Teatro India
21 aprile 2023
i Poeti der Trullo
A ROMA NU JE FREGA
mise en éspace dalla raccolta di poesie Metroromantici dei Poeti der Trullo
a cura di e con Lorenzo Parrotto, Francesco Giordano, Riccardo Parravicini e Roberta Azzarone
graphic designer Chiara Di Iasio
foto Alessio Quaranta
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale
in collaborazione con i Poeti der Trullo
L’iniziativa rientra nell’ambito della programmazione NATALE DI ROMA promossa da Roma Capitale
orario: 21 aprile 2023 | ore 17.30
durata: 70 minuti
ingresso libero fino a esaurimento posti
In occasione delle celebrazioni del Natale di Roma, il Teatro di Roma accoglie venerdì 21 aprile (ore 17.30) al Teatro India la mise en éspace A Roma nu je frega, una raccolta di opere in versi di uno dei gruppi più rappresentativi della poesia contemporanea romana, I Poeti der Trullo. Una realtà ormai conosciuta, non solo a Roma, per la loro street poetry che, unita al loro anonimato, è riuscita a creare un vero e proprio movimento poetico che parte dalla periferia e si espande attraverso la rete.
Er Bestia, Er Quercia, Marta der Terzo Lotto, Sara G., Er Farco e Inumi Laconico sono le anime del progetto I Poeti der Trullo, che in questa occasione affidano all’interpretazione di un quartetto di attori, Francesco Giordano, Lorenzo Parrotto, Riccardo Parravicini e Roberta Azzarone, una mise en éspace delle poesie e dei racconti più significativi della raccolta Metroromantici.
Dopo la realizzazione del radiofilm Mi casa es tu casa – Metroromantici, questa mise en éspace rappresenta un’altra occasione per condividere, esplorare e far risuonare la poesia dei Poeti attraverso uno dei luoghi più importanti di Roma, il suo teatro. «In epoche come questa unire sei diverse menti e lasciare che coltivino poesia in un giardino condiviso è cosa impossibile, se non si desse al colore che abbiamo dentro l’occasione di esplodere – commenta Inumi Laconico, poeta metroromantico e fondatore nel 2010 del progetto Poeti der trullo – Il Trullo è un luogo della mente. Tutti possono affacciarsi su questo giardino periferico dopo essersi allontanati dal centro. Il centro delle decisioni, il centro della politica, il centro sotto chiave, protetto da vetri opachi, inaccessibile. Il Trullo è un luogo della mente e tutta la periferia esistente può essere seme e frutto di poesia. Noi esistiamo per dimostrarlo. Noi esistiamo per sporcare i passanti e i vicini del colore che ci è esploso dentro. Abbiamo deciso di lasciarlo fluire e di non arginarlo. Siamo un coro che vuole cantare l’amore e la rabbia, l’esperienza e la meraviglia, la provenienza e il viaggio. Le vertigini di un sentimento sul cornicione dell’ultimo piano. Lo scorrere, per le strade romane, di un fiume di versi diretto verso il Tevere, il mare, l’oceano. Un coro che soffia e diffonde, da un piccolo pezzo di mondo chiamato Trullo, il vento poetico del Metroromanticismo».