Remixing Cities n. 2 è un itinerario urbano, tra il “mai più” e il “non ancora”, dai paesaggi alle periferie, per arrivare al centro storico, che ha per oggetto la rigenerazione, il riuso, la rivalorizzazione degli spazi, ai fini di uno sviluppo locale. E’ un percorso attraverso tre città della “provincia” alla scoperta di azioni innovative, sostenibili, a forte impatto sociale e culturale, che partono dalle vocazioni delle stesse città.
Il progetto estende il significato della “Città come bene comune” ad un concetto di area vasta attraverso una visione più ampia e sistemica tra centro storico, periferia e paesaggio. Se da un lato il centro storico di Siena evidenzia il rapporto diretto tra costruito e funzione, dall’altro il paesaggio di Mantova sollecita concetti di sostenibilità ambientale attraverso il rapporto indiretto tra benessere e luogo, mentre Reggio Emilia riscopre le fabbriche e i quartieri operai tra memoria e innovazione.
E’ una nuova opportunità di confronto sul tema della rigenerazione urbana e del riuso di spazi vuoti, alla ricerca di soluzioni comuni: un confronto open, aperto alla comunità di progetto composta da chi è interessato a questi temi, in modo che si trasformi in un percorso di apprendimento condiviso e partecipato, un “bene comune” che contribuisce a formare nuove conoscenze sul tema.
Il programma nel suo complesso mira a rilanciare attraverso alcune nuove articolazioni di contenuto il tema della rigenerazione urbana attraverso la creatività giovanile e i centri indipendenti di produzione culturale, promuovendo il dialogo tra realtà diverse, lo scambio di idee ed esperienze, l’innovazione delle pratiche e delle politiche, l’elaborazione di nuove idee. Una manifestazione che coinvolgerà partner italiani e internazionali, mobilitando parallelamente policy maker, istituzioni, associazioni, università, creativi, operatori culturali, società civile, imprese e tutti i soggetti che a vario titolo si occupano di queste tematiche sul territorio.
L’edizione 2016 di Remixing Cities prevede infatti un programma che si sviluppa nelle 3 città di Reggio Emilia (23-25 settembre), Mantova (30 settembre – 1 ottobre) e Siena (7-8 ottobre), ciascuna con un focus diverso e con un’articolazione temporale che comprende 3 sabati dedicati alla “Rigenerazione Creativa” in altrettanti fine settimana consecutivi tra settembre e ottobre.
Tre appuntamenti di confronto e discussione che si inseriscono in un calendario più ampio fatto di iniziative maggiormente legate ai territori ospitanti quali mostre, workshop, performance ed eventi di usi.
Remixing Cities è il titolo che identifica un format costituito da attività eterogenee con un comune denominatore: ridare slancio e idee alla rigenerazione urbana, individuare modelli di interazione tra i centri di produzione culturale indipendenti e le Istituzioni pubbliche e approfondire il tema oggi cruciale della rivitalizzazione dei territori considerando il riuso di spazi per la produzione culturale giovanile come primo step di un processo complesso.
In particolare su Siena
Come si fa a coniugare, senza stravolgerlo, l’enorme patrimonio artistico, culturale e storico delle città italiane, così impregnate di monumentalità e di memorie sovrapposte del passato, con i processi di modernizzazione dei tessuti urbani resi necessari dalle necessità sociali, culturali e urbanistiche del mondo contemporaneo?
Questa domanda è alla base delle due giornate senesi di incontri e dialoghi internazionali di Remixing Cities. Nell’ambito del più generale programma dell’iniziativa, le giornate senesi sono infatti dedicate alla riflessione e al confronto sui temi della rigenerazione nei centri storici e quindi sulla possibilità di rivitalizzare, usando come leve la cultura, le arti e la cooperazione sociale, i luoghi che nel tempo hanno modificato o, in alcuni casi, perduto del tutto le proprie funzioni originali e, con nuove destinazioni, sono stati (o possono essere) riconsegnati alla pubblica fruizione.
