Visite guidate alla chiesa
e alla cappella del Compianto (restaurato)
Lunedì 29 giugno, tre turni: ore 18, 19 e 20
Chiesa di San Pietro
Padova, via San Pietro
In occasione della festa dei santi Pietro e Paolo, lunedì 29 giugno, il Museo diocesano di Padova propone tre visite guidate alla chiesa di San Pietro (nell’omonima via del centro padovano) alla scoperta della cappella del Compianto dove è conservata una delle opere restaurato nell’ultima edizione del progetto “Mi sta a cuore”, che è sfociato nella mostra “A nostra immagine. Sculture in terracotta del Rinascimento. Da Donatello a Riccio”, fino al 27 settembre visitabile nella Gallerie del Palazzo vescovile di Padova.
A guidare le visite saranno Andrea Nante e Carlo Cavalli, rispettivamente direttore e conservatore del Museo diocesano.
Tre le visite in programma – ore 18, ore 19 e ore 20 – per gruppi di un massimo di 20 persone – che saranno divisi in sottogruppi durante la visita, in modo da permettere il rispetto delle distanze di sicurezza ed evitare assembramenti.
È questo il primo di una serie di appuntamenti estivi che accompagneranno la mostra A nostra immagine. Scultura in terracotta del Rinascimento da Donatello a Riccio in un itinerario alla scoperta dei “luoghi della terracotta” rinascimentale in città.
Come richiesto dalle normative vigenti per partecipare alla visita guidata (su prenotazione), sarà necessario indossare la mascherina, igienizzarsi le mani all’ingresso e mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro.
La prenotazione è necessaria: via telefono 049 8226159 (solo negli orari di apertura del museo) o via email: info@museodiocesanopadova.it (la conferma verrà data a partire dal 25 giugno).
La quota di partecipazione è di euro 10 e andrà a contribuire al finanziamento del progetto “Mi sta a cuore”per il restauro del Compianto della chiesa di San Pietro, raccontato nella sezione multimediale della mostra al Museo Diocesano.
Inoltre esibendo la ricevuta della visita a San Pietro sarà possibile accedere con biglietto ridotto alla mostra stessa (orari: giovedì e venerdì ore 15-19, sabato e domenica 10-13 e 15-19).
Scheda: COMPIANTO SU CRISTO MORTO
Il gruppo in terracotta raffigurante il Compianto su Cristo morto è inserito in una struttura lapidea e completato da un fondale ad affresco raffigurante il Golgota. Si compone di un rilievo centrale a mezze figure, modellato in tre pezzi separati: la Vergine a sinistra, Cristo al centro con un Angelo e Maria Maddalena alle sue spalle, e a destra una Pia donna. Completano la scena due Dolenti laterali a figura intera e quasi a tutto tondo (un’altra Pia donna a sinistra, San Giovanni Evangelista a destra).
L’opera, realizzata negli anni Ottanta del Quattrocento nella bottega di Bartolomeo Bellano o da un plasticatore da lui fortemente influenzato, è probabilmente legata alla presenza antica, nella cappella meridionale della chiesa, di un altare dedicato al Corpus Domini.
È stata inserita nell’altare lapideo e dotata del fondale ad affresco nel 1583, in occasione dei lavori di ristrutturazione della chiesa voluti da Bartolomea da Rio, badessa dell’annesso monastero femminile benedettino.
L’altare è stato ulteriormente manomesso tra Ottocento e Novecento, in occasione dei lavori che in diverse fasi hanno profondamente modificato gli arredi interni e l’aspetto della chiesa di San Pietro, ormai divenuta succursale della Cattedrale. Nel corso di questa travagliata storia l’immagine del Compianto ha subito riparazioni, stuccature, ridipinture, e si presentava ricoperta di un compatto strato di cera, nerofumo e polvere, e vernici scure che ne aveva alterato profondamente l’aspetto.
Le indagini scientifiche preliminari, compiute grazie alla collaborazione con il Centro Interdipartimentale di Ricerca, Studio e Conservazione dei Beni Archeologici, Architettonici e Storico-Artistici (CIBA) dell’Università di Padova, hanno fornito importanti informazioni sulla struttura dell’altare, sui materiali costitutivi e sulla loro stratificazione. Il restauro, condotto da Raffaela Portieri e Giorgia Gritti sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso si è rivelato complesso e più lungo del previsto.
La rimozione dei depositi superficiali ha messo in luce la precarietà dell’antico assemblaggio: i diversi elementi in terracotta erano uniti tra di loro e fissati alla parete mediante grandi quantità di gesso, un materiale igroscopico poco adatto al contatto con la terracotta, che nel tempo si era in parte degradato rendendo instabili alcuni elementi del Compianto.
Si è dunque reso necessario smontare il gruppo in terracotta, staccandolo dall’altare e liberandolo da tutte le vecchie stuccature: ciò ha consentito di procedere a una più accurata pulitura dei singoli elementi, della parete di fondo e dell’intero altare. Il rimontaggio, progettato e realizzato da Giordano Passarella, è stato pensato per consentire la rapida rimozione del bassorilievo e delle due sculture laterali in situazioni di emergenza, come nel caso di un evento sismico.
Liberata dalle stuccature, dai depositi di sporco, dalle vernici e da alcuni strati di ridipintura che si erano sovrapposti nei secoli, rimontata correttamente facendo combaciare i diversi elementi nel modo migliore possibile, l’opera nelle sue diverse componenti (terracotta, affresco, altare in pietra tenera dipinta e dorata) ha recuperato tutta la sua qualità scultorea e cromatica. La policromia, per quanto lacunosa, è raffinatissima, nel modulare gli incarnati dal rosa acceso della Vergine e dei dolenti, a quello pallido ma ancora palpitante di vita del Cristo, al bianco luminoso dell’angelo. Bordure dorate impreziosivano le vesti di tutti i personaggi, come rivelano le tracce portate alla luce con il restauro.