Umano, Disumano, Postumano di Monica Barone a Lenz Teatro

Umano, Disumano, Postumano di Monica Barone

a Lenz Teatro

Al termine della residenza artistica parte del progetto Bestiario Femminile Animale, il 20 e 21 giugno a Lenz Teatro l’artista associata di Lenz Monica Barone presenterà l’assolo UMANO, DISUMANO, POSTUMANO, progetto vincitore del bando internazionale del Ministero della Cultura Open Dialogo.

Evoluzione del festival Natura Dèi Teatri, BESTIARIO | Femminile Animale di Lenz consiste in una serie di 12 AZIONI | PARENTELE, a cura di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, intese a ricercare sodalizi intellettuali e affettivi tra artist*, basati sul riconoscimento di affinità e sulla volontà di co-produrre progetti transdisciplinari, nell’intento di esplorare nuovi modelli performativi.

Dopo Annamaria Ajmone, Stefania ?Alos Pedretti, Gloria Dorliguzzo, Muna Mussie, Jan Voxel Digital Art, Lorenza Guerrini, Lucia Perego, Valentina Barbarini, la parentela di giugno 2024 vede impegnata nella residenza/persistenza a Lenz Teatro Monica Barone, performer, danzatrice, fotografa e danzatrice già interprete di varie creazioni di Lenz: Paradiso (2017), Iphigenia in Tauride_Ich bin stumm (2019), Pupilla, terzo paragrafo di Orestea (2021), Over Gina Pane _ Azione 1 (2024).

Esito della residenza pluriennale è la pièce-solo UMANO, DISUMANO, POSTUMANO – prima performance ideata, diretta e interpretata interamente da Monica Barone e progetto vincitore del bando Open Dialogo indetto dal Ministero della Cultura, che ha portato nel 2023 l’artista, insieme a Valentina Barbarini e Davide Tagliavini, nel Regno Unito a proseguire la ricerca presso la Jerwood DanceHouse Ipswich.

La performance, con disegno sonoro di Andrea Azzali, è l’evoluzione della versione site-specific che si è svolta, grazie alla collaborazione con l’Università di Parma nell’ambito del progetto Morfologie del Paesaggio / Reidratazioni del presente Urbano, nel Museo di Storia Naturale del 2022.

Fonte di ispirazione primaria del lavoro è il romanzo fantascientifico Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick, la cui forza profetica e visionaria è capace di generare riflessioni su cosa sia realmente un essere umano e su quali valori si fonda il nostro concetto di civiltà e che, con le parole di Monica Barone, “è capace di raccontare il desiderio di amore e di redenzione che alberga nei più umili”.

Dell’immaginario presentato nel primo lavoro, incentrato su una riflessione comparata sulle forme di conoscenza scientifica e intuitiva, rimane centrale la suggestione dell’intelligenza delle ossa (la parte più profonda, costitutiva e duratura del corpo umano) presupposta del culto taumaturgico delle ossa dei santi, così come quella conoscenza delle ossa, detenuta nelle culture popolari dalle “aggiustaossa” o “segnatrici” e tramutata oggi nelle impercettibili terapie cranio-sacrali facilitatrici di auto-guarigione.

Se nella prima versione l’evocazione delle ossa era suscitata dagli scheletri esposti nel museo, resti di antiche creature didatticamente ricomposti, nella nuova versione sono le immagini che scorrono negli schermi, citazione materica dello spoglio arredo dell’appartamento di John Isidore, protagonista del romanzo, a insistere sulla persistenza delle ossa nel tempo, unico tratto che finisce per accomunare i robot disumani e postumani e gli animali, umani o non umani. Si tratta delle ossa degli animali estinti a causa della guerra che ha devastato il pianeta nel futuro distopico raccontato da Dick, a cui si sovrappone l’immagini di cavi elettrici, spoglie di androidi deceduti, macchine scomparse, infine accomunate all’umano dal destino della morte.

Il mio intento, commenta Monica Barone, è “cogliere il tema della morte, presente nell’opera di Dick, e cercare nuovi punti di contatto tra natura e cultura, il cui rapporto è storicamente “strappato”, fosse anche attraverso l’apparente annientamento del buio e dell’invisibile, dentro la quale anche i robot (l’androide) finisce (termina il suo ciclo di vita)”.

