Il grande caldo è arrivato, e come tutti gli anni si annovera il grande dilemma dei vini rossi, ma li beviamo? Il dubbio sorge spontaneo, per consuetudine si dice che i rossi vanno bevuti a temperatura ambiente, ma in questi giorni la temperatura ambiente supera abbondantemente il 30° per cui il rischio di bere un brulè è molto facile.
L’errore di base è proprio qua, con temperatura ambiente è codificato il termometro a 20°, per cui la temperatura da bere i rossi è indicativamente 20° e per ottenerla si può benissimo mettere in frigo, o nel secchiello col ghiaccio la bottiglia.
Vanno aggiunte altre considerazioni, in Italia siamo, purtroppo, abituati a bere rossi troppo caldi e i bianchi troppo freddi, e questo è un dato di fatto. Verissimo che il freddo attenua le dolcezze (e i profumi) e accentua le durezze. Il dolce, l’alcool viene mascherato, mentre l’acidità e il tannino prendono vigore, ma “giocando” con le temperature si ottengono risultati meravigliosi. Un rosso giovane, casomai una barbera, portata a 12, 14° vi regalerà ottime bevute, mentre una riserva rossa (Brunello, Chianti, Barolo, ecc. ecc.) anche a 15, 16° è una temperatura perfetta per apprezzarla al meglio, e perché no spingetevi pure a qualche grado in meno, tanto con questa calicola è un attimo riportarlo ad una temperatura a cui siete più abituati, ma tranquilli, una volta provati i rossi a queste temperature non tornerete più indietro, neppure d’inverno.
L’unico errore da non fare assolutamente è quello di dimenticarsi la bottiglia in frigo, una sosta prolungata di parecchi giorni, raffredda il cuore del vino stesso e li si che iniziano i dolori (intesi come sensazioni piacevoli) nel calice, questo, ovviamente vale anche per i bianchi dimenticati in frigo. Provare per credere.