Il segreto della Sibilla Pastora, un romanzo frutto di anni di ricerche nella tradizione popolare, in ciò che la storia ha conservato nei libri, negli scritti antichi e sulle pietre.
Un romanzo diviso in due parti che percorre le tracce di una figura misteriosa e per certi versi sfuggente, consolidata nella tradizione popolare attraverso il mito e la leggenda della Sibilla Appenninica.
La novità, l’indagine, ovviamente romanzata ma basata su documenti, fonti storiche e racconti orali, mi ha portato a individuare dietro il mito della Sibilla dei nostri monti, l’unica fra tutte le Sibille della tradizione letteraria ad essere stata demonizzata, osteggiata (le altre, infatti, con a capo la Cumana, sono state inglobate dalla chiesa, rappresentate nei suoi luoghi di culto in quanto profetesse che hanno vaticinato la nascita del Salvatore Gesù Cristo), la suggestiva ed enigmatica figura dell’Apostola degli Apostoli, la dea occulta del cristianesimo, ovvero Maria Maddalena.
Una tradizione orale tutta italiana, a differenza di quella più rinomata e sfruttata francese, vuole la Santa arrivata a Bolsena, sul lago omonimo…e una tradizione scritta, presente nei vangeli apocrifi, negli “Atti di Pilato”, racconta della Maddalena a Roma al cospetto dell’imperatore.
Ora:
trovata una possibile alternativa, del Centro Italia, alla leggenda Francese, analizzando il mito controverso della nostra Sibilla Appenninica: una Sibilla non annoverata in nessun catalogo antico e, come detto sopra, temuta…Riconoscendo nella Maddalena la portata di un messaggio cristico improntato sul femminino sacro (la nostra regione con le sue molte figure femminili di dee e sante potrebbe degnamente rappresentarlo), in parte accettato dalle correnti gnostiche del cristianesimo, e l’importanza che la sua figura ebbe tra i suoi adoratori eretici, che non fatichiamo a trovare esuli e pellegrini sui Sibillini;
Constatando la presenza di diverse chiese sibilline dedicate alla Maddalena (per non contare i simboli incisi sulle pietre che richiamano al suo aspetto segreto), indagando un misterioso quadro del Poussin (1640) i Pastori dell’Arcadia II”, con l’enigmatica scritta ET IN ARCADIA EGO INCISA SU UN SEPOLCRO, accostato da diversi studiosi al mistero di un messaggio legato alla Maddalena, alla sua tomba… contando anche sul fatto che il dipinto fu realizzato per volontà di un cenacolo alchemico Rosacrociano romano composto da diversi Marchigiani, i più influenti il cardinale di Fermo Dacio Azzolino e il Marchese Francesco Maria Santinelli di Pesaro, celebre alchimista;
MA soprattutto guardando il Monte Sibilla da Montemonaco assumere l’aspetto di una dama dormiente, distesa sul crinale del monte, e raccogliendo leggende che narrano di una tomba all’interno della grotta della Sibilla, con l’asportazione, trafugamento documentato, di un’altrettanta enigmatica “lastra tombale(?)” compiuto all’inizio degli anni cinquanta;
traducendo la misteriosa scritta latina del quadro come anche io o io sono nell’Arcadia, ARCA-DIA, nell’arca della dea…
Tutto ciò mi ha portato a scrivere un romanzo, una storia alla “Codice da Vinci” dove si svela il mistero della Sibilla-Maddalena, della sua venuta sui Sibillini, nella montagna dove sarebbe vissuta e…sepolta!