Dorothea Lange è soprattutto nota per aver documentato per la Farm Security Administration la Grande depressione americana: le condizioni di vita nelle zone rurali degli Stati Uniti, la dolorosa povertà degli agricoltori e delle loro famiglie che si spostano di luogo in luogo in cerca di lavoro, l’abbandono delle campagne a causa delle tempeste di sabbia che avevano desertificato 400.000 km² di terreni agricoli. La sua foto “Migrant Mother”, scattata in California nel 1936, è diventata un’icona di quel periodo storico: una madre “senza patria” che protegge i suoi figli incarna la sofferenza di un’intera nazione.
L’umanità dei soggetti che ritrae non è mai secondaria all’esigenza di documentare la realtà. Nelle sue immagini non mette a fuoco solo la disperazione e la miseria delle persone, ma anche l’orgoglio e la dignità con cui affrontano il proprio destino. È forse questo il motivo che le rende sempre attuali.
La macchina fotografica è stata per la Lange “una grande maestra”, lo strumento attraverso il quale osservare profondamente il mondo, provando a “vivere una vita visiva”. “Bisognerebbe utilizzarla come se il giorno dopo si dovesse essere colpiti da improvvisa cecità”, usava dire.
POSTIGNANO HA RETTO PERFETTAMENTE E SENZA ALCUN DANNO ALLE SCOSSE DEL TERREMOTO CHE SONO AVVENUTE DA AGOSTO AD OTTOBRE 2016, GRAZIE ALLA QUALITÀ ANTISISMICA DEL RESTAURO.
Il borgo fu abbandonato negli anni ’60 ed è tornato a vivere grazie ad una attenta opera di restauro durata molti anni, a cura degli Architetti Gennaro Matacena e Matteo Scaramella.
E’ interamente vincolato dal Ministero dei Beni Culturali, ha avuto (settembre 2014) l’attestato di merito dalle Federazioni italiana ed europea dei Club e Centri per l’UNESCO nell’ambito del Premio ‘La Fabbrica nel Paesaggio’ “come efficace interprete dei valori unescani per la salvaguardia e tutela del paesaggio e dell’ambiente ”.
Nell’estate del 2016, è entrato a far parte de “I Borghi più belli d’Italia” attraverso Sellano, il suo Comune, di cui è una delle gemme più preziose.
Il “Castello di Postignano come l’archetipo dei borghi collinari italiani”, così è stato definito dall’architetto americano Norman F. Carver Jr, tanto da riprodurre le imponenti case-torri del borgo, aggettanti l’una sull’altra, nella copertina del suo libro fotografico “Italian Hilltowns” pubblicato nel 1979.
Del borgo medioevale tutti apprezzano:
il restauro che è stato realizzato, un “sogno diventato realtà”, a detta di tutti;
l’atmosfera che si respira in questo “rifugio di serenità”, nel paesaggio che si “vive”;
le prelibatezze che si possono gustare a km.0 del ristorante/trattoria La Casa Rosa;
la qualità delle proposte culturali della manifestazione estiva “Un Castello all’orizzonte”.
Il Castello di Postignano offre un’esperienza di turismo e di vita sostenibili, fatti di sostanza e di emozioni:sessanta case perfettamente restaurate nel rispetto dell’impianto medievale delle architetture, ma caratterizzate da tutte le risorse di una vivibilità moderna – un albergo “diffuso” – un ristorante/trattoria dove, la cucina semplice, l’attenzione alle tradizioni e alla qualità delle materie prime sono la sua filosofia – un wine bar “Vini e Oli dell’Umbria” – un centro servizi – l’antica Chiesa della SS. Annunziata, oggi luogo di eventi culturali, artistici e di intrattenimento; qui i restauri hanno svelato affreschi di antica bellezza, tra i quali una Crocifissione del XV secolo apparsa dietro una parete crollata –una biblioteca – alcune botteghe artigiane – un centro benessere, la piscina, l’area all’aperto “Il giardino delle rose”.
https://www.youtube.com/watch?v=s_AGNkWv9Fg&feature=youtu.be
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