Quasi un’impresa vitivinicola su 2 è convinta che il digitale rappresenti il futuro del settore
Le imprese vitivinicole italiane sono pronte a digitalizzarsi: solo il 7,1% non pensa che il digitale sarà centrale nel futuro del settore
Roversi (GM Enterprise Solutions): il digitale è la chiave per le piccole imprese vitivinicole per accrescere la loro competitività, in Italia e sui mercati esteri
*****
Milano, 08 novembre 2022 – Più del 92% dello scenario produttivo vitivinicolo italiano è composto da piccole imprese, dove il 74,7% (si tratta quindi di circa 46.000 aziende vinificatrici) è rappresentato da aziende che producono meno di 100 ettolitri di vino all’anno (vale a dire, meno di 15.000 bottiglie da 0,75 l) ed il 17,5% da quelle realtà che producono più di 100 ettolitri, ma meno di 1000. Sono invece meno di 100 (0,2%) le imprese in Italia che producono più di 13.000 bottiglie di vino annue (posizionandosi dunque oltre i 100.000 ettolitri) – pur rappresentando il 41,8% della produzione nazionale di vino.[1]
In questo scenario, TeamSystem ha commissionato a Wine Meridian una ricerca per dare voce a questi piccoli produttori, e sondare il loro livello di digitalizzazione. Le realtà coinvolte sono state 230, di cui più della metà (51%) con un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro l’anno e con meno di dieci dipendenti (52%).
Dato il campione dei rispondenti, è stato evidenziato come il digitale sia visto come una grande opportunità per il settore, con solo il 7,1% che ritiene abbia solamente un ruolo marginale nel settore vitivinicolo. A fronte di questo gruppo di scettici, infatti, la maggior parte dei rispondenti crede nel digitale: oltre a chi afferma di puntarci già da anni, c’è un 44,4% che è convinto che rappresenti il futuro del settore, mentre il 30,3% sta iniziando in questo momento ad intraprendere il proprio percorso di trasformazione digitale e a trarre da esso i primi benefici.
Considerando la crescita costante registrata dall’e-commerce negli ultimi anni, questo rappresenta oggi per il 60% dei rispondenti uno dei fattori su cui la digitalizzazione influisce maggiormente, ma non meno importante appare la volontà di digitalizzare tutto il processo di produzione (per circa il 40% degli intervistati).
Se il 77% del campione dei rispondenti si è già dotato di un software gestionale per la contabilità aziendale, e le operazioni di magazzino sono seguite tramite gestionale dal 57% dei rispondenti, passi avanti restano ancora da fare per quel che riguarda il monitoraggio delle attività in cantina. Queste ultime, infatti, sono monitorate grazie ad applicativi gestionali (MES, PLM) soltanto dal 34% dei rispondenti, contro il 48% che utilizza ancora strumenti o database locali (come i fogli di calcolo di Excel) ed il 12% che si affida a sistemi manuali, a fronte di un 6% che dichiara di non tracciare affatto i flussi operativi della propria cantina.
Spazio di crescita resta anche nella digitalizzazione dell’enoturismo, fenomeno di sempre più fondamentale importanza per i produttori. Molte delle piccole aziende non hanno infatti ancora digitalizzato l’enoturismo, non utilizzando nessuno strumento digitale (37%); altre, si affidano a portali web di varia natura – dove le grandi aziende si avvalgono ormai per la maggior parte di sistemi CRM.
“Oggi i cosiddetti “vignaioli” (imprenditori con produzioni medie al di sotto delle 100.000 bottiglie annue) sono alle prese con crescenti difficoltà sul fronte delle aggregazioni e dell’individuazione di partner commerciali, tanto sui mercati esteri quanto su quello nostrano”, ha commentato Stefano Roversi, GM Enterprise Solutions di TeamSystem. “Per questo TeamSystem ha scelto di promuovere questa ricerca, realizzata con Wine Meridian al fine di ascoltare da questi piccoli imprenditori quello che si aspettano che il digitale faccia per loro e porsi come partner affidabili nel processo verso efficientamento e riduzione dei costi, in grado di conferirgli sempre maggior competitività sul mercato”.
Da ultimo, la ricerca mette in mostra che quasi 1 imprenditore vitivinicolo su 3 (31%) non è a conoscenza dell’esistenza degli incentivi statali per la digitalizzazione, mentre un 15% dichiara di non essere intenzionato ad accedervi perché troppo onerosi da ottenere, considerando lo sforzo di investimento iniziale richiesto.