Un passato senza fine, l’omaggio a Piranesi con la mostra al Brolo
MOGLIANO
Sarà davvero Un passato senza fine quello che si potrà ammirare dal 31 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021 al Brolo Centro d’Arte e Cultura a Mogliano in occasione dei 300 anni dalla nascita dell’artista Giambattista Piranesi. La mostra, voluta dall’amministrazione comunale in collaborazione con il Centro Artistico Culturale G.B. Piranesi, curata dal maestro Angelo Zennaro, artista e presidente del Centro Piranesi, è stata pensata per rendere omaggio al grande artista che vanta natali moglianesi, seppur veneziano, e che ha poi scelto, come sua città d’adozione, Roma. Giovambattista Piranesi nacque infatti a Mogliano, proprio nell’ottobre del 1720, visse l’infanzia a Venezia e giovanissimo si trasferì a Roma, allora fulcro di tutta la cultura occidentale, fonte dove abbeverarsi, scelta anche da Antonio Canova che raggiunse Roma da Venezia, solo pochi mesi dopo la morte di Piranesi avvenuta il 9 novembre del 1778, a 58 anni.
L’ARTISTA
Dopo un periodo di studi, Piranesi scelse di stabilirsi lì definitivamente e di aprire una bottega in via del Corso. In quel periodo la sua fama come incisore cominciò a crescere e Papa Clemente XIII lo incaricò di alcuni restauri, come il Pantheon e la basilica di San Giovanni in Laterano. La sua impronta più forte la lasciò nella chiesa di Santa Maria del Priorato ma il lavoro più produttivo fu quello delle vedute di Roma, una grande raccolta di tavole raffiguranti le rovine classiche dell’Urbe, create con uno stile nuovo e particolare. Piranesi era un convinto sostenitore della superiorità dell’arte romana su quella greca che volle immortalare nelle sue tavole, caratterizzate da paesaggi al limite del fantastico, dove l’architettura e lo stile romano vengono dotati di nuova forza e fascino.
L’INAUGURAZIONE
Protagoniste della mostra, dal titolo appunto “Un passato senza fine” che verrà inaugurata il 31 ottobre alle 10,30 dal critico e storico dell’arte Giandomenico Romanelli, saranno le 16 incisioni Le Carceri d’invenzione realizzate fra il 1745 e il 1750 in cui Piranesi sperimenta l’architettura realizzabile tra luoghi e scenari impossibili, come concordano nella presentazione gli storici dell’architettura, Giandomenico Romanelli e Francesco Amendolagine; non si tratta di paesaggi comuni bensì di carceri come luoghi della mente, delle infatuazioni e delle paure dell’artista. L’esposizione che si avvale della collaborazione della Fondazione Giorgio Cini, rimarrà aperta fino al 31 gennaio nei giorni di venerdì, sabato e domenica con orario 16,30-19,30, e nelle mattine di sabato e domenica dalle 10,30 alle 12, 30. Saranno esposte anche le incisioni del maestro Angelo Zennaro dal titolo: Graund Zero.