In una città come Siena, così giustamente fiera della propria identità sociale, storica ed urbanistica, la domanda iniziale assume, in chiave urbana, un significato particolare ed essenziale per proseguire un ragionamento ed accompagnare un percorso già iniziato con il nuovo piano urbanistico e con il regolamento sui beni comuni.
Come si fa a rendere Siena una città contemporanea senza modificarne l’anima e la struttura urbana?
Come si fa a riprendere quel processo di stratificazioni (interrottosi dal secondo novecento in poi) che nel corso di almeno 10 secoli ha determinato la struttura della città così come la vediamo oggi e che la ha resa sempre “contemporanea”, ossia al passo con i propri tempi?
Oggi che avanzano in tutto il mondo concetti urbanistici nuovi che non risolvono più il problema della modernizzazione delle città solo attraverso la costruzione del nuovo, ma che lo fanno puntando sulla rigenerazione in chiave contemporanea e aperta al futuro dell’esistente, iniziare un dibattito in città è molto interessante. Speriamo poi che sia anche molto importante.
Ovviamente una riflessione del genere a Siena non può non coinvolgere il Santa Maria della Scala, che è proprio l’emblema di luogo conformatosi per stratificazioni del corso di 9 secoli, che è sempre stato contemporaneo ai tempi assolvendo funzioni utili alla comunità e che adesso non ha ancora pienamente trovato una strada (ma ci si augura che la si stia trovando) per continuare ad essere contemporaneo e funzionale alle necessità della comunità. Parlare di rigenerazione e riuso a Siena significa iniziare a farlo partendo dal Santa Maria.
La due giorni senese costituisce quindi l’occasione per ragionare su questi temi. Si è deciso di farlo attraverso il coinvolgimento di personalità che, proveniendo da ambiti e discipline differenti nonché con ruoli e funzioni diverse, da molti anni si occupano dei temi della rigenerazione e del riuso urbano. Personalità che al centro della propria visione pongono proprio il rapporto fra modernizzazione e patrimonio culturale, ma che non sottovalutano il potente ruolo che in questi necessari processi di trasformazione possono svolgere il patrimonio sociale di un territorio e le competenze e dinamiche creative di professionalità ed esperienze riconducibili al mondo delle arti e della cultura.
D’altra parte l’adozione della metodologia del BootCamp, mutuato dalle più moderne pratiche urbanistiche, consente di rilanciare il dibattitto sul Santa Maria della Scala coinvolgendo personalità di grande prestigio del panorama culturale nazionale ed europeo, che, ciascuna con il proprio sgurado e con il proprio approccio potrà contribuire attraverso il confronto con tutti gli altri a produrre suggestioni sul futuro dell’intero complesso, che dovrà progressivamente diventare oltre che un luogo espositivo e museale anche un centro internazionale di produzione artistica e culturale. Un primo step, non decisivo, ma sicuramente stimolante, per delineare la fisionomia e l’identità di un luogo, che una
volta portato a compimento costituirà, per dimensioni e ci si augura per prestigio, il più grande spazio culturale italiano, fra i più grandi del continente.
L’appuntamento senese prevede tre ambiti di riflessione:
uno locale / centrato proprio sul Santa Maria della Scala, l’enorme complesso museale collocato nel cuore della città, un tempo ospedale e oggi in via di profonda trasformazione, attraverso il BootCamp Santa Maria, laboratorio finalizzato a produrre ipotesi progettuali e nuove destinazioni d’uso al quale sono stati invitati a partecipare urbanisti, architetti, economisti, storici dell’arte di fama nazionale e internazionale
uno nazionale / LA RIGENERAZIONE URBANA FRA NORMA E PRASSI per fare il punto, insieme ai rappresentanti di alcune città, di alcune regioni e dei ministeri, sullo scenario italiano, anche sotto il profilo legislativo e amministrativo;
uno internazionale / SO_CULT RE/GENERATION MEETING che mira, da un lato alla ricognizione delle principali esperienze emerse, dall’altro è centrato su un’esperienza caposaldo del dibattito internazionale: l’Albania, che si impone all’attenzione degli esperti per le politiche e i progetti di rigenerazione attivati con drivers socioculturali a partire da Atelier Albania.
