I concerti della IUC (Istituzione Universitaria dei Concerti) del ciclo serale del martedì nell’Aula Magna dell’Università “La Sapienza” saranno inaugurati il 16 ottobre alle 20.30 dal prestigioso Wiener Concert-Verein, che è stato fondato nel 1987 da alcuni membri dei Wiener Symphoniker e si è rapidamente guadagnato un posto di primissimo piano nell’eccezionalmente ricco e competitivo panorama musicale viennese. Il programma è dedicato a Vienna e in particolare ad alcuni dei compositori – Mozart, Brahms e Bruckner – che ne hanno fatto la capitale della musica strumentale per quasi due secoli. A loro sono accostate due composizioni che non appartengono alla suola viennese, la Serenata diČajkovskij e le Danze slave di Dvořák, e che tuttavia ribadiscono il primato di Vienna, poiché sono un esplicito omaggio rispettivamente a Mozart e a Brahms.
Il Wiener Concert-Verein dà i suoi concerti nella splendida Sala d’Oro del Musikverein, famosa per il Concerto di Capodanno, trasmesso dalle televisioni di tutto il mondo. Una parte rilevante della sua attività è dedicata anche alle tournée, che l’hanno portato in tutta l’Europa, in America e in Cina. In formazione sinfonica è diretto da illustri direttori come Claus Peter Flor, Krzysztof Penderecki e Fabio Luisi, mentre in formazione cameristica suona senza direttore. Nel 2015 la sua incisione di musiche di Michael Haydn è stata insignita della “Amadeus Classic Award”, nella categoria “Orchestre e grandi ensemble”, competendo con le incisioni delle Orchestre Filarmoniche di Vienna e Berlino.
Il concerto inizia col Divertimento n. 1 in re maggiore K 136 di Wolfgang Amadeus Mozart, composto a soli quindici anni, che è tuttora tra le musiche preferite di Mozart per le sue luminose melodie, i ritmi vivacissimi e anche per l’impegno virtuosistico richiesto agli esecutori. Il secondo brano è l’Adagio delQuintetto in fa maggiore di Anton Bruckner, definito nei paesi di area tedesca la quarta grande B dopo Bach, Beethoven e Brahms: rispetto a Mozart questo è un mondo totalmente diverso, per il suo carattere tormentato e le sue armonie wagneriane. Nella seconda parte del concerto ritorna l’aspetto più leggero di Vienna, città amante del divertimento, della danza, della galanteria, della seduzione, della spensieratezza, una specie di Parigi in cui però si parla tedesco. Prima c’è la Serenata op. 48 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, che è un chiaro omaggio a Mozart, visto naturalmente con gli occhi (e le orecchie) di un compositore della fine dell’Ottocento, che nell’equilibrio e nella luminosità di quella musica vedeva un antidoto contro i suoi tormenti romantici. Seguono due delle Danze slave di Antonín Dvořák, che sono un esplicito omaggio a un altro dei compositori di scuola viennese, Johannes Brahms: furono infatti scritte poco dopo le sue Danze ungheresi, quattro delle quali sono state scelte per concludere questo irresistibile concerto.
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