Apre al pubblico da venerdì 13 giugno 2014, il Museo delle Carrozze di Villa Pignatelli a Napoli. Il Museo fu ideato da Bruno Molajoli, che aveva accolto la donazione del marchese Mario D’Alessandro di Civitanova e fu progettato nel 1975 da Ezio Bruno De Felice nelle ex scuderie della villa. Chiuso al pubblico da oltre venti anni, presenta una ricca raccolta, arricchita dalle successive donazioni Dusmet, Spennati, Leonetti di Santojanni e De Felice. Ai trentaquattro esemplari di carrozze e calessi di produzione francese, inglese e italiana raggruppati per tipologie si affiancano numerosi finimenti in cuoio, fruste, frustini, morsi, accessori e capi di abbigliamento, che testimoniano la pregevole qualità raggiunta dagli artigiani napoletani dell’Ottocento che lavoravano nel settore. Timoni, stanghe, bilance e bilancini sono presentati nella sezione dei calessi. Didascalie esplicative, pannelli didattici e IPAD con le schede tecniche rinviano a tutte le notizie relative alla collezione e ai dati relativi alla costruzione di tutti i modelli esposti. I lavori di restauro architettonico, di adeguamenti impiantistici e di allestimento ‐ progettati dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta ‐ sono stati realizzati con fondi ministeriali, con finanziamenti Arcus SpA e con il sostegno dell’Assessorato al Turismo e Beni Culturali della Regione Campania, cofinanziato dal POR Campania FESR 2007‐ 2013. Il Museo delle Carrozze fa parte di “Napoli è un paradiso!”, uno dei nove itinerari di “Viaggio in Campania. Sulle orme del Gran Tour”, il programma di visite spettacolarizzate ed eventi realizzato dalla Scabec con Campania>Artecard per la Regione Campania‐Assessorato al Turismo e Beni Culturali.
Nel prossimo autunno verranno aperti al pubblico ulteriori ambienti, nei quali saranno ordinati in grandi espositori i finimenti, i morsi, le fruste e tutti gli altri oggetti legati al mondo dell’equitazione. Un video presenterà documenti, fotografie e filmati finalizzati a ricostruire un’epoca ormai scomparsa, ma della quale continuano ad essere testimonianza gli sport equestri promossi dalla FISE. Il catalogo del Museo delle Carrozze è edito dalla casa editrice Arte’m.
INFORMAZIONI
Museo delle carrozze Villa Pignatelli Napoli, Riviera di Chiaia, 200
Tel. 081 669675
Email sspsae‐na.pignatelli@beniculturali.it
www.polomusealenapoli.beniculturali.it
Orario 8.30 – 14.00; chiuso martedì
Ingresso € 2
Ufficio Stampa : Soprintendenza ‐ Simona Golia ‐ tel. 081 2294 478; e‐mail sspsae‐na.uffstampa@beniculturali.it
Scabec ‐ Raffaella Leveque, tel. 081 5624561 –cell 347.2936401; e‐mail raffaellaleveque@gmail.com
MUSEO PIGNATELLI
Villa Pignatelli, sede del Museo Pignatelli, fu progettata dall’architetto Pietro Valente, allievo di Niccolini, nel 1826 per Ferdinando Acton, figlio di sir John, primo ministro di Ferdinando IV, lungo l’asse stradale che fiancheggia la Villa Reale. L’edificio è immerso nel bellissimo giardino realizzato su disegno di Guglielmo Bechi, unico esempio rimasto tra i tanti situati un tempo in questa zona. Alla morte di Acton la villa, insieme a gran parte del giardino, venne acquistata dai Rothschild, che dal 1842 ne fecero la propria residenza e vi costruirono, sul lato lungo via Santa Maria in Portico, una palazzina per gli uffici. Nel 1867, in seguito all’allontanamento dei Borbone, ai quali erano legate le sorti finanziarie della famiglia, la villa venne venduta a Don Diego Aragona Pignatelli Cortes, duca di Monteleone, il cui nipote sposò Rosa Fici dei duchi di Amalfi. La principessa rinnovò completamente le decorazioni e gli arredi, facendone uno dei salotti più ambiti della città; in circa sessant’anni vi raccolse una ricca biblioteca, una fornitissima discografia ed una preziosa collezione di porcellane e di servizi da tavola, poi lasciati allo Stato Italiano. Nel 1955 la principessa Rosina Pignatelli, donò allo Stato la villa che venne nuovamente restaurata nel 1960 e fu aperto al pubblico il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes.