Con la presentazione dei rispettivi romanzi d’esordio, gli scrittori Emanuela Amici e Nikita Placco sono stati i protagonisti dell’incontro letterario “Il romanzo dei destini incrociati”.
Roma, 13 aprile 2019 – Un incontro con gli autori apprezzato e coinvolgente quello che si è tenuto ieri sera alla libreria Libri & Bar Pallotta di Roma per la presentazione dei romanzi Quello che resta (Ianieri Edizioni) di Emanuela Amici e Il giorno di cui non si parla (Licosia) di Nikita Placco. L’occasione era l’incontro letterario dal titolo “Il romanzo dei destini incrociati”, un confronto tra due autori che hanno ricercato, all’interno ognuno del proprio romanzo, gli aspetti più scomodi e taciuti dei rapporti familiari e il peso che rappresenta, per un intero nucleo parentale, un pesante segreto anche se opportunamente celato. La conversazione, ricca di spunti e di approfondimenti, è stata amabilmente condotta dal giornalista Giommaria Monti e dalla sociologa e consulente familiare Chiara Narracci, che hanno dialogato con gli autori dinanzi ad un pubblico numeroso, attento e coinvolto.
Quello che resta di Emanuela Amici è un romanzo introspettivo, che indaga il difficile rapporto tra due sorelle. Il loro è un rapporto complesso, fatto di incomprensioni e parole non dette. Irene, la maggiore, è una donna cerebrale, taciturna, introversa; Sara è al contrario fisica, solare, espansiva. La perfezione di Sara appare a Irene come un imperdonabile errore del destino, al quale non è mai riuscita a rassegnarsi. È il caso a farle scoprire una verità scomoda, rappresentando per Irene una svolta. Con percorsi diversi a speculari, Irene e Sara prendono decisioni sofferte, che stravolgono le loro vite e che le portano a un riavvicinamento.
“Il nucleo familiare nel quale siamo nati e cresciuti lascia un’impronta indelebile su ciascuno di noi. Siamo il frutto di ciò che non possiamo ricordare con precisione, di quei primi anni ormai sfocati in cui erano gli altri a prendersi cura di noi. In ogni famiglia, pur nella più armoniosa, si nascondono condizionamenti, più o meno velati – afferma Emanuela Amici – La nostra identità, la nostra integrità, è strettamente connessa a quel mondo lontano e alle dinamiche in esso presenti. La storia di Irene e Sara è la storia di due donne in fondo mai cresciute, in cerca di un’identità, rimaste ancorate a un passato indecifrabile, frutto di verità scomode, dunque taciute”.
Il giorno di cui non si parla di Nikita Placco è una storia sulla verità, sul potere distruttivo del “non detto”, sulla costellazione della famiglia in perenne big bang, sull’amore, sulla genitorialità, sulla vita. Sulla superficie la vita di Rodolfo sembra scorrere normalmente, come non ci fosse un ieri, solo una sequela di domani. Tutto appare possibile, le svariate opzioni affidate al libero arbitrio. Eppure, il protagonista non sa – nessuno lo sa mai – che il suo tragitto è inchiodato ad un binario, che non ha scelto lui. Uscire dal percorso obbligato non è facile. Deragliare rovinosamente un rischio concreto. Rodolfo, infatti, ignora l’esistenza di un segreto che si porta addosso dalla nascita e che giorno dopo giorno si intromette per corrodere il suo destino.
“Quello famigliare è il contesto dove maggiori sono i condizionamenti astrattamente a fin di bene. Ove si ritiene spesso che celare un segreto, “non dire” certe cose possa proteggere, mentre invece quel “non detto”, quel rimosso, finiscono per condizionare le traiettorie esistenziali molto più della narrazione che viene fatta – dichiara Nikita Placco – Credo che il tema fondante del mio romanzo rifletta bene lo spaccato dei tempi che viviamo”.
I due autori, incalzati da numerose domande da parte del pubblico presente, hanno raccontato di avere iniziato la stesura di un nuovo romanzo a quattro mani, i cui protagonisti provengono dalle pagine dei loro romanzi di partenza, si prevede quindi un intreccio inaspettato che potremo leggere molto presto.