TEATRO. LE FORME DELLA Verità è il principio creativo, sociale, pluralistico su cui si fonda la Stagione 2018/2019 del Teatro di Roma – Teatro Nazionale, espressione delle molteplici identità dell’esistente e degli sconfinamenti del contemporaneo, temi cruciali della comunità civile raccontati sui palcoscenici del Teatro Argentina, Teatro India e Teatro Torlonia.
Un percorso di progetti, sempre aperto e in divenire, dove il teatro è testimonianza del proprio tempo e spazio di libertà, con sguardo alla Storia, alle trasformazioni umane e alle tensioni del presente. Dopo Cantiere. Roma. Italia, Teatro. Dunque sono, Umanità in movimento, Il Teatro è Uguale per tutti, il claim della prossima stagione inaugura un nuovo ciclo dello Stabile capitolino – presieduto da Emanuele Bevilacqua da marzo 2017 e diretto da Antonio Calbi da maggio 2014, appena rinnovato fino ad aprile 2021 – in continuità con il piano di rilancio culturale e l’avvio del prossimo triennio arricchito in senso identitario, virato verso una ulteriore crescita e con molte novità.
Oggi, il Teatro di Roma diventa ancora più una “casa” plurale, in chiave inedita e dialettica, con nuove figure artistiche che affiancheranno la direzione con progetti curatoriali e formati innovativi: Massimo Popolizio, regista residente all’Argentina, cui verranno affidate tre produzioni nel triennio, per immaginare un teatro d’autore, popolare e di qualità; Lisa Ferlazzo Natoli, curatrice di un intervento creativo di tre mesi (da aprile a giugno 2019) per sperimentare ancor più India come Factory della Creazione Contemporanea, con l’alternarsi di altre due curatrici, una per ciascuna stagione del triennio; Michele Di Stefano, curatore del format sulla coreografia contemporanea con il progetto/evento triennale GRANDI PIANURE.
Così, il Teatro di Roma fa della pluralità di visioni il suo segno distintivo, per sviluppare la nuova identità “allargata” di Teatro Pubblico Plurale, un modello diffuso sul territorio che comprende, oltre all’Argentina e all’India, il Teatro Torlonia e i Teatri in Comune (Lido, Quarticciolo, Tor Bella Monaca, Corsini, Globe).
Protagonista del progetto artistico è la drammaturgia contemporanea, declinata da generazioni diverse di autori, registi e artisti, in equilibrio tra tradizione e innovazione, che punta sulla valorizzazione dei talenti, in ascolto dei fermenti del territorio e degli stimoli internazionali, con uno sguardo speciale allo scenario femminile. Tre i teatri: Argentina, dove innovare nella tradizione; India, “fabbrica” polidisciplinare di creatività e aggregazione; Torlonia, stazione d’arte tutta al femminile con spazio anche alla musica e poesia. Su questi palcoscenici scorrono 15 percorsi che compongono, intrecciandosi, una Stagione lunga 11 mesi di continua attività, offerta tutti i giorni, a tutti i pubblici e con più proposte quotidiane. Il sipario si alzerà 580 volte su un cartellone di 115 proposte complessive, composto da 25 produzioni – di cui 8 nuove produzioni, 6 nuove coproduzioni e 11 riprese di cui 5 in tournée – con opere di 60 autori viventi, di cui 15 stranieri, 60 registi e circa 380 interpreti.
Firmano le nostre produzioni: Massimo Popolizio, fulgida carriera ronconiana e fra gli attori massimi della propria generazione, nostro regista residente, dopo il grande successo di Ragazzi di vita, si confronta con un classico di Henrik Ibsen, Un nemico del popolo, dramma dai risvolti ancora attuali alla luce della temperie del presente; Luca Zingaretti dirige The Deep Blue Sea dell’inglese Terence Rattigan costruito attorno a un personaggio femminile vittima delle sue scelte; un maestro dell’avanguardia italiana anni Settanta, protagonista della stagione delle “cantine” romane, Giancarlo Sepe sceglie Barry Lyndon, trasposizione per la scena del romanzo di William Makepeace Thackeray. L’impegno internazionale si conferma con la produzione de La Maladie de la mort dell’acclamata regista britannica Katie Mitchell, adattamento cinematografico “live” del racconto di Marguerite Duras. Nel segno della continuità produttiva, tra le compagnie e gli artisti più interessanti del panorama teatrale romano: Lisa Ferlazzo Natoli/lacasadargilla, curatrice del progetto Fondamenta per India Factory, a cui si aggiunge la produzione di When the Rain Stops Falling del drammaturgo australiano Andrew Bovell, primo approdo della regista sul palcoscenico dell’Argentina e prima assoluta italiana. Daria Deflorian e Antonio Tagliarini firmano Quasi niente, creazione ispirata a Deserto rosso di Michelangelo Antonioni; ritornano i successi di Eleonora Danco, spietata voce dell’oggi ad alta tensione tra corpo e parola, con dEVERSIVO, e di Giorgina Pi/Angelo Mai, regista di raffinato intuito e maturità autoriale con Settimo Cielo di Caryl Churchill. Felice ritorno è quello di Davide Enia con L’abisso, storia di un naufragio individuale e collettivo, sugli sbarchi nel Mediterraneo. Rinnovato l’investimento sugli emergenti: Giacomo Bisordi con Sussi e Biribissi, testo dimenticato della narrativa italiana, scritto nel 1902 da Paolo Lorenzini (nipote di Carlo Collodi); e l’effervescente energia di Reparto Amleto, scritto e diretto da Lorenzo Collalti. Variegata anche la proposta che il Teatro di Roma offre nei diversi teatri d’Italia con le tournée di Ragazzi di vita, 28 Battiti, dEVERSIVO, Settimo Cielo, Reparto Amleto.
Nutrita la schiera di autori viventi, drammaturghi di fama internazionale come gli inglesi Caryl Churchill e Michael Frayn e Chris Thorpe, l’australiano Andrew Bovell; autorevoli nomi della scena come Pippo Delbono, Dario Manfredini, Marco Martinelli e Ermanna Montanari, e ancora Deflorian/Taglierini, Frosini/Timpano, Davide Enia, Ulderico Pesce, Michele Santeramo, Fabrizio Sinisi. Amplia la sezione delle drammaturghe con Lucia Calamaro, Eleonora Danco, la giovane Liv Ferracchiati; presenze internazionali con gli inglesi Declan Donnellan e Katie Mitchell, e con il portoghese Tiago Rodrigues, mentre tra i maestri più maturi: Federico Tiezzi, Toni Servillo, Mario Martone, Roberto Bacci, Massimo Popolizio, Carlo Cecchi, Federico Bruni e Elio De Capitani, Barberio Corsetti, Giancarlo Sepe, Marco Tullio Giordana, Valter Malosti, Antonio Latella, Valerio Binasco, Luca Zingaretti; tra i registi dell’età di mezzo: Andrea Baracco, Gabriele Russo, e poi Andrea De Rosa e Jacopo Gassmann; protagoniste del teatro di regia, Emma Dante, Lucia Calamaro, Lisa Natoli, Emanuela Giordano, Giorgina Pi, Elena Arvigo. Tra gli interpreti, Umberto Orsini, Carlo Cecchi, Gianfelice Imparato, Silvio Orlando; tra le signore del palcoscenico Giuliano Lojodice, Maria Paiato, Carolina Rosi, Luisa Ranieri e la giovane Lucrezia Guidone.
Trasversale l’offerta di titoli all’Argentina: Afghanistan, affresco storico diretto da Bruni/De Capitani; Va’ pensiero di Marco Martinelli e Ermanna Montanari; Questi fantasmi! firmato da Marco Tullio Giordana; Don Giovanni secondo Valerio Binasco; La tragedia del vendicatore prima regia italiana di Donnellan; Turandot diretta da Marco Plini; Enrico IV nella versione di Carlo Cecchi; La Gioia di Pippo Delbono; le riscritture di Giulio Cesare di Fabrizio Sinisi e Tito di Michele Santeramo; Si nota all’imbrunire di Lucia Calamaro, al suo debutto all’Argentina; Toni Servillo incontra le riflessioni di Jouvet sul teatro con Elvira; ritorna il Macbettu sardo di Alessandro Serra; Dieci storie proprio così – terzo atto di Emanuela Giordano e Giulia Minoli.
