Nasce a Taormina il Manifesto “Per un Turismo del lusso in Sicilia”. Si è aperta così l’ottava edizione di Taormina Gourmet, il più importante evento del Sud Italia dedicato al meglio del food & beverage, firmato Cronache di Gusto e Associazione Bica, in corso presso l’Hotel Villa Diodoro. Un importante parterre di relatori, tutti protagonisti del settore, si è confrontato sul tema di grade attualità per l’intero territorio siciliano.
Il Manifesto lanciato a Taormina vuol essere proprio una base di partenza, come ha spiegato Fabrizio Carrera, ideatore di Taormina Gourmet e direttore di Cronache di Gusto, per dare vita ad un disciplinare condiviso “affinché tutti gli attori, ciascuno nel proprio ambito, possano svolgere un compito con l’obiettivo comune di creare condizioni migliori e di crescita del turismo di alta gamma”.
Tra le priorità c’è la necessità di condividere un elenco di interventi da sottoporre alle istituzioni territoriali, regionali ma anche nazionali ed europee, la creazione di un circuito e di un marchio connesso che identifichino i soggetti della filiera del lusso e rispondano ad un protocollo di qualità.
Tanti gli spunti emersi nel corso del Forum sul tema “Sicilia e turismo di lusso, un binomio possibile?”: dall’importanza di ampliare il turismo esperienziale alla necessità di ridurre il gap infrastrutturale, fino a puntare sulla competenza delle risorse umane e sull’educazione delle giovani generazioni al rispetto dell’ambiente. Ma anche la necessità di destagionalizzare i flussi turistici rendendo la Sicilia una meta appetibile 12 mesi l’anno, puntare sulla sostenibilità – il vero lusso del futuro secondo molti – e l’alta qualità dell’offerta nelle destinazioni dell’intera regione.
Il confronto si è aperto con i saluti del sindaco di Taormina, Mario Bolognari, con una provocazione: “Siamo sicuri di sapere cos’è la Sicilia e quante ne esistono? Ogni operatore per la sua competenza deve dare una risposta e agire di conseguenza individuando il suo target”. Per Giovanna Manganaro del Boutique Hotel Monaci delle Terre Nere “Sicilia e lusso è un binomio possibile ma il concetto di lusso si è modificato ed è composto da clienti altospendenti che hanno viaggiato ovunque. Oggi il lusso è rappresentato dalla possibilità di vivere il proprio tempo, l’esperienza, l’autenticità”.
Per Umberto Trani, general manager Therasia Resort, è fondamentale capire qual è il futuro del turismo in Sicilia, strutturando l’offerta sulla base della domanda attualmente esistente, provando ad immaginare quella futura. Ricordando che “la Sicilia è un lusso che non tutti si possono permettere”. Mentre per Dario Ferrante, Ceo di Absolute Sicily Experience Luxury “Sicilia e lusso è un binomio possibile grazie alle eccellenze e agli operatori specializzati. Oggi alle problematiche legate alle infrastrutture si è aggiunta la pandemia, ma ritengo che gli investimenti di importanti catene alberghiere, uniti alle rotte aeree, testimoniano come il target altospendente potrà fare la differenza per la ripresa economica. Serve una forte sinergia, come quella di oggi, tra gli attori coinvolti, per presentarci come destinazione una volta per tutte piuttosto che agire in modo scomposto e autoreferenziale”.
