Dove va l’Italia dopo la bocciatura dell’Europa? Arriva in libreria la nuova edizione del bestseller di Alan Friedman «Dieci + 2 cose da sapere sull’economia italiana»

Roma (21 novembre 2018) – La temuta bocciatura alla legge di Bilancio da parte dell’Europa è arrivata. E mentre la Commissione europea impone il suo veto al documento programmatico di Bilancio del governo italiano per il 2019, proprio negli stessi giorni esce in libreria la nuova edizione del bestseller di Alan Friedman «Dieci + 2 cose da sapere sull’economia italiana.» (Newton Compton Editori, pagine 256, € 10, E-book: € 5.99).

Quale futuro dobbiamo ora aspettarci dal governo gialloverde per il nostro Paese? I numeri della manovra stanno in piedi o no? C’è il rischio di una nuova crisi finanziaria? Il libro di saggistica più venduto dell’anno si arricchisce di due nuovi incisivi capitoli che ragionano sull’operato del nuovo governo; un resoconto dettagliato sulle misure previste dalla Legge di Bilancio, sulla battaglia con l’Europa e su cosa ci aspetta nel prossimo dalla voce più autorevole e dissacrante della politica e dell’economia italiana e internazionale.

«Le iniziative economiche del governo legastellato non sono convincenti, e le loro misure, per quanto popolari in una nazione disperata, manipolano i cittadini in modo crudele e cinico. Sono solo dei demagoghi incompetenti oppure gente scaltra e amorale? Non importa quale sia la risposta, conta il fatto che le loro decisioni sono destinate a fare più male che bene all’economia italiana.»,

ha dichiarato Alan Friedman che conclude nell’ultimo capitolo del libro, con una previsione buia per il futuro dell’Italia:

«L’unica certezza a breve termine, scrive Friedman, è che stiamo per entrare in un periodo di grande incertezza. O se preferite, siamo sulle montagne russe e tra poco si accenderà il segnale “Allacciate le cinture”. Quella che ci aspetta è una cavalcata burrascosa, e a tenere le redini nei prossimi mesi ci sarà questa Banda del Buco, questa accozzaglia di sovranisti, euroscettici e populisti neofiti poco abili in materia economica.»

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