All’India: quattro spettacoli dell’Accademia Silvio d’Amico firmati da Emma Dante (Studio da Le Baccanti) e Giorgio Barberio Corsetti (Tiranno Edipo!), a cui si affiancano due giovani registi Carmelo Alù (Un anno con tredici lune) e Fabio Condemi (Jakob Von Gunten); Cani, commedia musicale di Armando Pugliese per Officine Pasolini; Lo sguardo oltre il fango di Giovanni Deanna; Il giuoco delle parti, regia di Alessio Bergamo; La scortecata, riscritta da Emma Dante; Petrolio di Ulderico Pesce; Quasi una vita di Roberto Bacci; Amleto take away di Berardi/Casolari; Aminta nella rilettura di Antonio Latella; il trittico di creazioni di Liv Ferracchiati sull’identità di genere (Peter Pan guarda sotto le gonne, Stabat Mater, Un eschimese in Amazzonia); il dittico Nest di San Giovanni a Teduccio (Gli onesti della banda e 12 baci sulla bocca); Gli sposi-Romanian Tragedy di Frosini/Timpano; Racconto d’inverno di Andrea Baracco; Il giardino dei ciliegi di Kepler-452; Immacolata Concezione di Vucciria; il dittico Danio Manfredini (Luciano e Al presente); Gioie e dolori nella vita delle giraffe di Tiago Rodrigues.
A Torlonia: Dux in scatola di Daniele Timpano; La fisarmonica verde di Andrea Satta e Ulderico Pesce; Federico Tiezzi con La signorina Else; Fanny & Alexander con Storia di una amicizia da Elena Ferrante; la trilogia dedicata a Elena Arvigo; Valter Malosti con un trittico su tre donne di fine Ottocento; sulla legalità e memoria Pio La Torre di Leonardo Mancini e Se la rivoluzione d’ottobre fosse stata di maggio di Giovanni Greco; Confirmation di Chris Thorpe diretto da Jacopo Gassmann.
Produzioni e coproduzioni:
La drammaturgia contemporanea – la perlustrazione del “nuovo”
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Il progetto produttivo 2019/2018 prosegue nella perlustrazione del “nuovo”, rinnovando la scommessa con il contemporaneo, attraverso titoli dal repertorio classico valorizzati da riscritture e allestimenti di maestri dalla lunga storia, a cui si affiancano artisti dell’età di mezzo e talenti emergenti o ancora sconosciuti. Rischio e militanza culturale rimangono al centro delle nostre creazioni nel segno dell’originalità, della ricerca e della sperimentazione, rinforzando l’attenzione alla tradizione sempre virata con sensibilità contemporanee.
Teatro Argentina.
Nuovi scenari in dialogo tra classico e contemporaneo.
QUASI NIENTE di Deflorian/Tagliarini, creazione ispirata a Deserto rosso, capolavoro del 1964 di Michelangelo Antonioni, in cui la tensione anti-realistica del film si scioglie nella fanciullezza di una donna, Giuliana, che il mondo non sembra più interessato ad ascoltare. Una coproduzione internazionale con in scena un quintetto di attori (accanto al duo, Monica Piseddu, Francesca Cuttica e Benno Steinegger), a farsi carico della marginalità e delle crepe dell’esistenza (dal 9 ottobre).
Dal romanzo al film alla trasposizione teatrale per Giancarlo Sepe, regista dalle radici salde nel teatro d’avanguardia, coltivato con passione nello spazio La Comunità, con cui produciamo BARRY LYNDON (dal 23 ottobre), che agguanta le emozioni dal film di Stanley Kubrick e le situazioni dall’opera picaresca di William Makepeace Thackeray. Una lezione “sull’arte della vita”, prendendo a pretesto il protagonista che, da povero a ricco aristocratico, subisce la scalata sociale alle soglie della Rivoluzione Francese.
Coproduzione internazionale, tra gli altri con la Bouffes du Nord di Parigi, per LA MALADIE DE LA MORT (8/9 novembre), incontro tra la scrittura di Marguerite Duras e Katie Mitchell, regista innovativa e trasgressiva della scena europea. Profonda esplorazione dell’intimità, della pornografia e del sesso, la pièce racconta l’impossibilità d’amare di un uomo e una donna restituita dall’adattamento cinematografico con riprese live.
Ancora sulla capacità di amare, resistere e rinascere delle donne, THE DEEP BLUE SEA (dal 20 novembre) del drammaturgo inglese Terence Rattigan, con protagonista Luisa Ranieri diretta da Luca Zingaretti, un’opera fuori dal tempo, carica di malinconia e passione, sullo sfondo dell’Inghilterra del dopoguerra.