Se anche una bottiglia di vino può essere ambasciatore della Sicilia, Salvatore Geraci, proprietario della cantina Palari si chiede prima di tutto cos’è il lusso e se è importante fare “vini di lusso”. “Sul Financial Times ho letto un’intervista a Michele di Grecia, erede del penultimo re di Grecia, che spiegava come il lusso non sia tanto il denaro ma soprattutto la conoscenza e la ricerca, che sono la chiave per accedere a certi piaceri. In questo senso anche un vino poco conosciuto può rappresentare un elemento di lusso”. Giuseppe Siracusano, presidente dell’associazione Salina Isola Verde, ha illustrato il progetto che si sta sviluppando sull’isola di Salina in cui si è deciso di puntare proprio sul lusso e sulla qualità della destinazione. “Abbiamo cercato di uniformare la qualità dell’offerta turistica con l’obiettivo di aumentarla, avviando al tempo stesso una indispensabile attività di formazione e di promozione della destinazione. Questo ci porterà di qui a dieci anni a mettere in campo un progetto sulla sostenibilità nell’ambito del lusso esperienziale che sarà sempre più indispensabile”. La Sicilia è famosa nel mondo anche per la gastronomia e uno degli eventi più rappresentativi è il Cous Cous Fest. Per Canzio Marcello Orlando, Ceo di Feedback e motore e anima dell’evento di San Vito Lo Capo, definire il lusso non è facile. “Pensiamo ai millennians, ovvero a quei 40enni che guadagnano molto, spendono molto, vengono da Paesi evoluti. Cosa cercano? Il lusso è un concetto relativo ed è per questo che dobbiamo costruire un’offerta tailor-made fatta di beni culturali vissuti in maniera diversa, esperienze uniche nelle cantine, in angoli incontaminati, in luoghi straordinari e poco conosciuti come l’entroterra siciliano”.
Il lusso in Sicilia è una vittoria facile per Antonio Spera, proprietario di Habitat Boutique Hotel. “Oggi il lusso è bere un bicchiere di vino, guardare un tramonto, vivere il silenzio. Per questo concetto di lusso puntiamo al turista altospendente ma che abbia una coscienza e una particolare visione del mondo, che voglia vivere un’esperienza come se fosse un abito sartoriale, creata appositamente per lui. Un’esperienza nel territorio, una stanza d’hotel, la ricercatezza che sappiamo offrire”. Una delle urgenze è la competenza secondo Michele Zappalà, presidente del porto Marina di Riposto, reale punto di approdo del lusso, che afferma come oggi “abbiamo necessità di avviare un percorso che ci porti ad avere tanta competenza delle aziende che lavorano nel turismo”. E l’augurio di Piero Benigni, direttore dell’Hotel San Pietro di Taormina, è che proprio da Taormina Gourmet parta un messaggio importante diretto “a chi non ha ancora ben capito quanto sia importante il turismo per la Sicilia. Il lusso non è solo ospitalità ma esperienza: della cucina, del territorio, del vino, di arrivare da Taormina alle Eolie in elicottero o su una bellissima barca. È un sistema che ha bisogno di essere sviluppato, intercettato, promosso all’esterno”.
“Se questa domanda mi fosse stata fatta vent’anni fa avrei detto che non c’erano le condizioni – è l’opinione di Doriana Briguglio, tour operator L’Isolabella -. Abbiamo faticato a proporre la Sicilia come destinazione di lusso mentre ora la strada è più semplice. Siamo in una fase cruciale in cui la regione deve capire cosa vuole fare da grande: crescere come destinazione di lusso? Allora vanno cancellate le distonie tra settore privato e pubblico, implementate le infrastrutture, cancellate le montagne di spazzatura ma anche la carta gettata a terra. Bisogna lavorare su tre fronti: educazione nei confronti di chi vive sul territorio, organizzazione dei servizi da parte delle amministrazioni, comunicazione dell’identità di destinazione di lusso”. Il turismo di lusso arriva anche via mare e ne è grande esperto Francesco Diana, Artemis Group Founder Yacht Services, agenzia marittima che accoglie solo grandi yacht. “Abbiamo necessità di trovare esperienze uniche, autentiche e di qualità e facciamo gran fatica a trovarle. La Sicilia è piena di asset che potrebbero fare la differenza col resto del mondo, come clima, cultura, cucina prodotti e arte. Il binomio Sicilia e lusso, dunque, è possibile. Cosa manca? Il networking e la formazione di risorse umane”. Dal turismo via mare a quello via cielo con Francesco D’Amico, direttore commerciale Sac, Aeroporto di Catania: “La forza della Sicilia è dirompente rispetto a quella dei singoli territori – ha spiegato – ma bisogna capire che il turismo è un’industria e ha bisogno di grandi numeri, quindi lusso e quantità devono procedere di pari passo come accade nelle Canarie, alle Baleari o sulla Costa adriatica della Croazia”.