Complesso Museale Santa Maria della Scala
Sorto sulla via Francigena, proprio davanti alla cattedrale di Siena, è stato uno dei più antichi e grandi ospedali europei e fu uno dei primi xenodochi.
Istituito dai canonici del Duomo, se ne trova testimonianza scritta già nel 1090 ma, trattandosi di un atto di donazione, sicuramente è di fondazione più antica. Incaricato di svolgere più funzioni, dall’assistenza ai malati al ricovero dei poveri fino alla cura dei bambini abbandonati, fu soprattutto importante come luogo di accoglienza dei pellegrini, ai quali era legata tanta della ricchezza che transitava in città durante il Medioevo e nei secoli successivi.
Successivamente si trasforma in Ospedale Civile di Siena, funzione che mantiene fino a tutti gli anni ottanta del XX secolo. Oggi, esaurite le proprie funzioni sanitarie, è uno dei più importanti centri museali e culturali della città, in seguito a un’importante operazione di recupero basata sul progetto dell’architetto Guido Canali, vincitore nel 1992 di un Concorso Internazionale ad inviti.
Il volume complessivo del complesso è di oltre 350 mila metri cubi, con una superficie vicina ai 40 mila metri quadrati. Di questi, in virtù degli interventi realizzati sulla base del progetto Canali, ne sono attualmente fruibili al pubblico circa 18 mila, mentre i restanti sono ancora da recuperare, causa rallentamenti e interruzioni dei lavori dovuti a numerose cause diverse.
Dopo un lungo percorso di ricognizione storica, che ha consentito di raccogliere anche tutta la produzione ideativa sulla destinazione del Santa Maria, il Consiglio Comunale di Siena ne ha deciso il rilancio indicando anche la necessità di una progressiva trasformazione da luogo meramente espositivo a centro di produzione artistica e culturale.
Remixing Cities nasce a Napoli nel 2014 come Seminario internazionale e Special Event a cura di GAI – Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani e Associazione ICS – Innovazione Cultura Società con la coproduzione del Forum Universale delle Culture Napoli e Campania e la collaborazione di Comune di Reggio Emilia, Comune di Ferrara e Comune di Padova. A Remixing Cities è seguita una pubblicazione cartacea in formato tabloid ed edizione limitata, un volume digitale liberamente scaricabile dal sito www.giovaniartisti.it, un canale video con contributi teorici e interviste.
Remixing Cities n. 2 è un progetto promosso da GAI – Associazione Circuito Giovani Artisti Italiani, Comune di Reggio Emilia, Comune di Mantova, Comune di Siena – Complesso Museale Santa Maria della Scala. In collaborazione con Comune di Ferrara, Comune di Padova, Comune di Ravenna e con Mecenate 90, Fondazione Forum Universale delle Culture 2013, Fondazione E35, ICS – Innovazione Cultura Società, Pantacon impresa sociale per la cultura, Che Fare. Patrocinato da Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e da Regione Toscana. Con il sostegno e il patrocinio di Regione Emilia Romagna. Media Partner RADUNI – Associazione Operatori Radiofonici Universitari. Partner Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Reggio Emilia – Fondazione Architetti di Reggio Emilia, Società di trasformazione urbana Reggiane spa, Santagnese10, Fondazione Mantova Capitale Europea dello Spettacolo, Associazione Mecenate90.
Iniziativa inserita nell’ambito del programma di Mantova 2016 Capitale Italiana della Cultura e di #Fattidicultura2016.
Sito Web www.remixingcities.it http://remixingcities.giovaniartisti.it/siena.html
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