Una saga familiare attorno a un tavolo, quattro generazioni di padri e figli, madri, amanti e mogli, WHEN THE RAIN STOPS FALLING dell’australiano Andrew Bovell, per la regia di Lisa Ferlazzo Natoli/lacasadargilla, un viaggio dal 1959 al 2039 nella precarietà familiare, coproduzione Ert e Teatro Due Parma (dal 26 febbraio).
Nuova sfida registica per Massimo Popolizio, artista residente all’Argentina per il triennio, con UN NEMICO DEL POPOLO di Henrik Ibsen, dramma rovente e stringente sull’attualità, anche in scena, e con coprotagonista Maria Paiato (nei panni machili), per indagare i temi del potere, della corruzione, dell’interesse pubblico e privato, della responsabilità etica per l’ambiente (dal 20 marzo).
Ancora da interprete, Popolizio per il secondo anno con Umberto Orsini e Giuliana Lojodice, in Copenaghen di Michael Frayn, diretto da Mauro Avogrado, da quasi venti anni rivivono l’incontro tra il fisico Heisenberg e il suo maestro Bohr, alla vigilia del devastante uso della bomba atomica (dal 4 dicembre).
È un invito ad assecondare la fantasia, contro il progresso cieco e sfrenato dei tempi, SUSSI E BIRIBISSI, posposto a più generazioni di pubblico dal giovane Giacomo Bisordi, che mette in scena il testo di Paolo Lorenzini, nipote di Collodi. Continua l’impegno per la legalità con Dieci storie proprio così, di Emanuela Giordano e Giulia Minoli, con una affiatata compagnia che a ritmo serrato e senza censure ci raccontano le mafie, i guasti della corruzione, le metastasi della criminalità organizzata, e rivolto ai giovani.
Teatro India.
Factory Polidisciplinare della Creazione Contemporanea
Lo sviluppo del Teatro India passa dalla ridefinizione dello spazio, e dunque della sua vocazione a essere polo di aggregazione artistico e sociale, attraverso un intervento creativo affidato a tre curatrici di tre progetti speciali, uno per ogni stagione del triennio. Una Factory Polidisciplinare della Creazione Contemporanea in cui accogliere, produrre e sperimentare formati innovativi, per farne uno spazio di “incubazione” e propulsore di creatività, aperto tutti i giorni e abitato da artisti e spettatori, luogo di confronto e lavoro comune.
Questo primo anno è affidato a Lisa Ferlazzo Natoli che, con la lacasadargilla (Alessandro Ferroni, Alice Palazzi, Maddalena Parise), costruisce Fondamenta, da aprile a giugno 2019. Il progetto muove da una “griglia” su cui si compone ogni altra attività, per restituire al teatro una forma che accolga e si lasci abitare. Intorno a questo movimento “fondante” si genera un cantiere multisciplinare e di contaminazione: un primo livello, Architravi, dall’incontro di quattro artisti/compagnie (Michele Di Stefano/MK, lacasadargilla, Muta Imago, Daniele Spanò) in dialogo con artisti visivi, light/sound designer per quattro opere site specific; un secondo livello, Interiors, drammaturgie e scritture del presente: ne fanno parte il Vivaio di giovani autori guidati da Lucia Calamaro e gli esperimenti drammaturgici di Fabulamundi/Playwriting Europe.
Inaugurano e chiudono la “permanenza indiana” due progetti in condivisione con il disegno più ampio di Teatro di Roma: apre Mario Martone, che dirige una nuova versione del suo TANGO GLACIALE del 1982; e chiude QUANDO NON SO COSA FARE COSA FACCIO?, l’azione performativa di Deflorian/Tagliarini, un percorso di suggestioni che si interseca con il fluire della vita di quartiere.
Punteggia il programma GRANDI PIANURE, vetrina sulla coreografia contemporanea, a cura di Michele Di Stefano, coreografo, performer e fondatore del gruppo mk. Un progetto che stempera i confini di una “rassegna/evento” amplificandone la portata in termini di spazi (dall’Angelo Mai all’Argentina a India), e con una programmazione fino a novembre. Una tessitura in danza che coinvolge coreografi, artisti affermati e talenti emergenti, nazionali e internazionali, come Jerome Bel, Marco Berrettini, Cristina Kristal Rizzo, Jone San Martin, Marina Giovannini, Cesare Pietroiusti.
