Dal 9 al 14 aprile 2024
di e con
Ascanio Celestini
musica di
Gianluca Casadei
voce Agata Celestini – immagini dipinte Franco Biagioni
suono Andrea Pesce – luci Filip Marocchi – organizzazione Sara Severoni
Produzione Fabbrica Srl, Fondazione Musica Per Roma, Teatro Carcano
commissionato dal Comitato Greccio 2023
in occasione dell’ottavo centenario del presepe di Francesco a Greccio, 1223 – 2023
distribuzione Mismaonda
contributi allo Spettacolo dal Vivo per l’annualità 2023 della Regione Lazio
sostegno del Ministero della Cultura, tramite la Direzione Generale Spettacolo,
per Progetto Speciale Teatro
Un uomo contro corrente che, pur essendo ricco, scelse non solo di essere povero, ma di farsi servo dei
poveri. Un cavaliere che non volle più fare la guerra e che, da frate, in tempo di crociate, si recò in Terra
Santa predicando la pace e la fratellanza.
A lui si deve l’invenzione del Presepe, che il santo allestì per la prima volta a Greccio: «Nella notte di
Natale del 1223 Francesco ha fatto in quel piccolo paese il suo primo presepe. Un bue, un asino e una
mangiatoia. Niente altro. Serviva mostrare che Gesù era nato povero. In un paese povero, un posto di
poveri».
In scena c’è Ascanio Celestini che racconta e Gianluca Casadei che suona.
Rumba è la terza parte di una trilogia composta anche da Laika (2015) e Pueblo (2017). I due personaggi
sono gli stessi in tutti e tre gli spettacoli, vivono in un condominio di qualche periferia e si raccontano
quello che gli succede. Nella povera gente del loro quartiere riconoscono facce e destini analoghi a
quelli degli ultimi che Francesco ha incontrato otto secoli fa.
Giobbe, magazziniere analfabeta che ha organizzato il magazzino senza nemmeno una parola scritta.
Joseph, che è partito dal suo paese in Africa, ha attraversato il deserto, è stato schiavo in Libia e poi
naufrago nel mare. Forse si è salvato, ma in Italia è finito in carcere. Appena uscito è stato un facchino,
ma adesso è un barbone. Lo zingaro, che ha cominciato a fumare a otto anni e sta ancora lì che fuma,
accanto alla fontanella, davanti al bar.
«Ma perché Francesco ci affascina ancora dopo otto secoli? E dove lo troveremmo oggi? Tra i barboni
che chiedono l’elemosina nel parcheggio di un supermercato? Tra i facchini africani che spostano
pacchi in qualche grande magazzino della logistica?»
Ponendosi queste domande, nei panni del personaggio-narratore, Ascanio Celestini racconta il
Francesco di oggi, che trova i propri personaggi in strada, tra le case popolari, tra coloro che, oggi come
ieri, nessuno vede: «Guarda in basso, nel parcheggio davanti alla finestra della sua casa popolare. I
personaggi sono tanti e condividono lo stesso asfalto, la stessa condizione umana».