A dieci anni di distanza, Tosca torna con Romana, lo spettacolo dedicato alla musica popolare di Roma, omaggio a Gabriella Ferri, che l’ha consacrata come interprete unica e raffinata del Teatro-Canzone.
Dopo aver affascinato più di duecento platee dei più importanti teatri italiani, registrando il sold-out ovunque, dall’Alfieri di Asti all’Eliseo di Roma, alla Pergola di Firenze, Tosca, diretta da Massimo Venturiello, offre un’occasione irripetibile per scoprire, riascoltare e apprezzare la canzone romana e non solo, rivelandoci qualcosa di inatteso.
Sul palco Giovanna Famulari al violoncello, Massimo De Lorenzi alle chitarre, Pasquale Laino ai fiati, Ruggiero Mascellino al pianoforte, fisarmonica e direzione musicale.
Tosca interpreta grandi canzoni da Cosa sono le nuvole di Pier Paolo Pasolini e Domenico Modugno, Serenata de paradiso di Romolo Balzani, Canzone arrabbiata di Nino Rota, ’Na serenata a ponte di Nicola Piovani, fino a sconfinare nei grandi successi della Ferri come Nina si voi dormite e l’indimenticabile Sempre. Il tutto passando attraverso un’esilarante “stornellata a dispetto”, fino alla citazione del famoso numero di Totò-Magnani Geppina Geppy.
‘Romana’ – spiega Tosca – è il mio dono a Roma, la mia città, e un tributo a un’artista che è stata immensa per la nostra cultura. Mi considero una discepola di Gabriella Ferri e se faccio questo mestiere lo devo a lei. Ricordo ancora, come fosse ieri, una sera di dicembre quando mio padre mi portò, come faceva sempre, a teatro con lui. In una piccola sala del centro la vidi esibirsi per la prima volta. Era un’artista unica, che sapeva diventare bella, brutta, clown e sciantosa nello stesso tempo. Faceva ridere, piangere, sussurrava e graffiava. Fu un colpo di fulmine! Guardavo incantata muoversi sulla scena colei che sarebbe in futuro diventata la mia unica musa, sognando di voler diventare da grande come lei.
Le canzoni selezionate per questa data unica di Romana si intrecciano con alcuni recitati che, in una tessitura ritmica continua, diventano anch’essi musica. Quasi un melologo, un’unica lunga canzone disperata e rabbiosa, malinconica e ironica, che lascia lo spettatore senza fiato.
L’idea di riportare nuovamente sul palco questo mio omaggio alla romanità, ai romani, alla grande Gabriella Ferri – prosegue Tosca – è nata un anno fa, proprio durante la notte di Capodanno. Gli artisti catalani della Fura dels Baus mi avevano invitata a fare un omaggio a Roma durante il loro spettacolo al Circo Massimo dove, ‘infilata’ nella pancia di un gigantesco burattino che camminava sospeso sulla folla festeggiante, ho riaffondato l’ugola nel repertorio di ‘Romana’. La voglia di rituffarmi nel repertorio tradizionale della mia città mi ha accompagnata tutto l’anno e così ho pensato di far rivivere, solo per una notte e con una scena particolare e un repertorio che saprà di nuovo, questo spettacolo che tanto ho amato e che ho chiuso dieci anni fa. Ho già cominciato a ‘ricercare’ nelle mie radici e nei miei ricordi. Ne sentirete delle belle!
Una produzione Leave Music – Officina Teatrale
Si ringrazia la famiglia di Gabriella Ferri e in particolare suo figlio Seva Borzak
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
Lunedì 31 dicembre 2018 – ore 22.00 Biglietteria: 892.101 – www.auditorium.com
Prezzi:
* spettacolo con brindisi di mezzanotte € 50,00 + prevendita
* per chi acquista il biglietto in prevendita entro il 20 dicembre, in regalo il CD Romana da ritirare il giorno dell’evento esibendo il biglietto
TEASER: https://youtu.be/fhN6-JFB9WE
Website: www.tizianatoscadonati.it Fb: facebook.com/TizianaToscaDonatiOfficial/ Ig: instagram.com/toscadonat
Lunedì 31 dicembre 2018
Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi h 22.00
Tosca
in
Romana
Il concerto
OMAGGIO A GABRIELLA FERRI
da Balzani a Pasolini, da Carpi a Piovani, dalla Magnani alla Ferri
DATA UNICA
regia MASSIMO VENTURIELLO
testi a cura di ROBERTO AGOSTINI
ricerca musicale TOSCA
direzione musicale, pianoforte e fisarmonica RUGGIERO MASCELLINO
chitarre MASSIMO DE LORENZI
violoncello e voce GIOVANNA FAMULARI
fiati PASQUALE LAINO
Foto di Fabrizio Iozzo