Lo Spettacolo:
Una camera da letto. (O forse un salotto)
Una Giovane Signora(Vittoria Faro) giace su un letto. (O forse un divano).
Tutto galleggia in un’atmosfera sospesa e onirica, ottenebrata appena da una luce innaturale che proietta ombre inquietanti.
Domina la scena un grande specchio. (O forse una finestra. O forse la finestra è solo riflessa nello specchio).
Nella tenebra, dall’ombra angosciante di un uomo dall’aspetto stravolto, orribile maschera d’incubo, emerge un Uomo in frak (Ivan Giambirtone), presenza (forse) reale dell’amante, del quale però la Giovane donna, ambiziosa e vanesia, è stanca: attratta, si direbbe, da un antico innamorato, tornato in patria con un cospicuo patrimonio.
Punto focale del dramma una preziosa collana di perle che l’Uomo in frak vorrebbe regalare alla sua Giovane Signora ma che invece le sarà inviata in dono dall’altro uomo.
L’amante deluso e furioso strangolerà la donna per gelosia? Sì, forse, o almeno così accade nel sogno angoscioso della Giovane signora.
I due personaggi si attraggono e si respingono in un gioco spietato, a volte brutale, che solo alla fine si ricompone e si congela in un quadro surreale e angosciante. I due appaiono e scompaiono: sulla scena incorrono come in un sogno le loro voci che si propagano come rievocate in uno spazio irreale ( o forse vero?)
La Cameriera (Elisabetta Ventura), muta, ha il ruolo di testimone degli accadimenti e di una verità che verrà chiarita solo sul finale quando finalmente si udirà la sua voce.
Il sogno descritto come la proiezione di una realtà vissuta tra sensi di colpa e timori: un’immersione nella coscienza di una donna annoiata e imprigionata dalla forma della vita borghese.
Il Testo:
Sogno (ma forse no) è un atto unico del ’28 poco rappresentato, che Pirandello ha scritto e messo in scena per la prima volta a Lisbona. La grande influenza surrealista del periodo e alcuni temi tipici della sua poetica fanno della piéce un piccolo gioiello di inganni: una moltiplicazione di piani che si intersecano e si sviluppano in un groviglio di verità e finzioni. I personaggi sognano accadimenti che noi scopriremo reali, ma con prospettive diverse dalla realtà, tanto da lasciare anche lo spettatore nel dubbio di cosa sia realmente avvenuto e cosa sia invece il frutto di un incubo.
La Regia:
La regia di taglio prettamente cinematografico ha continui richiami all’espressionismo tedesco, per riassumerla in un termine unico “caligarica”: ricrea infatti un’allucinante atmosfera di orrore e di angoscia con tagli di luci ed ombre che mantengono intatta la drammaticità della situazione con netti riferimenti al cinema muto degli anni ’20.
Lo spettacolo interamente costruito su di una partitura musicale, ricrea momenti di poesia e altri di orrore dettati dalle sonorizzazioni delle porte che scricchiolano o dalle urla della Giovane Signora.
Uno specchio/finestra incombe al centro della scena: una porta di passaggio tra sogno e realtà. “La Faro costruisce lo spettacolo su una partitura musicale ed interseca con maestria il tema pirandelliano del sogno e della realtà. Il ricorso all’espressionismo tedesco è indiscutibile: la regia infatti recupera i trucchi del vecchio cinema delle attrazioni che, nel richiamare modelli irreali, distorti e allucinanti, sostituiscono la percezione della realtà.” (Luigi Mula)
Vittoria Faro:
Agrigentina, classe 1984, studia danza, musica e teatro. Conseguito il diploma di maturità classica si trasferisce a Roma dove attualmente vive.
Nel 2009 supera le prove di ammissione all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma dove si diploma con il massimo dei voti nel 2012. Nel corso degli studi ha modo di approfondire il suo percorso formativo nei laboratori di Mario Ferrero, Paolo Giuranna, Giuseppe Bevilacqua, Anna Marchesini, Michele Monetta, Rosa Masciopinto, Nicolaj Karpov, Sergio Rubini, Daniela Bortignoni, Arturo Cirillo, Valentino Villa, Lorenzo Salveti.
Partecipa a workshop internazionali fra cui: Workshop a S.Cristina con il maestro Luca Ronconi; Workshop di Site specific and sound acoustic voice con Charlotte Munksø (SceneKunstSkole, Copenaghen);
Nel 2008 entra a far parte del collettivo di TestaccioLab di Roma, partecipando alla produzione di progetti culturali in diverse discipline artistiche. Dal 2012 è responsabile del settore Arti Performative dell’associazione, in seno alla quale approfondisce la sua ricerca artistica producendo:
2017 Metamorfosys, progetto di ricerca teatrale su Le Metamorfosi di Publio Ovidio Nasone
2014 SPEXIFIC#INVASION, progetto di site specific su drammaturgia originale di interpretazione e lettura dell’architettura contemporanea;
2013 Destruction, recital performativo di testi classici e contemporanei;
2015 Poe Suite, letture su partitura musicale dei racconti più celebri di Edgar Allan Poe, con il jazzista Raffaele Pallozzi;
2015 [M:DEA] performance elettronica sul mito di Medea;
2016 Vanessa, thriller teatrale dai tratti di fumetto noir;
PREMI
Premio Siae 2012;
Borsa di Studio Andrea Biondo di Palermo 2012 ,come migliore attrice siciliana;
Menzione speciale Premio Siae 2015 con un suo monologo;
Premio Ignazio Buttitta Sezione Teatro 2015;
Premio Pippo Montalbano 2017.
Info & Prenotazioni: 3358160566 (anche whatsapp) Ufficio Stampa: Elisa Fantinel elisafantinel@yahoo.it – 3358160566 – www.elisafantinel.it
Testo: Luigi Pirandello
Regia: Vittoria Faro
Con: Vittoria Faro, Ivan Giambirtone e Elisabetta Ventura
VENERDI’ 23 E SABATO 24 FEBBRAIO ORE 21.00
DOMENICA 25 FEBBRAIO ORE 18.00
TEATRO DEI DOCUMENTI
Via Nicola Zabaglia 42 (Zona Testaccio)
Ingresso: Intero 12 + 3 Euro Tessera Associativa
Ridotto 10 + 3 Euro Tessera Associativa