La Stagione continua con il racconto urgente, profondo, attuale di Davide Enia, che da un viaggio nella Lampedusa degli sbarchi ha tratto un romanzo prima, Appunti per un naufragio, e uno spettacolo oggi, L’ABISSO, frammenti di storie dolorose ma cariche di speranza. A sbarcare sull’isola la “storia” che insanguina il mare e la coscienza d’Europa, ma diventa anche approdo di migranti con il loro carico di vita tragica, affidata a chi li accoglie, una coproduzione con Biondo di Palermo e Accademia Romagna Teatri (dal 9 ottobre).
Ritornano tre produzioni di grande successo della scorsa stagione: dEVERSIVO, scritto, diretto e interpretato da Eleonora Danco, irregolare della scena, con uno spettacolo che ha per tappeto volante Roma, in cui si consumano le avventure di una performer e la sua lotta per la conquista del palcoscenico (dal 27 novembre); SETTIMO CIELO (dal 19 marzo), della drammaturga inglese Caryl Churchill, diretto da Giorgia Pi/Angelo Mai, commedia che dall’Africa coloniale si sposta nella Londra swinging della rivoluzione sessuale, in scena il colonialismo, il potere e la discriminazione sessuale; REPARTO AMLETO, il classico shakespeariano attualizzato in un ingranaggio teatrale divertente e brioso scritto e diretto da Lorenzo Collalti (dal 9 ottobre).
Infine, il Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli, i cui spettacoli nascono da un lungo lavoro di formazione con ragazzi con e senza disabilità, sotto la direzione di Roberto Gandini, che per questa stagione propone il debutto della Classe agitata sul mondo della scuola, e le riprese di Marameo al Colosseo e L’albero di Rodari.
I PROGETTI e i PERCORSI
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- CLASSICI MAI COSì MODERNI, un itinerario nella tradizione restituita all’oggi. All’Argentina: il capolavoro eduardiano Questi fantasmi! (dal 18 dicembre), nell’allestimento di Marco Tullio Giordana, portato in scena dalla Compagnia di Luca De Filippo, con a capo Carolina Rosi, segno dell’immenso patrimonio culturale di una delle famiglie della tradizione teatrale; il Don Giovanni (dall’8 gennaio) di Molière nella rilettura di Valerio Binasco, il mito aggiornato all’uomo d’oggi, tra libertà, ateismo e blasfemia; l’inglese Donnellan, maestro della regia shakespeariana, alla sua prima produzione italiana, con La tragedia del vendicatore (dal 22 gennaio) di Middleton, testo inesorabile su violenza, sopruso e corruzione; l’Opera di Pechino a confronto con la Commedia dell’Arte nella Turandot (dal 5 febbraio) rivisitata per la prima volta da un regista italiano, Marco Plini; maschere, follia e teatro nel teatro, Carlo Cecchi è il pirnadelliano Enrico IV (dal 12 febbraio). All’India: due spettacoli della Silvio d’Amico, Tiranno Edipo! di Sofocle, riadattato da Barberio Corsetti, e la tragedia euripidea Le Baccanti di Emma Dante; Aminta di Torquato Tasso secondo Antonio Latella (dal 22 gennaio); Il giuoco delle parti di Pirandello diretto da Alessio Bergamo, Il giardino dei ciliegi di Cechov nella rilettura originale dei bolognesi Kepler- 452 con protagonisti due moderni Ljuba e Gaev (dal 14 febbraio).
- DALLA PAGINA ALLA SCENA attraverso le trasposizioni teatrale della letteratura mondiale e non solo, all’Argentina: i già citati Barry Lyndon, l’opera picaresca di Makepeace Thackeray, regia di Giancarlo Sepe; e la coproduzione internazionale La maladie de la mort della Duras, inquieto confronto uomo donna colto nella versione cinematografica “live” della Katie Mitchell; il già citato Sussi e Biribissi, avventuroso testo dimenticato di Lorenzini, diretto da Giacomo Bisordi. All’India le pagine attualissime degli sbarchi di Davide Enia, che ne offre un toccante racconto teatrale nell’Abisso; Emma Dante rilegge La scortecata (dal 30 ottobre) di Giambattista Basile, un affresco umano su due solitudine ai margini della società. A Torlonia la scena alle donne si apre con: La signorina Else di Arthur Schnitzer, regia di Federico Tiezzi, spietata radiografia dell’Aaustria degli anni Venti, dove una famiglia non esita a sacrificare la figlia sull’altare del dio denaro; seguono la trilogia di Fanny Alexander, Storia di una amicizia, dedicata ad Elena Ferrante, attorno al suo famoso L’amica geniale; la trilogia Elena Arvigo (dall’1 marzo), anima e corpo di tre protagoniste dense di inquietudini; la trilogia Valter Malosti (dall’8 marzo) dedicata a tre protagoniste di capolavori letterari.
