Venerdì 17 Giugno dalle ore 21.30 nell’Aula Pop del Gay Village College si apre il sipario sullo spettacolo TONG MEN-G. Andato in scena al Teatro Brancaccio dove ha registrato l’immediato successo di pubblico e critica, arriva al Parco del Ninfeo la prima pièce teatrale prodotta in Italia, con un protagonista di origine cinese, che si avvale della direzione di Cristina Pezzoli.
Tong Men-G racconta la storia di Yang Shi. Nato a Jinan, nel nord della Cina nel 1979, Yang Shi arriva in Italia ad 11 anni con sua madre. Inizialmente lavapiatti, poi venditore ambulante di erbe e unguenti sulle spiagge… studente bocconiano, è anche traduttore simultaneo per ministri, imprenditori e registi internazionali. Attore di teatro, tv e cinema, e di recente anche inviato per Le Iene, Yang Shi è un cinese alto quasi un metro e novanta centimetri. Yang è anche un cinese bello. Ma Yang non sa chi è. Come molti ragazzi di seconda generazione, conosce poco sia la storia della sua “vecchia patria”, che della nuova. Yang è abitato da brandelli di macerie di identità e culture, ed è obbligato a trovare nuovi equilibri e sintesi tra la cultura del luogo in cui è nato e quella dove è cresciuto. E la domanda principale a cui non sa rispondere è: “Sono cinese perché sono nato in Cina, o italiano perché sono cresciuto in Italia?”. Nella versione portata al Gay Village, Yang racconta la sua “riprogrammazione culturale” avvenuta a partire dal 1990, quando arriva in Italia incontrando le contraddizioni, le possibilità e il precario equilibrio della condizione di un uomo orientale/occidentale che vive in Italia da oltre 20 anni e che dal 2006 è cittadino italiano. L’ultimo capitolo di Tong Men-G, prende inizio da un video e da una data: 1 dicembre 2013, giorno in cui a Prato scoppia un incendio in una fabbrica cinese dove muoiono carbonizzati 7 operai.
Da anni Yang, insieme ad altri artisti del Compost, realtà di produzione indipendente che ha avuto sede a Prato, crea azioni di arte sociale che hanno l’obbiettivo di favorire il dialogo tra la comunità cinese e quella italiana. Per sette anni il Compost è stato coinvolto in una difficile opera di mediazione culturale tra le due comunità e Yang spesso si è trovato a fare da interprete in situazioni reali dove il conflitto e la tensione tra italiani e cinesi sono altissimi: la trasfigurazione teatrale mette in scena una di queste situazioni con un registro tragicomico. Italia vs Cina: Yang – arlecchino traduttore e traditore di due padroni, a chi dà ragione? Da che parte sta? E come si esce da un conflitto che sembra non poter essere conciliato, come in ogni tragedia degna di questo nome?
Produzione Compost Prato. Si ringraziano gli amici imprenditori cinesi di Prato, Roberto Muzzetta, Gianni Zhang, Li Dan, la Provincia di Prato e TECNOMOVIE – Milano.
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