TEATRO ARCOBALENO Centro Stabile del Classico Via Francesco Redi 1/a – Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre Teatro Stabile D’Abruzzo presenta “STÉFANO” di Armando Discepolo

TEATRO ARCOBALENO

Centro Stabile del Classico

Via Francesco Redi 1/a – Roma

da venerdì 25 a domenica 27 ottobre

Teatro Stabile D’Abruzzo

presenta

“STÉFANO”

di Armando Discepolo

traduzione e regia di Stefano Angelucci Marino

con: Autilia Ranieri, Roberto Solofria, Rossella Gesini, Paolo Del Peschio e Stefano Angelucci Marino

Il Teatro Arcobaleno (Centro Stabile del Classico), presenta da venerdì 25 a domenica 27 ottobre, un grande classico della drammaturgia argentina, “Stéfano” di Armando Discepolo, traduzione e regia di Stefano Angelucci Marino, con: Autilia Ranieri, Roberto Solofria, Rossella Gesini, Paolo Del Peschio e Stefano Angelucci Marino.

Armando Discepolo drammaturgo nativo di Buenos Aires che ebbe il suo periodo di scrittura più produttivo tra il 1910 ed il 1930 e divenuto uno dei capisaldi della letteratura teatrale sudamericana nonché riferimento letterario per le tematiche inerenti il fenomeno migratorio degli italiani in Argentina.

“Il fenomeno della migrazione in Argentina si è sviluppato tra la fine dell’800 e l’inizio degli anni ’50 e ha coinvolto varie regioni e vari livelli della popolazione attratta dalla possibilità di una vita qualitativamente migliore;” spiega Stefano Angelucci Marino traduttore, interprete e regista dell’opera “molte volte a partire erano famiglie intere che in Italia possedevano terre o animali, gente appartenente ad una borghesia talvolta medio alta che vendeva tutto pensando poi di poter condurre in suolo argentino una vita più ricca. All’arrivo però la realtà era ben diversa”

Partire per raggiungere il proprio successo altrove è proprio la trama di “Stéfano” opera di Armando Discepolo studiata nelle scuole in quanto caposaldo della letteratura argentina: il protagonista, musicista diplomato al Conservatorio di Napoli e compositore abbastanza apprezzato, convince padre e

madre a vendere i propri beni per inseguire a Buenos Aires un successo “da far piover sterline” che invece mai incontrerà, a dispetto vivrà oltreoceano una vita da orchestrale di fila, appesantita dalle deluse aspettative di una moglie acquisita in loco e di figli costretti a miseri mestieri per aiutare la quotidianità dell’intero nucleo. La ricerca dell’ideale, la vocazione artistica e i conflitti familiari sono alcuni dei temi che, tra il tragico e il comico, sono crudamente esposti in quest’opera, punto di riferimento del grottesco criollo.

“Stéfano” è la storia di un fallimento, personale e collettivo. Il fallimento di una politica liberale, di immigrati venuti sperando di “trovare l’America”, e di famiglie che, composte da generazioni diverse, sono andate a sbattere contro la dura realtà argentina. Tutto questo in una Buenos Aires di inizio Novecento, e in un mondo in continua evoluzione. La vita di uno è quindi il destino di molti, di moltissimi anzi, considerando che si parla di centinaia di migliaia di immigrati i cui volti sono rimasti impressi nelle sbiadite foto conservate da nipoti di oramai quarta, quinta e pure sesta generazione cui tuttavia luccicano gli occhi ogni qualvolta sentono la parola Italia. L’arte porta alla frustrazione e all’infelicità? L’uomo è condannato a rispettare i processi produttivi imposti dalla società? È necessario evitare i sogni o realizzarli? Questi sono alcuni degli interrogativi che l’opera pone. Nell’allestimento proposto da Stefano Angelucci Marino otto maschere antropomorfe permettono la trasfigurazione e l’immedesimazione nella drammaturgia. Un particolare codice espressivo nato dalle suggestioni create dai murales e dai “bamboloni” della Boca, il celebre barrio porteño contraddistinto da una forte impronta italiana. Dialoghi semplici, diretti, scarni. Questi gli elementi formali scelti per raccontare una storia di italiani senza Patria.

Rappresentata per la prima volta a Buenos Aires nel novembre del 2023 e prodotta dal Teatro Stabile d’Abruzzo, “Stèfano” conclude sul palcoscenico del Teatro Arcobaleno una lunga tournée italiana, permettendo al pubblico di scoprire un autore a noi sconosciuto.

VENERDI 25 e SABATO 26 OTTOBRE 2024 ORE 21.00

DOMENICA 27 OTTOBRE 2024 ORE 17.30

INFO BIGLIETTI E ABBONAMENTI

TEATRO ARCOBALENO (Centro Stabile del Classico) Via F. Redi 1/a – 00161 Roma Tel. 06.4402719 / 06.44248154 – e-mail: info@teatroarcobaleno.it – sito: www.teatroarcobaleno.it

UFFICIO STAMPA TEATRO ARCOBALENO Maurizio Quattrini Telefono 338.8485333 – e-mail: maurizioquattrini@yahoo.it

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