Monica Barone, nata a Caracas (Venezuela) nel 1972 e diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera, è una danzatrice dotata di una grande sensibilità performativa maturata nel rapporto con la propria specificità fisica. Nonostante i numerosi interventi chirurgici al volto cui ha dovuto sottoporsi fin dalla primissima infanzia, coltiva e pratica da decenni, con disciplina e passione, i linguaggi della danza contemporanea e la fotografia.

Dopo la co-docenza con Maria Federica Maestri nel 2022, nel 2024 cura il laboratorio di sensibilizzazione teatrale rivolto alle donne con dipendenze in carico al SERDP dell’AUSL di Parma, insieme a Valentina Barbarini, performer iconica ed estrema di Lenz e persona con sindrome di Ehlers Danlos.

Il 26 e 27 giugno andrà in scena l’esito performativo del laboratorio, incentrato sul mito di Ifigenia, già studiato e messo in scena nel 2019 da Lenz con Iphigenia in Tauride, i cui simboli e rituali erano ispirati alla potente performance del 1969 di Joseph Beuys Titus-Iphigenia. In opposizione, però, alla violenza di Titus Andronicus per Beuys e a quella del feroce Toante, tiranno di Tauride, nell’Iphigenie auf Tauris di Goethe, i nuovi gesti reali e concettuali di Ifigenia diventano atto di ribellione e di rivolta contro le convenzioni e le norme sociali.

L’appuntamento successivo di Bestiario Femminile Animale 2024 sarà a novembre con IBRIDARE di Giulia Odetto, attrice, performer e regista, che collabora con Collettivo EFFE sull’interazione tra performance/design/tecnologia.

PROGRAMMA

✩ 20-21 giugno__________

UMANO, DISUMANO, POSTUMANO

Progetto NDT 2.0_Parentele

Parentela_Monica Barone

Residenza + performance

Lenz Teatro

giovedì 20 giugno ore 21.00 | venerdì 21 giugno ore 21.00

Biglietto unico

€ 8

✩ 26-27 giugno__________

ESALTAZIONI III_IPHIGENIA IN TAURIDE

Progetto NDT 2.0_Parentele

Parentela_Monica Barone + Valentina Barbarini

Laboratorio Ser.D + residenza + performance

EXIT performativo_Laboratorio SER.D_Ausl Parma

Lenz Teatro

mercoledì 26 giugno ore 19.00 | giovedì 27 giugno ore 18.00 + ore 19.00

Ingresso libero

Informazioni e prenotazioni

Lenz Teatro

Via Pasubio 3/e, Parma, tel. 0521 270141

Mob + WhatsApp 335 6096220 Mail info@lenzfondazione.it www.lenzfondazione.it

I progetti pluriennali di Lenz Fondazione sono realizzati grazie al sostegno di:

Partner Istituzionali MiC Ministero della Cultura, MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma, AUSL Parma DAI SM-DP Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale Dipendenze Patologiche, Università degli Studi di Parma.

Partner Sostenitori Fondazione Monteparma, Fondazione Cariparma, Chiesi Farmaceutici S.p.A., OIKI S.p.A, La Giovane S.c.p.a.

Collaborazioni CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Complesso Monumentale della Pilotta, Fondazione Arturo Toscanini, Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma, Instituto Cervantes, Goethe-Institut, Arcigay Associazione LGBTI italiana, eUROPA tEATRI, Insolito Festival/ Associazione MicroMacro, ParmaFrontiere, Segnali di Vita/Il Rumore del Lutto, SMA Sistema Museale d’Ateneo, Associazione SENTO, FIADDA Emilia-Romagna.

Reti Rete italiana Europe Beyond Access Italia, Rete regionale I Teatri della Salute, Parma Città Universitaria, Comitato di indirizzo DUSIC Università degli Studi di Parma, Coordinamento nazionale Festival del Contemporaneo, n.8 Danzabile.

Sponsor Tecnici AuroraDomus, Koppel A.W. Srl.

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