Quando preghiamo, sappiamo quello che chiediamo? Molte volte no… Eppure la preghiera ha senso soltanto se diciamo con sincerità: «Sia fatta la tua volontà». Da questa riflessione nasce il desiderio di padre Matteo Munari ofm di spiegare in modo semplice il significato di ciò che domandiamo nel Padre Nostro: aumentando la consapevolezza della «richiesta», cresce infatti anche la sua efficacia. Il risultato di questo desiderio è Padre Nostro. Piccola guida per capire cosa stai chiedendo, un agile libro di poche pagine scritto davvero per tutti, per aiutarci a capire ciò che c’è davvero in gioco nella preghiera che Gesù ci ha insegnato.
L’autore, laureato in Scienze bibliche e Archeologia presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, dove attualmente vive e insegna Esegesi del Nuovo Testamento e Aramaico targumico, scrive nell’introduzione: «In verità ogni uomo che prega, al di là della religione che professa, vive quotidianamente il pericolo della superficialità: tante parole, desiderio di finire presto, assenza del cuore. A volte rischiamo di vivere il tempo della nostra preghiera come un momento di apnea, tratteniamo il respiro nell’attesa di risalire, come se ciò che vale davvero fosse altrove, come se la vita vera fosse in un altro tempo. Da questo rischio neppure i conventi e i monasteri sono esenti, al punto che a volte sui volti di coloro che vorremmo considerare “professionisti della contemplazione”, vediamo dipinte la tristezza e l’amarezza dell’ateismo. Perché? Forse proprio perché questo tipo di superficialità rende la nostra preghiera inefficace, non ci sentiamo ascoltati e la frustrazione che ne deriva allontana il nostro cuore da Dio». Con ironia padre Munari sottolinea che Gesù ci ha insegnato che esiste una sorta di «TFR» (trattamento di fine
rapporto) nella nostra relazione col Padre dove l’acronimo ha il seguente significato: T, sta per teatro; F, per futilità; R, per rancore. Nel primo caso (T come teatro), «Se diventiamo attori (ipocriti) e recitiamo nel desiderio di essere notati dalla gente mentre preghiamo, non possiamo aspettarci che Dio ci ascolti perché abbiamo già ricevuto la nostra ricompensa da qualcun altro (Mt 6,5)». Nel caso F, come futilità, «Se non ci rendiamo conto di essere di fronte all’Altissimo e per questo ci limitiamo a chiedere con molte parole cose che non hanno valore, non possiamo aspettarci di essere esauditi (Mt 6,7-8)». Infine, R come rancore: «La nostra preghiera non verrà ascoltata se prima non abbiamo perdonato nel nostro cuore i nostri fratelli (Mt 6,14-15)». Ecco, infine, la spiegazione dell’autore: «Il libro che stai per leggere è un libro divulgativo, senza riferimenti bibliografici e spiegazioni scientifiche. Non troverai neanche il confronto con la versione più breve della preghiera riportata in Lc 11,2-4. Non stai per leggere una introduzione al Padre Nostro ma semplicemente uno strumento che potrà aiutarti a capire ciò che stai chiedendo. La ricerca sta a monte, in queste pagine invece troverai soltanto il frutto di essa».
L’Autore
Matteo Munari (1973), frate minore della Provincia Serafica dell’Umbria, si è laureato in Scienze bibliche e Archeologia presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme dove attualmente vive e insegna Esegesi del Nuovo Testamento (Vangelo secondo Matteo) e Aramaico targumico. Per Edizioni Terra Santa è autore de Il compimento della Torah. Gesù e la Scrittura in Mt 5,17-48 (Milano, 2013).