Un’Antichità moderna
mostra in collaborazione con il
Museo del Louvre
a cura di
Jean-Luc Martinez e Elisabeth Le Breton
8 novembre 2019 – 1° marzo 2020
anteprima stampa 7 novembre ore 11
vernissage ore 19
Le « fils gisant » (lacunaire), plâtre, XVIe siècle
Il Direttore ad interim dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, Stéphane Gaillard, è lieto di presentare la mostra un’Antichità Moderna, realizzata in collaborazione con il Museo del Louvre e con la curatela di Jean-Luc Martinez – il Presidente e Direttore del Louvre – ed Elisabeth Le Breton – Conservatrice del Patrimonio. La mostra s’inaugura al pubblico l’8 novembre 2019 è rimarrà in allestimento sino al 1° marzo 2020.
L’Accademia di Francia a Roma fondata nel 1666, sotto la tutela dell’Accademia Reale di Pittura e Scultura a Parigi, ha avuto sempre nella sua missione lo studio e la diffusione del “modello antico” in Francia. La collezione conservata nella Gipsoteca di Villa Medici ne è testimone. Un’Antichità Moderna presenta ben 87 opere provenienti per la maggior parte dalla collezione dell’Accademia di Francia a Roma e dal Museo del Louvre, ma anche dagli Ateliers d’Art della Réunion des Monuments Nationaux del Grand Palais, dalla Cité de la Céramique Sèvres et Limoges, dalla Biblioteca Nazionale di Francia, dal Museo dell’Arte Classica del Polo Museale dell’Università della Sapienza e altri ancora. La mostra espone le più importanti opere della Grecia Classica ed Ellenistica, oggi scomparse e riesumate dalla Roma Imperiale e successivamente riscoperte durante i grandi lavori effettuati nella Roma del Rinascimento. Affascinati dalla importante riscoperta delle centinaia di statue marmoree ritrovate, a cui era impedita l’uscita dal territorio per le leggi pontificie, la Francia durante le Grand siècle, nel XVII secolo, decise di replicare le statue realizzando calchi in gesso. I lavori di ricerca del Museo del Louvre sui materiali e sulle tecniche utilizzate hanno permesso di rintracciare datazione e storia di questo importante patrimonio diventato parte delle grandi collezioni reali e nazionali francesi, che sono presentate nella mostra Un’Antichità Moderna in un percorso cronologico che va dal XVI al XXI secolo.
La prima sala, dedicata alla tecnica del gesso attraverso i secoli, espone l’importante commercio di copie in marmo sviluppatosi nel II secolo d.C. grazie alla realizzazione di modelli in gesso. Questo primo corpus, importato dalla Grecia a Roma, ha imposto una visione dell’ “antiquité blanche” che ha permesso la realizzazione di numerose copie in gesso tratte dagli originali in marmo. Durante i grandi lavori di urbanizzazione nella Roma del Rinascimento, il recupero di centinaia di sculture romane – copie degli originali greci scomparsi – fece rinascere in Italia e in Francia il fascino suscitato da questa particolare Arte. La rarezza di questi marmi condusse Luigi XIV a moltiplicare a Roma la produzione di calchi in gesso di questi prestigiosi modelli. Diverse centinaia di gessi e le loro matrici (rilievi e statue) sono quindi state riunite al Louvre durante il regno del Re Sole. Presentate nella sala degli Antiques du Roi e a l’Académie royale de peinture et de sculpture fondata a Parigi nel 1648, come all’Accademia di Francia a Roma a partire dal 1666, diventarono una nuova ricchezza di studio per gli artisti. Queste opere imposero quindi un modello e un’idea di una Antiquité blanche.
Il percorso della mostra prosegue nel XVIII secolo, con opere che erano conservate a Palazzo Mancini, allora sede dell’Accademia di Francia. All’epoca infatti svolgevano una doppia missione: erano un importante punto di riferimento per gli studiosi e insieme espressione della potenza della Francia. Alla metà de XVIII secolo, inoltre, la scoperta dei maggiori siti di Pompei ed Ercolano rafforza l’interesse non solo degli studiosi e dunque la collezione si trova arricchita di nuovi modelli subito riprodotti.
Nel XVIII secolo l’attenzione sui modelli antichi non nasconde l’interesse dei francesi anche per la scultura che in quegli anni si produceva in Italia. Un esempio ne sono i modelli in gesso di Michelangelo e del Bernini richiesti da Luigi XIV che sono stati riprodotti e inviati in Francia dove, ancora oggi, sono stati fonte di ispirazione per diverse generazioni di artisti.
