Trasportounito lancia la sfida: troppi autisti stranieri, troppe società straniere che sfruttano le pieghe delle norme sul cabotaggio. Troppe società italiane estero vestite.

“Auto – trasportiamo italiano”. Secondo Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, questa deve essere la priorità assoluta, da un lato per evitare che l’autotrasporto italiano spenga definitivamente il suo motore, azzerando qualsiasi possibilità di occupazione anche per i giovani in questo settore; dall’altro, per intervenire con decisione sul tema sicurezza stradale e quindi su strade italiane rese sempre piú pericolose dalla presenza di autotrasportatori e conducenti poco professionali che, usufruendo di condizioni agevolate nell’est Europa, riescono a ottenere attestazioni con estrema facilità.

“È venuto il momento – afferma Longo – di svoltare. Il mercato italiano dell’autotrasporto è ormai una jungla nella quale professionalità, competenze, tradizione e occupazione italiana sono soffocate dalla tariffa sempre più bassa e dall’autosfruttamento estero. Anticipando i tempi della politica, al governo che si formerà chiediamo un forte impegno in questo settore, sia per applicare norme aggirate con stratagemmi, sia per realizzare una normativa quadro che fissi regole del gioco chiare anche in tema di concorrenza sleale, sia nel cabotaggio sia nella gestione dello stesso da parte di società italiane che operano da sedi estere specie nell’est europeo e che possono permettersi di utilizzare autisti extracomunitari e di calpestare la fiscalità, i costi sociali e le regole italiane. Una normativa quadro che fermi lo sfruttamento dei “nuovi schiavi” e che consenta anche alle imprese di autotrasporto di veder rispettati i loro diritti soprattutto in tema contrattuale e di puntuale pagamento delle prestazioni di trasporto, in tempi certi”.

Su questi temi, Trasportounito è pronto anche a definire alleanze non solo nel settore dell’autotrasporto, ma anche in altri segmenti del trasporto che abbiano le stesse priorità.

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