Nell’ambito della mostra “La Città del Sole: arte barocca e pensiero scientifico nella Roma di Urbano VIII”, visitabile a Palazzo Barberini fino al prossimo 11 febbraio, il Museo Galileo e le Gallerie Nazionali di Arte Antica organizzano un focus speciale intorno a un’opera esposta che merita particolare attenzione: la Madonna col Bambino firmata “Ignatius Moli[…]” (1642), appartenente alla Collezione Diego Costantini. Si tratta dell’unica applicazione nota del microscopio di Galileo alla realizzazione di un’opera artistico-letteraria: un’autentica curiosità barocca.
Una Madonna col Bambino dipinta a gouache su pergamena che replica una composizione di Pietro da Cortona oggi conservata al Louvre: la Vergine col Bambino e Santa Martina dipinta negli anni ‘40 del Seicento e probabilmente donata dal cardinale Antonio Barberini. L’eccezionale particolarità dell’opera è che si tratta di un calligramma da leggersi con il microscopio, così come indica l’iscrizione che incornicia l’immagine. L’intera superficie del dipinto è attraversata da sottilissime linee orizzontali appena visibili a occhio nudo, ma ben identificabili con una lente come righe di una scrittura microscopica che riproduce un intero libro di litanie: l’Officium Beatae Mariae Virginis, diffusissimo testo liturgico riformato da papa Urbano VIII nel 1631.
Durante la presentazione sarà usato un microscopio digitale collegato a un proiettore per permettere la visione delle scritte ingrandite su una parete della sala espositiva