“Scacchi Metafora Educativa”: parte da Trieste il progetto dello Csen

Scacchi Metafora Educativa”: parte da Trieste il progetto dello Csen

Oltre agli istituti scolastici del Friuli Venezia Giulia saranno coinvolte nel progetto triennale le scuole di altre 13 regioni

TRIESTE – Presentato ufficialmente sul finire del 2020, il progetto “Scacchi Metafora Educativa” (Sme), sarà sviluppato anche in Friuli Venezia Giulia, a Trieste.

«Gli scacchi sono un gioco educativo molto interessante e importante – sottolinea Giuliano Clinori, vice presidente nazionale e presidente regionale di Csen -, che può aiutare i ragazzi anche in questo momento. Si tratta infatti di un’attività in grado di fornire molte competenze e di trasmettere valori importanti. La situazione in cui viviamo inevitabilmente ci ha rallentati e costretti a modificare, in parte, la struttura del progetto (con alcune attività che abbiamo portato sul web), ma siamo fiduciosi e contiamo di recuperare nei prossimi mesi, forti anche del fatto che il progetto ha una durata di ben tre anni».

A partecipare a questa attività di didattica, selezionata dall’impresa sociale “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e promosso dal Csen – Centro Sportivo Educativo Nazionale, saranno l’Istituto Comprensivo “di Via Commerciale” e l’Istituto Comprensivo “Divisione Julia”, dove già da diversi anni l’attività degli scacchi è entrata a scuola.

«Entro la metà di febbraio – spiega Germano Petrosino, responsabile tecnico del progetto sul territorio – abbiamo in programma la costituzione dei gruppi sperimentali e di controllo. L’avvio del progetto, chiaramente condizionato dalla situazione Covid-19, è invece previsto tra il primo marzo e il 10 aprile. Sono poi in via di definizione degli incontri con i genitori delle classi che saranno coinvolte allo scopo di spiegare il progetto e come si svilupperà».

Le attività di “Scacchi Metafora Educativa” si svolgeranno sia durante l’orario curriculare che in fase pomeridiana, e prevedranno appuntamenti dedicati alle famiglie e agli insegnanti, con l’obiettivo, al termine dei 3 anni del progetto, di creare centri stabili permanenti a favore della cittadinanza.

Nel progetto è coinvolto, a livello nazionale, anche il Centro Studi Podresca, ente con sede a Prepotto (Udine), con il compito di curare gli elementi educativi di sviluppo delle soft skills, e in particolare le abilità personali e di relazione, integrando i protocolli di formazione per alunni, insegnanti e famiglie con elementi innovativi.

I risultati del progetto Sme saranno inoltre monitorati con un’attività di ricerca scientifica svolta dall’Università di Torino e Asvapp (Associazione per lo Sviluppo della Valutazione e l’Analisi delle Politiche Pubbliche), per verificare i benefici dell’insegnamento degli scacchi a contrasto della povertà educativa.

Delle 24 classi coinvolte nell’area triestina (per totale stimato di circa 500 fra bambini e ragazzi), le prime e le seconde della primaria lavoreranno grazie alla giocomotricità, mentre per le terze sarà utilizzato il metodo di insegnamento “Castle”, riconosciuto dalla Federazione internazionale degli scacchi (FIDE).

Per quanto riguarda le classi prime della scuola secondaria di primo grado l’obiettivo è arrivare a costruire una metodologia di insegnamento innovativa, che sarà elaborata nel corso dei tre anni di Sme, a sostegno del quale è stato creato “Laboratorio Scacchi”, una nuova realtà che unisce gli Istruttori che opereranno nelle scuole coinvolte come tecnici di scacchi.

Oltre agli istituti scolastici del Friuli Venezia Giulia saranno coinvolte nel progetto triennale le scuole di altre 13 regioni (Puglia, Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Lazio, Umbria, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia) per un totale di oltre 10 mila studenti minorenni.

L’obiettivo è di offrire attraverso il gioco degli scacchi agli studenti, alle famiglie e agli operatori della scuola, uno strumento di aggregazione di straordinaria efficacia intergenerazionale, soprattutto sul piano relazionale e sociale. Ma nei piani dei promotori del progetto c’è anche quello di realizzare al termine del triennio dei centri stabili di promozione educativa sui territori coinvolti, gestiti da una “Rete educativa degli scacchi”.

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