Avanguardie che come tali si sono fatte tradizione, per lasciare posto a nuove leve, ad altre posizioni, capaci di consolidare il risultato ottenuto e di perpetuare quello stato di eccitazione innovatrice.
La storia dell’Annunciata dunque, portavoce di un Tempo senza tempo, di una memoria continua, di uno stato di eternaSospensione creativa, chiama a sé sei artisti emergenti che con la loro personale visione e cifra linguistica raccontano del loro intimo sguardo sul nostro tempo, il XXI secolo. Ciascuno esprime un interesse sincero verso quegli aspetti della condizione umana che possiedono validità universale, contribuendo a stabilire in certa misura un continuum con ciò che è stato nella storia dell’arteed ognuno dando al linguaggio un proprio peso ed incidenza. Tra loro c’è chi si sofferma maggiormente sulla ricerca di un linguaggio inedito e fortemente personale (Elena Santoro; Luisa Pineri), raccontando quindi più di sé, del proprio mondo interiore,altri che, mettendo meno in risalto la questione del linguaggio, si orientano a rivelare dimensioni della realtà che riguardano tutti(Pietro di Girolamo; Donata Zanotti); altri, infine, che mescolano queste due componenti, linguaggio audacemente personale e realtà (Francesca Giraudi; Francesca Meloni). “Il percorso così proposto si apre all’ascolto. Sulla superficie, nelle forme, è impressa la traccia di un gesto ispirato e capace di un’istantaneità che pesca nel profondo senza l’obbligo di “dare a vedere”. Alla memoria si guarda non come forma nostalgica rivolta a un passato da mitizzare, ma come esperienza e vissuto, come formula, a volte ossessiva, di scoperta di un sé molteplice. Nessuna forma esclude l’altra, anche quando, in apparenza, risulta oppositiva. L’unica fedeltà è qui legata a una dimensione di ricerca mai completamente esaustiva perché mai definitiva”. (G. Pelloso*: dal testo critico “Fratture surmoderne”).
La fotografia, declinata in sperimentale, d’architettura, narrativa, la pittura informale e la performance, sono legate da un unico filo rosso: la traccia dell’Assente. Assenza di una presenza in una corrente artistica predominante e omologante; assenza di un desiderio di frapporsi fra l’opera ed il pubblico, assenza di frastuono , quanto, invece, desiderio di vivere e donare Sospensione,di un Tempo che ha a che fare con la profondità.
La Performance di Mimo –Vertigini – diretta e interpretata da Tony Lopresti, Cecilia Morato e il violinista Francesco Senesedefinisce ulteriormente lo spirito del progetto “Tempo e Sospensione” e ad esso pare quasi cucito addosso. La mimica, che è illinguaggio del silenzio, si fonde con la musica, che nascendo anch’essa dal silenzio, si espande con i gesti e le azioni per riempire lo spazio, abitato dalle opere d’arte dei sei protagonisti la mostra.
Le forme d’arte del violino e del mimo sono un’espressione delle essenze degli artisti versatili ed affermati Francesco Senese e Tony Lopresti e la loro connessione ha dato origine nel 2009 alla creazione di MuMo – Musica + Movimento (https://mumomusement.com/)
Convinti che l’Arte abbia il potere e lo scopo di ‘fare del bene’, poiché l’Arte apre all’immaginifico: “Al lettore si riserva il compito di chi è chiamato a stabilire il contatto e a tradurre un segno. A dare avvio, tra emozioni potenti e complesse, all’osservazione di un componimento originale” (*)
Catalogo con testo critico di Giovanni Pelloso
Edizioni: All Around Art (https://www.aaa-allaroundart.com/)
Grafica/Design Catalogo e Invito: Benedetta Bartolucci | REDVILLE
Stampe Fine Art: Unimaginable Studio (http://www.unimaginable.it/)
Reportage fotografico dell’evento: Milena Galizzi