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Domenica 31 gennaio 2021 (ore 19)
in streaming dalla pagina Facebook del Teatro di Roma
Domenica 31 gennaio in onda il BEST OF di METAMORFOSI CABARET,
una puntata speciale per ripercorrere insieme alcuni fra i passaggi più significativi, brillanti e affilati
del varietà d’impronta kafkiana diretto da Giorgio Barberio Corsetti. Ancora un’occasione per respirare l’essenza della grande metamorfosi del nostro tempo,
fra equilibri sociali, incertezze e nuove fragilità, un modo per proiettarsi oltre l’ombra lunga della pandemia e ricominciare assieme a pensare un futuro possibile.
E, in attesa della prossima edizione, riviviamo i momenti più vitali
delle prime cinque puntate in questa puntata speciale.
DOMENICA 31 GENNAIO IN ONDA
METAMORFOSI CABARET – Best of
CON
IVAN TALARICO I LA MUSICA NON È LEGGERA
GIOVANNI PROSPERI I TIRESIA
FILIPPO TIMI I SOGNO DI UNA NOTTE DI NATALE ATTRAVERSANDO IL DESERTO NAPOLETANO NEL DESERTO DEI BALOCCHI
FRANCESCA ASTREI I SE SEMO CAPITI
MICHELE RIONDINO I AMLETO DI ETTORE PETROLINI
GIULIA TRIPPETTA I ROUTINE GIORNALIERA
CLAUDIO MORICI I LA GENTRIZZAZIONE
HALLYX I CAMINANDO
LAC – LIBERA ASSOCIAZIONE DI CENTOCELLE I ASINITAS I PEF – POLO EX FIENILE
TEATRO YGRAMUL I CASA FAMIGLIA LODOVICO PAVONI
E CON LA PICCOLA COMPAGNIA DEL LABORATORIO TEATRALE INTEGRATO PIERO GABRIELLI
LA NINFA DEL BOSCO E ATLANTE E IL MONDO
***
MUSICHE DI LUCA NOSTRO | IVAN TALARICO
In attesa della prossima edizione, domenica 31 gennaio (ore 19) in streaming sulla pagina Facebook del Teatro di Roma e poi disponibile sul canale YouTube, il Teatro di Roma propone il BEST OF di METAMORFOSI CABARET in una puntata speciale per rivivere i momenti più vitali dei primi cinque appuntamenti del varietà d’impronta kafkiana diretto da Giorgio Barberio Corsetti.
La musica, i monologhi, gli interventi comici e gli/le ospiti celebri, e poi l’energia e l’intensità della Piccola Compagnia del Laboratorio Teatrale del Piero Gabrielli, sono alcuni degli ingredienti con cui si è riacceso il Teatro Argentina all’inseguimento delle metamorfosi del presente per un viaggio artistico e urbano nella città, nei linguaggi e negli immaginari, restituiti dal nutrito gruppo di artiste/i e dagli incontri con l’associazionismo, le periferie e i corpi che lo abitano. A riaccogliere il pubblico sarà un’inedita puntata intessuta di momenti memoriali e incursioni nel backstage, tra coesistenze artistiche, contributi civili, solidali e poetici, che guardano al futuro della cultura raccontato attraverso le voci del teatro, della satira, della canzone, della danza, ma anche di un’intera umanità che si muove sul territorio.
Dopo l’ingresso notturno, furtivo e dissacrante, all’interno del Teatro Argentina, a opera degli attori e delle attrici del Piero Gabrielli che lo scambiano per «un hotel», si entra subito nel vivo di questo cabaret speciale con la performance e il backstage di La musica non è leggera di Ivan Talarico, per proseguire in un flusso leggero, spensierato, a tratti assurdo e onirico, che si trasforma in poesia con il monologo di Tiresia, pastore indovino di cui Ovidio racconta il mito nelle sue Metamorfosi, interpretato da Giovanni Prosperi. Ancora le attrici e gli attori del Gabrielli ci introducono ad Atlante e il mondo con parole da Kafka, facendo volteggiare un globo terracqueo per il palco dell’Argentina; e Lucia Zorzoli e Gabriele Ortenzi, guidati nel backstage da Roberto Gandini, con La ninfa del bosco portano in scena lo struggimento di una ninfa innamorata di un ragazzo che la fugge.
Si prosegue con frammenti esclusivi del backstage delle prove di Filippo Timi, ospite d’eccezione, che con Sogno di una notte di natale attraversando il deserto napoletano nel deserto dei balocchi gioca con l’immaginario favoloso di Napoli per dar vita a una Immacolata Concezione ribaltata nel genere e trasfigurata nelle narrazioni; per scivolare in una riflessione sull’incomunicabilità per voce di Francesca Astrei, che dà corpo a un excursus nella lingua di Roma in Se semo capiti, e che viene colta in un momento di lavoro assieme a Giorgio Barberio Corsetti; la tradizione teatrale rivive ancora sul palcoscenico con un altro ospite d’eccezione, Michele Riondino, catturato nel dietro le quinte e poi mentre veste i panni di Ettore Petrolini, per trascinarci nel clima fumoso dell’avantspettacolo di primo Novecento, incarnando il suo Amleto, celebre rivisitazione buffa del classico shakespeariano.
Da qui, parte il montaggio del quintetto di associazioni in rapida carrellata per un viaggio nella periferia romana alla scoperta dell’impegno di alcune realtà culturali e sociali disseminate nella città, che in questo momento tengono in vita i vari contesti territoriali cittadini, con iniziative dal basso, mutualismo e cura reciproca: da Centocelle con LAC – Libera Associazione di Centocelle e le attività del GAM – Gruppo di Appoggio Mutuo; al quartiere Ostiense con Asinitas, onlus impegnata nell’educazione e in interventi sociali nell’ambito dell’intercultura con Cecilia Bartoli; per raggiungere Tor Bella Monaca con Piero Vereni e Carlo Stasolla del PEF – Polo Ex Fienile; fino a San Basilio con Vania Castelfranchi del Teatro Ygramul; per giungere a Torpignattara con Mauro Caliste e Padre Claudio Santoro nella realtà della solidarietà cattolica della Casa Famiglia Lodovico Pavoni, snodo per molte distribuzioni alimentari solidali.
Continuiamo a seguire questa traccia atmosferica, tra bellezza, sarcasmo e disperazione, ibridandola di linguaggio teatrale con il monologo Routine giornaliera di Giulia Trippetta. Mentre, tra le perlustrazioni su una delle tante declinazioni della metamorfosi del nostro presente, appare il corpo in vendita della città che si espande, con le sue contraddizioni e i suoi cliché, ad opera della cinica comicità di Claudio Morici con La Gentrizzazione. A chiudere la puntata un affaccio in musica sul panorama artistico della generazione Z, con Caminando di Alessandra Arcangeli, in arte Hallyx, cantante e attrice romana di origini cubane.
Questo Best of vuole essere uno spazio di restituzione agli spettatori del calore e del sostegno ricevuti attraverso la loro costante presenza: per cinque domeniche si sono presentati puntuali all’appuntamento con Metamorfosi cabaret, o si sono aggiunti alla platea-comunità virtuale lungo il percorso, infondendo senso e valore al lavoro dei sessanta e più artisti e tecnici che hanno collaborato alla realizzazione dell’inedito format. Un legame fra palcoscenico e città che, specialmente in questo momento, assume il significato di una volontà del pubblico di tornare a considerare la cultura e l’arte come esperienze fondamentali del vivere comune in una società.
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