbri del ‘300, Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni, Woyzeck di George Büchner, Il campiello di Carlo Goldoni, Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta, I giganti della montagna di Pirandello, Zio Vanja e Platonov di Cechov.
Dal 1999 fonda e dirige la compagnia teatrale Arte e Salute, nata in seno al Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di Bologna e con la quale nasce una lunga collaborazione, che coinvolge prima Arena del Sole – Nuova Scena e successivamente Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Con Arte e Salute Onlus ha realizzato oltre 25 produzioni: spettacoli in cui i pazienti-attori hanno recitato spesso insieme ad affermati interpreti della scena italiana, quali Virginio Gazzolo, Vito, Laura Marinoni.
Nella sua lunga attività di formazione ha insegnato alla Civica Scuola e Teatro Filodrammatici di Milano, Centro Teatrale Bresciano, Scuola Gassmann di Firenze, Scuola Galante Garrone di Bologna; e dirige attualmente in Giappone un corso per la formazione di una compagnia teatrale di attori-pazienti psichiatrici, con i quali realizzerà nel 2021, in occasione delle Olimpiadi di Tokyo, Marat-Sade di Peter Weiss, insieme agli attori di Arte e salute.
I premi: Premio della critica teatrale, 1995, Premio Hystrio, 2003, Premio Ubu, 2004, Premio Gassman, 2006, Premio Anima, 2013, Premio della critica teatrale 2013.
Informazioni:
Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 44 – Bologna
Prezzi dei biglietti Sala Thierry Salmon: da € 7 € a € 15 più prevendita
biglietteria tel. 051 2910910 – biglietteria@arenadelsole.it
bologna.emiliaromagnateatro.com