Quando uno scatto assume un valore concettuale, l’arte fotografica incontra Alessio Cocchi, autore e protagonista di una escalation artistica che si dissocia in maniera quasi rivoluzionaria dall’idea convenzionale del lavoro.
Sempre al fianco della sua macchina , fotografo , direttore fotografico e regista, concretizza una nobile ambizione : fare ciò che si ama, amare ciò che si fa.
All’età di 23 anni, vede pubblicate le prime campagne stampa su riviste come Cosmopolitan, Harper’s Bazar, Vogue.
“Decisi che la fotografia è la forma artistica mia preferita”: non è una storia recente quella della passione di Alessio Cocchi, o meglio, di quella che lui stesso ha chiamato “folgorazione”.
All’età di 7 anni, affascinato dagli scatti di suo padre, riceve la sua prima kodak e segue le sue orme.
La fotografia di Cocchi è uno scrupoloso studio della luce e di come essa possa cambiare la visione delle cose, i punti di vista.
Uno stile che fa di ogni scatto un’opera, in grado di comunicare sentimenti, anche contrastanti. Rendono protagonisti la fobia, la sensualità, l’aggressività e diventano parte stessa dell’anima dell’artista: “ogni mio scatto è una parte di me e, allo stesso tempo, è la parte del soggetto che più era a me vicina in quel momento creativo.”
Oggi collaboratore di importanti marchi italiani e internazionali come Gucci, Ferragamo, Valentino, Moncler, è responsabile di tre studi fotografici tra Milano e Firenze, città natale. La sua carriera è in previsione di progetti futuri nel breve e nel lungo termine: mostre permanenti a Parigi e Bangkok, sul tema ricorrente del nudo, due mostre contemporanee con l’artista Fedez come testimonial per il gruppo San Donato.
“Io non smetto mai di fotografare, non c’è un giorno della mia vita in cui non scatti una foto”.