“RAZZA ITALIANA 1938 – Le giornate della memoria”

“A molti individui o popoli può accadere di ritenere che ogni straniero è nemico, quando questo avviene al termine della catena sta il lager.”

Da questa convinzione di Primo Levi parte lo spettacolo che attraversa il dolore umano, raccontando la discriminazione, l’orrore delle leggi razziali e la deportazione nei campi di sterminio.

La tessitura drammaturgica scandaglia l’irragionevolezza di ogni dittatura nata dall’acquiescenza delle masse, evidente durante il regime.

Gli stessi protagonisti, colpiti da norme inique saranno coloro che affronteranno un viaggio senza ritorno verso Auschwitz, ricordato dalle testimonianze del processo di Francoforte che si svolse dal 1963 al 1965.

Lo spettacolo ripercorre la disperazione sociale causata dalle leggi del 1938, sino alla destinazione infernale dei lager. Le diverse voci della Shoà, danno vita a una partitura polifonica in cui prevale l’aspetto corale tipico della scrittura tragica senza catarsi.

La storia non sembra aver espiato ancora le sue colpe e il teatro sembra essere l’unica possibilità di resistenza alla rimozione perché ancora rituale collettivo. Le vittime e i carnefici condividono in scena le sorti di un’umanità dolente e senza riscatto, a cui solo il palcoscenico può garantire la vita.

Raccontare quanto è accaduto con le leggi razziali e di conseguenza ciò che è avvenuto nei campi di sterminio è un imperativo morale. Dopo la Shoà infatti nessuna forma di tragedia è più possibile, poiché la realtà supera ogni forma di rappresentazione.

La scientificità della soluzione finale e il genocidio avvenuto con metodicità e rigore va al di là di qualsiasi considerazione etica e annulla il concetto stesso di bene e di male.

Lo spettacolo, su un’umanità dolente, senza nome e senza identità, afferma la condizione inesorabile del prigioniero e decreta la demolizione dell’uomo.

Ognuno è un sopravvissuto che non può avvalersi del diritto di rimozione, ma ha il dovere di ricordare assecondando il potere salvifico della scena. L’ attore, quindi ha il compito di trovare un nuovo linguaggio atto a esprimere una memoria che va al di là di ogni possibile parola e arriva all’ essenza del dolore.

Giuseppe Argirò Attore, drammaturgo e regista teatrale, ha interpretato e diretto testi classici e contemporanei, specializzandosi nella pedagogia e nella didattica. Si è diplomato attore di prosa presso l’INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico) e si è laureato in Letteratura Teatrale Italiana all’Università “La Sapienza” di Roma con la tesi Il teatro prima del teatro in Pier Paolo Pasolini, coniugando un’adeguata formazione teorica con un’assidua e diversificata attività professionale.

Il suo impegno registico è infatti spesso legato a interventi di traduzione, adattamento o riscrittura della drammaturgia classica antica e moderna, in equilibrio fra il rispetto della fonte letteraria e le esigenze di una messinscena rivolta al pubblico odierno. Ha diretto Pamela Villoresi nell’adattamento della commedia goldoniana La pupilla per la Biennale di Venezia 2007, Giuseppe Pambieri in una trasposizione de Le fenicie di Euripide per il Magna Grecia Festival, Luciano Virgilio ed Edoardo Siravo in una riscrittura della tragedia Agammenone di Seneca per il Festival Teatro dei Due Mari. Ha scritto e diretto il monologo Odissea Penelope, interpretato prima da Paola Gassman e poi da Iaia Forte.

E’ autore, attore e regista del monologo Statale 106, che ha avuto anche una versione live accompagnata dal gruppo musicale calabrese Il Parto delle Nuvole Pesanti. Ha insegnato nelle maggiori scuole di teatro e di cinema della capitale e in diverse università pubbliche e private. Impartisce lezioni di recitazione, dizione, lettura poetica, regia, drammaturgia e storia del teatro. Insegna Storia del Teatro e Drammaturgia dell’Attore presso la Writing School della LUISS di Roma.

 

 

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TEATRO VILLA PAMPHILJ

Domenica 27 gennaio 2019, ore 11,30

ingresso: 7€

“RAZZA ITALIANA 1938 – Le giornate della memoria”

Scritto diretto e interpretato da Giuseppe Argirò

Prima assoluta

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LABORATORI

24 gennaio, 13, 14, 15 e 21 febbraio

Nero di Seppia

Laboratorio di drammaturgia contemporanea

a cura di Caterina Casini

(co-Direttore Artistico del Teatro Alla Misericordia di Sansepolcro (AR)

– multi-Residenza Artistica della Regione Toscana)

Il laboratorio si svolge presso il Teatro Alla Misericordia di Sansepolcro (AR), e a Roma presso il Teatro Villa Pamphilj.

A Roma verrà affrontata l’analisi di un testo di drammaturgia contemporanea, a contatto con gli attori che lo stanno provando, e il testo verrà discusso insieme all’autore e agli interpreti, per poi passare alla scrittura vera e propria.

Il laboratorio può essere frequentato anche on line.

Seguiti dalla docente, potrete scrivere ed esercitarvi attraverso un percorso creativo che tende alla valorizzazione delle vostre abilità e necessità.

Il metodo di lavoro permette ai partecipanti di entrare in contatto con i processi attivi e creativi del linguaggio teatrale, sotto la supervisione dell’insegnante in tutte le fasi di progettazione, fino alla realizzazione del prodotto finale.

L’obiettivo è quello di ottenere la stesura di un proprio testo teatrale, originale e contemporaneo: non saranno trattati adattamenti o rimaneggiamenti da romanzi, racconti o testi teatrali già esistenti.

Termine per l’iscrizione a Roma entro il 24 gennaio.

INFO & PRENOTAZIONI:

mail: laboratoripermanenti.promotion@gmail.com Cell. 3345441166,

www.laboratoripermanenti.com

Teatro Villa Pamphili

e-mail: scuderieteatrali@gmail.com tel 065814176

Teatro Villa Pamphilj

Villa Doria Pamphilj Via di San Pancrazio 10 – P.zza S. Pancrazio 9/a, 00152 ROMA

Orario segreteria: dal martedì alla domenica dalle 10,00 alle 18,00 Info e prenotazioni teatro: tel. 06 5814176 dal martedì alla domenica – promozione@teatrovillapamphilj.it

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