Il lusso è cambiato tantissimo per Massimiliano Puglisi, general manager del Grand Hotel Timeo. “Prima era sinonimo di esclusività o di sfarzo, ora è molto più accessibile. Ed è ora che dobbiamo essere uniti e lungimiranti, investire sulle persone e realizzare quello che una volta mi disse un cliente: vorrei tornare a casa arricchito umanamente”. “La Sicilia può permettersi qualsiasi tipo di turismo, anche quello di lusso – ha spiegato Alberto Niero, ad di Lagardère Italia -. Ma cosa significa lusso? Il lusso cambia da persona a persona, l’importante è soddisfare le esigenze che ogni viaggiatore cerca”. Un altro contributo sul turismo “dall’alto” è stato quello di Alessandro Rostirolla, Ceo di Mycopter, società che lavora a livello globale portando in elicottero clienti del target luxury. “Questi clienti hanno il lusso in casa propria e per loro il vero lusso è spendere del tempo per loro stessi. La Sicilia può fare tantissimo su questo ma c’è bisogno di investire nelle infrastrutture”. Il turismo del lusso in Sicilia con la pandemia non si è fermato o quasi. Natale Chieppa, direttore generale Gesap (aeroporto di Palermo) lancia un po’ di dati aggiornati al settembre scorso: “Rispetto ad un -40% registrato in Italia sui voli, la Business Aviation del turismo di lusso si attesta intorno al -10%. Questo significa che, negli ultimi tre anni, questo target ha scelto la Sicilia come meta”. Per Mario Faro, proprietario del Donna Carmela Resort e Radice Pura, bisogna agire su due fronti: aumentare le strutture ed estendere il turismo di lusso a 12 mesi l’anno, aumentando la consapevolezza che “la Sicilia non è solo una destinazione balneare”. Irene Taormina della cantina Duca di Salaparuta e Florio, ha spiegato l’importanza di emozionare il turista ma anche di dare vita ad un sistema che unisca le varie parti, “per far sì che il cliente vada via con un ricordo bellissimo di questa terra straordinaria e porti in giro per il mondo la cultura siciliana”. Il turismo di lusso ha tante facce secondo Renato Maugeri, proprietario dello Zash Boutique Hotel. “II turista cerca luoghi dove stare bene, che lo emozionino. E in Sicilia il binomio turismo-agricoltura e il turismo eco-compatibile può soddisfare ogni esigenza. Non è questa terra che cerca il lusso ma il contrario”. Il segreto è la visione per Fabio Neri, proprietario di Villa Neri Resort. “Sull’Etna abbiamo avuto una visione anni fa e oggi siamo in tanti visionari che investono e lavorano qui. Dobbiamo ragionare a venti anni da ora e vendere il nostro prodotto all’estero, nei mercati emergenti”.
Ivo Blandina, presidente del Marina del Nettuno Yachting Club, punta sull’importanza di “capitalizzare la ricchezza della Sicilia. Non basta avere contezza di quanto abbiamo, dobbiamo essere capaci di venderlo e di usare le nostre risorse in maniera oculata e giusta”. “Per me l’impossibile non esiste, esiste l’impossibilità – ha affermato Pinuccio La Rosa, proprietario della Locanda Don Serafino -. Su Ragusa abbiamo avuto una visione e ci siamo inventati l’enogastronomia e oggi questa provincia è la capitale dell’enogastronomia siciliana. Il lavoro che va fatto adesso è valorizzare la Sicilia a 360 gradi e in tutto l’anno ma anche iniziare un percorso educativo nelle scuole che ci porti a non avere più una carta a terra. Questo è necessario per continuare ad aumentare la qualità della vita, che qui è innegabilmente diversa”.
Il Manifesto “Per un Turismo del lusso in Sicilia” lanciato da Taormina Gourmet è aperto a chiunque voglia portare il proprio contributo “per rendere la Sicilia più accogliente, più all’altezza della sua storia e delle aspettative che genera, più proiettata verso un futuro migliore”. |