- SHAKESPEARE ALLA NUOVA ITALIANA quando l’opera del Bardo incontra temi e linguaggi della scena contemporanea, all’Argentina: due riscritture in una riflessione unitaria sul concetto di potere, il Tito di Michele Santeramo, regia di Gabriele Russo, e Giulio Cesare di Fabrizio Sinisi, regia di Andrea De Rosa (dal 7 maggio); ritorna il Macbettu in sardo di Alessandro Serra (dal 2 maggio); all’India: Reparto Amleto di Lorenzo Collalti, mentre Berardi/Casolari con Amleto take away ritraggono il Principe di Danimarca ai tempi dei social, da portare via e consumare per strada (dal 18 gennaio); segue Racconto d’inverno di Andrea Baracco, fra mito, tragedia e commedia (dal 7 febbraio).
- SCENE DAL MONDO inizia con un affresco internazionale all’Argentina: Jerome Bel, con Gala, un invito alla cittadinanza a costruire insieme al coreografo francese un meccanismo sugli archetipi e sistemi di comunicazione (coproduzione Short Theatre, dal 9 settembre), Il revisore di Gogol, interpretato dal leggendario attore russo Aleksandr Kaljagin (14/15 settembre); Afghanistan, epopea teatrale sul rapporto tra Occidente e Afghanistan, la storia dal 1842 ai giorni nostri (dal 17 ottobre); i già citati: La maladie de la mort di Mitchell alla sua prima regia in lingua francese; l’inglese Declan Donnellan con La tragedia del vendicatore, pulp elisabettiano di Middleton, intrighi, corruzione, potere in una corte del Seicento molto contemporanea; l’incontro italo-cinese con la Turandot di Puccini realizzata con l’Opera di Pechino. All’India: Gioie e dolori nella vita delle giraffe del portoghese Tiago Rodrigues, favola sui contrasti che caratterizzano la realtà.
- DONNE IN SCENA dedicato al mondo femminile, alle sue storie e protagoniste: si inizia con il debutto di Lucia Calamaro, per la prima volta una sua creazione approda all’Argentina, drammaturga dalla scrittura spietata, carnale, lieve, che scava nei traumi quotidiani, con Si nota all’imbrunire (dal 14 maggio), interpretato da Silvio Orlando, affonda in un male oscuro e insidioso del nostro tempo, a cui ha dato nome di “solitudine sociale”; una vicenda femminista con al centro una moderna eroina interpretata da Luisa Ranieri, pronta a mettere in discussione il matrimonio per una passione irrefrenabile in The Deep Blue Sea (dal 20 novembre). All’India: carne e santità, la storia di Concetta, nella Sicilia degli anni Quaranta con Immacolata Concezione di Vucciria Teatro (dal 19 febbraio). Donne in scena, tra scritture e soggetti al femminile: La maladie de la mort; La scortecata; dEVERSIVO; Elvira; le protagoniste dei classici della trilogia Malosti; Storia di un’amicizia di Fanny & Alexander; La signorina Else; Elena Arvigo con donne tormentate in 4.48 Psychosis e Una ragazza lasciata a metà; e Guenda Goria nei panni di Clara Schumann in La pianista perfetta di Giuseppe Manfridi.
- IL DOVERE DELLA MEMORIA E DELLA LEGALITà programma a Torlonia: la vita di Pio La Torre, sindacalista e politico siciliano ucciso dalla mafia nel 1982, tratto dall’omonimo atto unico di Vincenzo Consolo; al ricordo dell’Olocausto sono dedicati Lo sguardo oltre il fango, di Lorenzo Cioce, sul rastrellamento del Ghetto, e Nido di vespe di Simona Orlando che commemora le vittime del rastrellamento del Quadraro del 1944; La fisarmonica verde di Andrea Satta, sulla Seconda Guerra Mondiale; Se la rivoluzione d’ottobre fosse stata di maggio di Giovanni Greco, un reading che ricostruisce un episodio rimasto irrisolto, la morte di Giorgiana Masi. All’Argentina: temi di teatro civile con una doppia proposta di Fabrizio Coniglio su due morti misteriose che hanno colpito al cuore delle istituzioni, La borsa di Calvi e Il viaggio di Nicola Calipari; inoltre i già citati Un nemico del popolo sulla corruzione e malaffare, e Dieci storie proprio così – terzo atto, sulle mafie e le diverse forme di criminalità organizzata.
