La spedizione di Roma del 1849 nel racconto di un francese
Al Museo Napoleonico la Sala VIII è destinata ad ospitare periodicamente i nuclei qualitativamente più rilevanti della sua importante collezione grafica, composta da circa quattromila opere tra disegni, acquerelli e stampe. Dal 30 luglio 2010 saranno presentate le 36 litografie di Denis-Auguste-Marie Raffet (1804-1860), racchiuse nell’album Souvenirs d’Italie. Expédition de Rome per illustrare le varie fasi della spedizione francese a Roma del 1849.
L’esposizione è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma in collaborazione con Zètema- Progetto Cultura.
L’Album, che reca la dedica al principe Anatole Demidoff, marito di Matilde Bonaparte e committente di varie opere di Raffet, presenta una narrazione continua degli avvenimenti dallo sbarco delle truppe a Civitavecchia il 25 aprile 1849 fino alla benedizione impartita il 18 aprile del 1850 da Pio IX all’armata che lo aveva riportato sul trono pontificio.
L’accuratezza e la precisione descrittiva, peculiari dello stile di Raffet, non escludono una qualità artistica di notevole livello, nell’abile resa dei contrasti chiaroscurali e nella sapiente impaginazione delle scene di battaglia e dei movimenti strategici delle truppe. Con minuziosa attenzione l’artista delinea poi le diverse divise del corpo di spedizione tanto che si è potuto affermare che queste litografie possano costituire un vero e proprio repertorio delle uniformi dell’esercito francese dell’epoca.
Le litografie non furono immediatamente raccolte in un volume, ma probabilmente pubblicate man mano che venivano eseguite a partire dal 1852, data che compare nel frontespizio dell’ edizione a cura di Gihaut Frères a Parigi.
L’album è stato acquistato nel 2005 dalla Regione Lazio e destinato alla Biblioteca del Museo Napoleonico.
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Souvenirs d’Italie. Expédition de Rome
Album con legatura a mezza pelle in marocchino verde dorato, cucitura su cinque nervi;
guardie e sguardie in carta marmorizzata
Paris, Gihaut frères éditeurs, 1852 – 1860
cm 58x43x3
inv. MN_RL 24
Expédition de Rome è composto da un gruppo di 36 litografie eseguite da Denis-Auguste-Marie Raffet (Parigi, 1804- Genova, 1860) per illustrare le varie fasi della spedizione militare francese a Roma del 1849. Raffet fu uno dei maggiori illustratori francesi della prima metà del XIX secolo; nel 1824, dopo una breve esperienza di decoratore a Sèvres sotto la guida di Alexandre Cabanel, entrò nell’atelier di Nicolas-Toussaint Charlet dove perfezionò la tecnica della litografia appresa presso Louis-Henri de Rudder. Nel 1829 divenne allievo di Jean-Antoine Gros e cominciò a manifestare un grande interesse per l’epopea napoleonica, evocata in dipinti e soprattutto in litografie che conobbero un successo immediato e duraturo al punto da indurre l’artista a dedicarsi prevalentemente alla produzione grafica a scapito di quella pittorica. Nel giro di pochi anni Raffet illustrò le campagne napoleoniche, dall’Egitto a Waterloo, con immagini pervase di entusiasmo patriottico, senza trascurare nella sua attività di disegnatore e litografo opere letterarie come i romanzi di Walter Scott. Nel 1837 partecipò alla spedizione scientifica in Crimea diretta dal principe russo Anatole Demidoff che ebbe come esito la pubblicazione delle tavole del Voyage en Crimée, opera di grande interesse artistico ed etnografico. La spedizione fornì a Raffet l’occasione per instaurare una solida amicizia con Demidoff, che divenne suo mecenate e lo ospitò nella villa fiorentina di San Donato, dove l’artista elaborò le litografie dell’assedio francese di Roma sulla base dei numerosissimi schizzi eseguiti dal vero al seguito del corpo di spedizione come osservatore. I disegni da cui furono tratte le tavole dell’Album sono attualmente conservati al Musée Condé di Chantilly e al Cabinet des dessins del Louvre, dove pervennero nel 1905 attraverso gli eredi di Hector Giacomelli, illustratore, primo biografo e appassionato collezionista di Raffet. Tra i fogli conservati a Parigi, alcuni rivelano nei tratti veloci e abbreviati la loro realizzazione direttamente sui campi di battaglia; in altri casi risulta invece evidente una successiva e più accurata rielaborazione, anche a distanza
di parecchio tempo dagli eventi rappresentati. Il nucleo è composto da alcuni schizzi di singole figure di militari, forse concepiti come studi di armi e divise, e da scene più articolate, riprese poi nella traduzione grafica.
L’Album presenta una narrazione continua degli avvenimenti, dallo sbarco delle truppe a Civitavecchia il 25 aprile 1849 fino alla benedizione impartita il 18 aprile del 1850 da Pio IX all’armata che lo aveva riportato con la sua vittoria sul trono pontificio. L’accuratezza e la precisione descrittiva, peculiari dello stile di Raffet, non eludono una qualità artistica di notevole livello, nell’abile resa dei contrasti chiaroscurali e nella sapiente impaginazione delle scene di battaglia e dei movimenti strategici delle truppe.
Con minuziosa attenzione l’artista delinea le diverse divise del corpo di spedizione, tracciando un vero e proprio repertorio delle uniformi dell’esercito francese dell’epoca, e descrive in modo puntuale e didascalico le tecniche militari della metà del XIX secolo.
L’album sembra costituire il precedente dei moderni reportage di guerra, con una predilezione rivolta non tanto alle scene concitate di battaglia quanto piuttosto alla vita di trincea e alle lunghe attese dei soldati dietro la prima linea. Il punto di vista è sempre
quello dell’esercito francese; protagonista è il fronte più che la città assediata, spesso riconoscibile solo grazie alle puntuali iscrizioni in calce alle litografie, talvolta evocata unicamente attraverso le sue storiche mura. Raffet realizzò tra il 1850 e il 1859 le prime trentadue litografie dell’album; le ultime quattro furono tratte, subito dopo la sua morte, da suoi schizzi e disegni. Tutte le tavole furono raccolte in un unico album, dedicato a Anatole Demidoff, che reca come data di pubblicazione, sul frontespizio dell’edizione parigina di Gihaut Frères, il 1852. Tale anno va tuttavia considerato come riferimento cronologico iniziale dell’ambizioso progetto editoriale di Raffet, dedicato alle campagne francesi in Italia, che prevedeva un corpus di cento litografie. L’opera, interrotta dalla precoce scomparsa dell’artista, avrebbe dovuto porre in ideale parallelo la campagna d’Italia di Bonaparte del 1796 e la partecipazione di Napoleone III alla seconda guerra d’indipendenza italiana, ribadendo l’interesse dell’artista per il lungo processo di unificazione della penisola e per il ruolo in esso assunto dalla Francia.
Giulia Gorgone
Maria Elisa Tittoni