Dalla Camera di Commercio Venezia Giulia
e da tutte le Categorie economiche
luce verde alla candidatura di Trieste
per la Banca europea per lo sviluppo sostenibile
Oggi la riunione plenaria nel mondo imprenditoriale con la partecipazione anche di associazioni di paesi dell’Est Europeo.
“La Camera di Commercio Venezia Giulia sostiene il progetto per la Candidatura di Trieste quale sede italiana della nuova Banca europea per lo sviluppo climatico e sostenibile, e quest’oggi lo abbiamo fatto condividendo l’idea progettuale con le Categorie economiche del territorio”. Sono queste le parole con cui Antonio Paoletti, presidente della CCIAA VG, ha sintetizzato l’incontro organizzato nella sede di Trieste dell’Ente camerale e dal quale è emersa la decisione di predisporre un documento comune redatto da “Camera di Commercio e Categorie economiche – evidenzia Paoletti – nel quale sottolineare la bontà e le finalità del progetto a favore del tessuto socio-economico regionale, da presentare congiuntamente al presidente della Regione, Massimiliano Fedriga”.
Oggi le principali Associazioni imprenditoriali del territorio, i cui vertici sono stati convocati in Camera di Commercio Venezia Giulia dal presidente Antonio Paoletti, hanno analizzato assieme all’ing. Giuseppe Razza il piano messo a punto nel maggio scorso dall’Associazione Sustainable Financing e supportato in questi tre mesi da una intensa attività di relazioni internazionali specie nei Paesi dell’Est Europeo svolta nel massimo riserbo.
Nell’incontro nell’Ente camerale è emerso quanto si tratti di un piano concreto (finalizzato a fare di Trieste un polo internazionale per finanza e assicurazioni) che trova appiglio e base nelle caratteristiche della città. Nella sua location strategica e nelle prospettive di sviluppo che riguardano sia l’Est Europeo, sia l’area mediterranea, con particolare attenzione a quella del Levante. Come dire: Trieste ha tutte le carte in regola e il sostegno delle categorie imprenditoriali, e può fornire anche alle Istituzioni, locali, regionali e nazionali, le chiavi per appoggiare in modo coeso questo progetto.
Progetto che ha per altro precisi appigli in Unione europea, considerato che già il 5 dicembre 2019 il Consiglio Ue aveva affermato la necessità di rinnovare l’architettura finanziaria europea per lo sviluppo, rendendolo più forte, più flessibile, integrato, coerente, strategico e reattivo ai cambiamenti climatici e alle esigenze di sviluppo; in quell’occasione, e in successive riunioni a vari livelli comunitari, questa necessità si è fatta urgente attraverso l’invito formulato dal Consiglio Europeo ai propri organi preparatori a monitorare i progressi compiuti nell’attuazione delle presenti conclusioni e gli Stati membri a fornire ulteriori orientamenti sulla via da seguire preferita per rafforzare l’architettura finanziaria europea per lo sviluppo entro la fine del 2020-inizio 2021. Inoltre fra le sfide lanciate dalla Presidente
della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, per il futuro dell’Unione europea figura proprio il riposizionamento della Banca europea per gli investimenti (BEI) e della Banca europea per la ricostruzione e sviluppo (BERS) anche nell’ottica delle problematiche poste dalla Brexit.
Alla riunione in Camera di Commercio, oltre al presidente Paoletti (che è anche presidente di Confcommercio Trieste) hanno partecipato fra gli altri Confindustria Alto Adriatico con il direttore Massimiliano Ciarrocchi, Carlo Antonio Feruglio per la Coldiretti, Andrej Sik direttore dell’ Ures-Unione regionale economica slovena, Dario Bruni, presidente di Confartigianato Trieste e il direttore Enrico Eva, Stefano Visintin, presidente di Aspt-Astra Spedizionieri, Paolo Spada, presidente Associazione agenti marittimi Trieste, Nicola De Luca per Confcommercio Trieste e il segretario generale della CCIAA VG, Pierluigi Medeot.
L’iniziativa, frutto di un lavoro che si protrae nella massima riservatezza da quasi un anno, era stata presentata a grandi linee a fine maggio a Trieste dal presidente dell’Associazione “Sustainable Financing”, Giuseppe Razza, un imprenditore specializzato nello sviluppo di business high-tech nel campo della sostenibilità con relazioni privilegiate in particolare nei Paesi dell’est europeo.
Perché Trieste? I punti di forza sui quali si basa la candidatura riguardano il ruolo di riferimento anche commerciale e portuale che riveste per tutti i Paesi dell’Est Europeo, quindi una connessione storica e consolidata con la Turchia e il Medio Oriente. Infine lo status, mai adeguatamente sfruttato, di porto franco che deriva da una serie di trattati internazionali in grado di consentire a un’istituzione finanziaria internazionale un’agilità e un’efficienza operativa non riscontrabili altrove. Per altro concretamente il progetto sarebbe in perfetta sintonia con il piano di riuso dell’intera area del Porto antico di Trieste.
Nelle intenzioni dei promotori il progetto dovrebbe usufruire di una corsia preferenziale e di tempi particolarmente serrati per la presentazione alle Istituzioni europee. In prima battuta sarà analizzato nel dettaglio dalle Istituzioni locali, per essere poi trasmesso al Ministero dell’Economia e Finanze al fine della formulazione della candidatura ufficiale in Unione europea.
“Troppo spesso – ha affermato Giuseppe Razza, coordinatore dell’Associazione aperta di imprese che sostengono la collocazione a Trieste della nuova Banca europea – la città si è impegnata in sogni irrealizzabili. Quello della Banca per lo sviluppo sostenibile, per la quale non casualmente stanno manifestando interesse anche altre città europee, può segnare una svolta”.
Secondo quanto ribadito da Razza, coordinatore dell’Associazione aperta di imprese che sostengono la collocazione a Trieste della nuova Banca europea, nonché presidente del Movimento Europeo per lo Sviluppo Sostenibile, Trieste a oggi ha bruciato sul tempo le possibili candidature di altre città europee. Il supporto delle Istituzioni territoriali dovrebbe ora preludere un impegno delle Istituzioni territoriali e quindi un diretto coinvolgimento dei ministeri competenti.
LE MOTIVAZIONI
1. L’attuale assetto di controllo e gestione delle organizzazioni finanziarie europee è sbilanciato sull’asse franco-tedesco.
2. L’Italia può e deve candidarsi autorevolmente per ospitare la sede di tale nuova BES essendo l’unico paese, dei tre maggiori contributori netti, non rappresentato né come presidenza, né soprattutto come sede.
3. In Italia, Trieste potrebbe essere una delle sedi maggiormente autorevoli, in quanto una delle poche città europee a vantare le seguenti caratteristiche fondamentali per una simile candidatura:
· la vicinanza ai paesi dell’Est Europeo;
· la centralità nel Mediterraneo e quindi le connessioni con i Paesi del Mediterraneo, dell’Area Balcanica e del Medio Oriente, principali destinatari dei supporti finanziari che saranno assegnati e gestiti dalla nuova Banca di Sviluppo;
· il regime di zona franca, derivante da Trattati di pace internazionali e quindi con potenziali valenze fiscali, che permetterebbe l’agibilità operativa e finanziaria con l’utilizzo di strumenti particolarmente agevolati a sostegno delle operazioni off-shore di tale nuovo organismo;
· l’interesse americano sulla città, anche in relazione allo sviluppo del colosso economico e politico del Medio Oriente (Emirati-Arabia, Egitto-Giordania), con Israele e connessioni relative.