“Quota Mille” a Colli di Monte Bove, l’antico passaggio obbligato tra Lazio e Abruzzo
Colli di Monte Bove, 990 metri sul livello del mare, frazione del comune di
Carsoli (Aq) posta lungo la catena montuosa dei monti Carseolani, è dominata
dai resti del castello dei conti dei Marsi. Anticamente, questo, è stato un luogo di passaggio
obbligato tra il Lazio e l’Abruzzo: qui infatti passava l’antica via Tiburtina Valeria.
Il borgo nacque come avamposto dell’antica colonia romana di Carsioli, e nei secoli fu
possedimento degli Orsini e dei Colonna. Nel Medioevo era un luogo molto ambito,
perché si trovava proprio a confine tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio.
“E Colli fungeva da Dogana, ed era chiamata per questo Colli Catena: qui infatti, nei
pressi di questa porta, c’era una catena che serviva a sbarrare la strada ai viandanti, e che
veniva tolta soltanto dopo il pagamento per consentire il passaggio.
Per evitare però i soprusi da parte dei gabellieri, il Re fu costretto a incidere su quella
lastra di marmo le varie tariffe, in base a quello che veniva trasportato, che diventavano
in questo modo facilmente consultabili evitando imbrogli”. A parlarne è lo scrittore abruzzese Peppe Millanta che, insieme a Sem Cipriani e le telecamere Rai, ha raggiunto questo caratteristico luogo per una nuova puntata della rubrica a cura di Paolo Pacitti,“Quota Mille”.
Si racconta che il paese assunse il nome attuale durante i lavori della ferrovia: mentre
veniva scavata la galleria fu ritrovata infatti una grande testa di bue scolpita nella pietra,
poi sparita. Oggi Colli è rinomata soprattutto per aver dato i natali a San Berardo, il
santo patrono della Marsica, a cui è intitolata, qui, una chiesa.
E proprio a Colli di Montebove, posta a mille metri d’altezza, c’è la grotta di Sant’Angelo.
La cappella è stata realizzata usando la conformazione della roccia, e presenta un ciclo
affrescato della seconda metà del ‘200 attribuibile probabilmente ad un autore locale,
richiamando nell’uso dei colori e nello stile l’arte bizantina.
Il ciclo pittorico rappresenta delle figure di santi con al centro una Madonna seduta su
un trono, nell’atto di offrire il seno destro al figlio: si tratta della Madonna del Latte.
Tradizione vuole infatti che all’interno della grotta crescano delle foglioline che, cotte nel
brodo, venivano fatte bere alle puerpere per favorire l’abbondanza di latte.
“Tante sono le leggende che si annidano in questo luogo. Secondo una tradizione
secolare, in uno di questi anfratti sarebbe nascosta addirittura una treccia dei capelli della
Madonna, mentre al piano superiore, da una falda nella roccia, sgorgherebbe il sangue
dei Martiri. Il motivo di tutte queste storie è chiaro una volta arrivati qui: raramente infatti si
incontrano posti più suggestivi di questo” – conclude Millanta.
Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione; novità, curiosità e qualche piccola anticipazione sono sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile saperne di più anche sulla puntata dedicata alla frazione di Colli di Monte Bove.