Teatro India
29 – 30 ottobre 2022
Mario Moretti
LOVE’S KAMIKAZE
di Mario Moretti
regia Claudio Boccaccini
con Marco Rossetti e Giulia Fiume
musiche Antonio Di Pofi
scene Eleonora Scarponi
costumi Antonella Balsamo
produzione Associazione culturale PEX
Lo spettacolo è promosso da Roma Capitale Assessorato alla Cultura
orari: 29 ottobre ore 20.00 | 30 ottobre ore 18.00
La messa in scena del 29 ottobre sarà l’occasione per omaggiare David Sassoli,
Presidente del Parlamento europeo, da sempre impegnato nella lotta per la difesa dei più deboli e
per estendere democrazia, diritti, tutele e informazione libera.
La messa in scena dello spettacolo Love’s kamikaze di Mario Moretti, con l’interpretazione di Marco Rossetti e Giulia Fiume diretti da Claudio Boccaccini, sarà l’occasione sabato 29 ottobre (ore 20) al Teatro India, per omaggiare la straordinaria figura di David Sassoli. Presidente del Parlamento europeo, tra le personalità più illuminate e visionarie di riconosciuta capacità e autorevolezza morale, un grande europeista che tanto si è speso per attuare politiche di accoglienza e integrazione che potessero tenere unite solidarietà, difesa dei più deboli e diritti umani, sociali e politici.
Sarà presente la moglie Alessandra Vittorini Sassoli.
Love’s kamikaze, già rappresentato più volte a partire dal 2005, vuole essere un tributo proprio alla memoria del giornalista e politico che ha lasciato un enorme contributo al nostro Paese, da sempre in prima linea nelle battaglie per proteggere i deboli e per estendere più democrazia, diritti, tutele e informazione libera, con l’obiettivo di costruire una nuova solidarietà contro ogni forma di disuguaglianza e ingiustizia. L’estrema attualità del tema dello spettacolo, in un momento storico che ha riportato nel cuore dell’Europa la distruzione e la barbarie della guerra, rende ancora più urgente e presente il messaggio e l’operato di Sassoli. Lo spettacolo restituisce, infatti, lo stesso messaggio attraverso la forza evocativa del teatro con lo struggente grido all’amore e alla vita con cui si conclude l’opera, come sensibilmente scrive Mario Moretti: «il teatro non racconta solo favole può, e deve, portare un granello di sabbia, una pietra, un mattone alla costruzione dell’edificio della pace».
La replica di domenica 30 ottobre (ore 18) sarà, invece, introdotta da un contributo video da New York della scrittrice e sceneggiatrice Virginia Virilli per omaggiare il teatro di Mario Moretti, che ha formato tante firme della scena e guidato il percorso di ricerca di nuove generazioni di drammaturghi e autori dello spettacolo.
Love’s kamikaze si inserisce nel trittico di spettacoli promossi da Roma Capitale Assessorato alla Cultura, e già presentati al Teatro India, che – dopo Alessandro. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande di Koreja e Il duce delinquente con Aldo Cazzullo e Moni Ovadia – hanno portato in scena la grande Storia e la storia di grandi donne e uomini, proprio come in questo affaccio nel conflitto arabo-israeliano attraverso la piccola storia di una coppia raccontata da Mario Moretti. Affidato alle interpretazioni di Giulia Fiume e Marco Rossetti, diretti da Claudio Boccaccini, lo spettacolo è espressione della volontà di contrapporsi alle barbarie e alle ingiustizie con le armi del teatro e della poesia. La vicenda è ambientata a Tel Aviv, dove i due giovani rappresentanti dei due popoli si amano cercando di dimenticare la guerra e, nello stesso tempo, confrontano e discutono le due civiltà e le diverse motivazioni che animano le due parti. «Una conclusione tanto inaspettata quanto dotata di tragica verosimiglianza e di emblematica forza dimostrativa sugella lo spettacolo – continua Mario Moretti – Love’s Kamikaze si innesta naturalmente nel fertile ceppo dell’attualità e dell’impegno civile, a dimostrazione che il teatro non racconta solo favole, ma può essere anche carne, viscere, sangue della nostra impietosa esistenza. E soprattutto, può portare un mattone, una pietra, un granello di sabbia per la costruzione dell’edificio della pace. Un discorso utopistico? Senza dubbio. Ma le utopie dei deboli sono le paure dei forti. Perché l’utopia è l’anticipazione di una ricerca che deve solo superare le strettoie del presente».