- IL TEATRO E IL SUO DOPPIO negli interstizi della “scena nella scena”, un microcosmo metateatrale in cui osservare arte e vita, quasi a spiare tra platea e proscenio. All’Argentina: una riflessione sul teatro e sul mestiere dell’attore con Elvira, dalle lezioni di Louis Jouvet, Toni Servillo e Petra Valentini portano il pubblico all’interno di un teatro chiuso, con un maestro e un’allieva impegnati nella creazione del personaggio (dal 21 maggio); Pippo Delbono con La Gioia, attingendo da Tolstoj, Beckett, Kikuo Takano, Pirandello, un cammino nella propria vita da fare con gli spettatori tra strazi e ferite (dal 5 marzo). All’India: Quasi una vita (dal 15 gennaio) è l’omaggio di Roberto Bacci a Giovanna Daddi e Dario Marconcini, coppia nella vita e sulla scena, sessant’anni di un’esistenza insieme dedicata al teatro; un originale Giardino dei Ciliegi nato dall’incontro tra la compagnia Kepler-452 con due personaggi “immaginari” ma reali, Giuliano e Annalisa Bianchi, ossia Ljuba e Gaev, per un Checov dalla Russia di fine Ottocento alla Bologna del 2018, coi Bianchi, sfrattati dal loro “giardino dei ciliegi” di via Fantoni; Eleonora Danco con dEVERSIVO.
- IL PASSATO DEL PRESENTE FRA ITALIA E MONDO, un lungo binario in continuo dialogare, all’Argentina: Va’ pensiero di Ravenna Teatro, gli ideali risorgimentali delle opere di Verdi a confronto con la corruzione dell’Italia attuale (dal 13 novembre); i già citati: Afghanistan di Bruni/De Capitani, la storia a teatro ripercorsa negli ultimi 180 anni; il thriller politico-scientifico Copenaghen di Michael Frayn. All’India: Petrolio di Ulderico Pesce (dall’9 gennaio), racconto-denuncia della “lucania saudita”, il più grande giacimento petrolifero continentale, con un alto indice di mortalità e danni ambientali irreversibili; passando per il Mediterraneo dell’Abisso di Davide Enia; a Torlonia: Frosini/Timpano con due controverse figure storiche al potere, Dux in Scatola, autobiografia di Benito Mussolini, e Gli sposi-Romanian Tragedy, storia di Nicolae Ceausescu ed Elena Petrescu che hanno governato la Romania per oltre vent’anni.
- VARIAZIONI SULL’UMANO, racconti dell’esistente, storie collettive, destini individuali. All’Argentina: il percorso esistenziale della protagonista di Quasi niente, il fenomeno irreversibile dell’urbanizzazione del Cielo non è un fondale, l’azione performativa di Quando non so cosa fare cosa faccio?, tutte creazioni “umane” di Deflorian/Tagliarini; l’impossibilità di una intimità autentica, emotiva e sessuale nella Maladie de la mort di Duras/Mitchell; l’amore folle che tutto travolge di The Deep Blue Sea di Rattigan/Zingaretti; la saga familiare di When the Rain Stops Falling di Bovell/Natoli. All’India: approdi umani dall’Abisso di Davide Enia; l’esplorazione dell’animo umano della Scortecata di Basile/Dante; il “congedo” di Quasi una vita di Roberto Bacci; un microcosmo siciliano fatto di omertà, violenza e carnalità dell’Immacolata Concezione dei Vucciria; Cani, il musical di Armando Pugliese sui temi dell’inclusione sociale.
- effervescenze VESUVIANE dedicato alla scena partenopea e ai suoi interpreti e registi: da Carolina Rosi con Questi fantasmi!; a Mario Martone che dirige una nuova versione del suo Tango Glaciale ad aprire Fondamenta per India Factory; da Toni Servillo in Elvira; a Silvio Orlando, protagonista di Si nota all’imbrunire; Andrea De Rosa e Gabriele Russo, registi di due moderne riscritture shakespeariane; chiude Francesco Di Leva interprete di 12 baci sulla bocca e Gli onesti della banda, nel dittico dedicato al Nest.