Nel XIX secolo l’Accademia di Francia a Roma conosce l’ultima grande campagna di presa di impronte. Il museo degli Studi alla Scuola di Belle Arti di Parigi, in corso di costituzione, affida a Jean-Auguste-DominiqueIngres, Direttore dell’Accademia di Francia, il compito di inviare da Roma i modelli antichi più prestigiosi. In questo periodo inoltre grazie ai lavori degli archeologi aumenta considerevolmente la conoscenza dell’antica Grecia, proprio in virtù di ciò, nel 1845, l’Accademia dona ai suoi borsisti la possibilità di recarsi sui luoghi di scavo per studiare i nuovi modelli. La Scuola Francese di Atene nasce infatti l’anno seguente, nel 1846. I modelli greci arrivano dunque a Roma dove gli studi del filellenista Jean Gaspard Félix Ravaisson-Mollien cercano di ritrovare la Grecia in Italia.
Nel XX secolo si assiste ad un progressivo disinteresse per l’attività di riprodurre modelli di gesso. Nonostante ciò, nel 1919, sono esposti a Roma particolari modelli che descrivono un Medioevo francese sconosciuto – l’Arte Gotica – danneggiata durante la guerra, per sensibilizzare i contemporanei alla protezione del patrimonio in tempo di conflitto. Sempre alla metà del XX secolo, una profonda crisi iconoclasta mette in disparte le collezioni di gessi sia a Roma che a Parigi. In entrambi i casi, i modelli vengono messi nei depositi e non sono più accessibili né visibili.
L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici e il Museo del Louvre, parenti per natura, forti delle loro collezioni rispettive e delle vaste campagne di restauro che sono state condotte durante gli ultimi vent’anni, sono oggi in grado attraverso questa importante esposizione, Un’antichità moderna, di riproporre la memoria di queste opere e di riscriverne la storia che va dal XVII al XXI secolo.
Jean-Luc Martinez Presidente e Direttore del Museo del Louvre
Presidente e Direttore del Museo del Louvre sin dal 2013. Storico dell’arte e archeologo francese, ha ricevuto l’Agrégation di Storia, è laureato alla Scuola del Louvre ed è stato membro della Scuola Francese di Atene dal 1993 al 1996. I suoi lavori scientifici e le sue pubblicazioni riguardano la scultura greca e romana e lo studio che l’epoca moderna fa dell’arte antica. Inizia il suo percorso al Louvre nel 1997 come Conservatore in capo delle collezioni di scultura greca. Nel 2007, diventa Direttore del Dipartimento delle Antichità greche, etrusche e romane, funzione che svolge fino alla nomina come Direttore del Museo. È Cavaliere dell’Ordine Nazionale del Merito e Cavaliere della Légion d’honneur.
Elisabeth Le Breton Conservatrice del Patrimonio del Dipartimento delle Antichità greche, etrusche e romane al Museo del Louvre.
Conservatrice del Patrimonio del Dipartimento delle Antichità greche, etrusche e romane al Museo del Louvre. Inizia il suo percorso al Museo del Louvre nel 1988 come Responsabile della collezione di calchi di antichi conservati nella Gipsoteca del Museo che si trova nella Petite Écurie du Roi a Versailles. Nell’ambito di un partenariato scientifico in vigore da più di 10 anni, ha lavorato sulle collezioni di gessi presso l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici.
La Galleria tattile
Nell’ambito della mostra Une antiquité moderne, realizzata all’Accademia di Francia – Villa Medici, curata di Jean-Luc Martinez ed Elisabeth Le Breton e realizzata in collaborazione con il Museo del Louvre, a partire dal 20 novembre 2019 sarà disponibile per la prima volta una galleria tattile destinata a tutto il pubblico portatore di handicap e non solo. Infatti, attraverso percorsi specifici sul tema della sensibilizzazione alla disabilità, la Galleria sarà aperta anche ai gruppi scolastici e alle famiglie. All’interno del celebre Atelier Balthus, nel cuore dei giardini della Villa, saranno a disposizione una serie di sette opere tattili tra bassorilievi, teste e statue a figura intera, gentilmente prestate da l’Atelier d’Art della Réunion des Musées Nationaux del Grand Palais. L’accesso alla galleria tattile è gratuito e su prenotazione, scrivendo alla mail didattica@villamedici.it
Il catalogo bilingue (francese e italiano) viene pubblicato da Officina Libraria e contiene testi di Jean-Luc Martinez, Elisabeth Le Breton, Philippe Jockey, Karolina Kaderka, Aude Gobet, Emiliano Ricchi, Geneviève Bresc-Bautier, Jean Délivré, Pascale Martinez, Emmanuel Schwartz, Jean-Marc Hofman, Jean-Marc Hofman e Anne Marie Garcia.
Didascalia:
1. Tête de Niobé, 1686-1687
Giovanni Arnaldi (mouleur), connu à Rome entre 1683 et 1700.
plâtre48 × 36 × 35 cm
Rome, Académie de France à Rome, © AFR / Giuseppe Schiavinotto, 2019