- TEATRI DEL LAVORO arrivano all’India con Sempre Domenica del giovane collettivo Controcanto, (vincitori Dominio Pubblico), un lavoro a sei voci sul tema dell’occupazione, una trama di vite, moti e vuoti dell’animo; seguono l’Eni di Petrolio e il lavoro “umano” dei pescatori e della Guardia Costiera dell’Abisso; all’Argentina: Va’ pensiero, storia italiana da Verdi all’oggi, un intreccio di mafia, politica e imprenditoria.
- LIBERE IDENTITà sessuali e non solo, e sulla costruzione del sé, all’India: la trilogia dell’identità di Liv Ferracchiati; Un anno con tredici lune regia di Carmelo Alù, sui tormenti delle ultime ore di un transessuale; 12 Baci sulla bocca con Francesco Di Leva, l’alchimia tra due uomini nella periferia napoletana degli anni settanta; il dittico Manfredini; Settimo Cielo di Giorgina Pi, tra pudori omofobi e canoni eterosessuali. A Torlonia: Caso Braibanti di Massimiliano Palmese, spaccato di un’Italia provinciale, clericale e omofoba.
- RITRATTI D’ARTISTA:
- DITTICO NEST (dal 6 febbraio) vetrina sul Nest, il collettivo di San Giovanni a Teduccio, simbolo della periferia “est” di Napoli, segnata dalla piaga della camorra. Il loro teatro diventa viatico per risanare il tessuto sociale, una possibilità d’arte contro violenza e degrado. Al Teatro India: La banda degli onesti e 12 baci sulla bocca.
- DOPPIO MANFREDINI (dal 26 febbraio), un dittico dedicato a Danio Manfredini, una delle voci più intense del teatro contemporaneo che, con la sua arte d’attore e regista, sfiora stazioni umane intrise di ironica malinconia, solitudini e marginalità, decadenza e rassegnazione. Al Teatro India: Luciano e Al Presente.
- TRITTICO MALOSTI (dall’8 marzo), trilogia di Valter Malosti a Torlonia su tre figure letterarie di fine Ottocento, dalla penna di Camillo Boito, Lev Tolstoj e Henry James, protagoniste di Senso, Anna Karenina, Giro di vite.
- TRITTICO ARVIGO(dall’1 marzo), tre spettacoli a Torlonia, che Elena Arvigo dedica a donne inquiete: 48 Psychosis di Kane, Una ragazza lasciata a metà dell’irlandese Eimear Mcbride e Dolore di Duras.
- TRITTICO FERRACCHIATI (dal 25 gennaio), il teatro di Liv Ferracchiati, con la sua compagnia The Baby Walk ha conquistato la scena nazionale attraverso La Trilogia sull’Identità, di storie ordinarie di genere in cui il transgenderismo non è l’unico centro. Una partitura artistica che non contempla i principi della “normalità”: un corpo-un genere. Al Teatro India: Peter Pan guarda sotto le gonne; Stabat Mater; Un eschimese in Amazzonia.
- TRITTICO DEFLORIAN TAGLIARINI un itinerario in tre recenti creazioni, dentro le pieghe dell’esistenza, con una forte volontà di far immaginare più che mostrare, tanti particolari, dettagli, spostamenti di senso tra quello che noi siamo e quello che ci succede intorno. All’Argentina Quasi niente (dal 9 ottobre); all’India Il cielo non è un fondale (dal 6 marzo); Quando non so cosa fare cosa faccio? (dal 3 giugno).
- partnership, collaborazioni e progetti anche nella prossima stagione si rinnovano le partnership con Romaeuropa Festival, Short Theatre, Garofano Verde, Dominio Pubblico, Filarmonica di Roma, Carrozzerie N.O.T., e con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. Inoltre, Puglia Showcase, vetrina di teatro contemporaneo pugliese (Torlonia, dal 24 settembre). Nei progetti: i già citati Fondamenta; Grandi Pianure; il Laboratorio Piero Gabrielli diretto da Roberto Gandini; Visite Animate alla scoperta di Argentina, India e Torlonia; mentre per i nostri cicli culturali: Luce sull’Archeologia, un successo senza precedenti giunto alla V edizione dal tema Roma verso l’Europa; segue Why not? Come costruirsi un futuro, un contenitore di idee e storie per ridare slancio e speranza alle nuove generazioni; il programma di concerti dell’Accademia Filarmonica Romana; gli incontri d’arte in collaborazione con il Fai.
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