Sembra che tu abbia accettato l’incarico nel Direttivo Nazionale di Vox Italia ed il ruolo di coordinatore per la Campania con ampi poteri.
Cosa ti ha spinto a scendere in campo?
“In realtà la discesa in campo non è stata la mia. Se parliamo della trincea nella battaglia per la riconquista della sovranità, è più corretto dire che sono in campo ormai da 10 anni. Sono stati gli altri che mi hanno lasciato combattere da solo le mie battaglie e che oggi si offrono di fare squadra.”
Cosa ti senti di dire a chi è contrario alla tua scelta?
“Chi è contrario a questa scelta, ma è in buona fede, ha bisogno soltanto di capire le motivazioni che mi hanno spinto a seguire il suggerimento della maggior parte delle persone che mi seguono. Chi, invece, è contrario perché cerca un pretesto per attaccarmi o è ossessionato dall’invidia social – che ultimamente sembra dilagare nell’ambiente sovranista – non va neanche preso in considerazione. In tanti cercano di costruirsi un proprio spazio sulla rete e sanno che senza argomenti lo possono fare solo attaccando chi ha più notorietà con la speranza di ricevere visibilità da una eventuale replica. Quindi concentriamoci su quelli che, invece, meritano una spiegazione ed un confronto costante.
Mi hai detto che volevi smentire alcuni punti costruiti pretestuosamente da quelli contrari alla tua decisione
Si certo. ll primo mito da sfatare è che io abbia improvvisamente deciso di dare attenzione alla politica oltre che alla divulgazione.
In realtà ho sempre cercato nei partiti e nei movimenti una sponda alle mie denunce. Sono sempre stato convinto che sia importante lavorare dal web in totale libertà ed autonomia ma sia altrettanto importante formare e rendere consapevoli gli uomini che già si trovano nelle istituzioni. Le due anime devono lavorare sinergicamente per favorire il cambio di paradigma. Il fatto che io abbia scelto di non candidarmi mai, neanche in condizioni estremamente favorevoli, come vedremo più avanti, non vuol dire che io non mi sia interessato alla politica.
La fisica quantistica ci insegna che anche una sola particella subatomica in mezzo a tante altre ne modifica il comportamento se diviene oggetto di osservazione dall’esterno. Basta che se ne osservi una. Ed io credo che la nostra priorità debba essere quella di trasferire quelle cellule di consapevolezza all’interno delle istituzioni. Non importano i programmi, i partiti, le liste. Importano le persone. Sono quelle che fanno la differenza. Un essere consapevole, con il suo modo di osservare le cose è capace di modificarne il campo d’azione, influenzando tutti i soggetti che verranno a contatto con lui. Invece siamo caduti nel tranello di pensare che fosse necessario mandare nelle istituzioni, per cambiarle, persone oneste ma che non fossero anche coscienzialmente consapevoli.
Io in questi anni ho provato a lavorare in questo senso. E non ho mai rifiutato aprioristicamente l’invito a collaborare da parte dei partiti. Ma ogni volta mi rendevo conto che non mi contattavano per avvicinarsi ai miei temi e alle mie denunce o per farle proprie ma si aspettavano che io, con la credibilità faticosamente costruita dopo anni di lavoro sul web, sostituissi le mie battaglie con le loro.”
Puoi farci qualche esempio?
“Ne farò ben tre, per dimostrare come il mio impegno abbia attraversato orizzontalmente la politica.
Primo esempio: Il Movimento Cinquestelle.
Nel 2014 ero un dei beniamini della base del M5S. Ero praticamente invitato a parlare in tutti i Meet up d’Italia. Ascoltato dai parlamentari pentastellati nell’aula della Camera. Ci sono video di Carlo Sibilia, oggi Sottosegretario del Governo, che lo dichiarava chiaramente: “devo ringraziare Francesco Amodeo per alcuni miei interventi in Parlamento sul signoraggio e sui poteri forti”. La parlamentare Tiziana Ciprini venne con me alla Procura di Roma per denunciare alcune dinamiche emerse nel mio libro La Matrix Europea. Ho le foto con Bernini ed altri parlamentari che mi avevano raggiunto a Copenaghen per avere notizie sul Bilderberg in corso. Avevamo un rapporto costruttivo con loro e di reciproca collaborazione. Poi ad un certo punto è arrivato un diktat dall’alto ai pentastellati che gli imponeva di non toccare più certi temi. A quel punto Amodeo non poteva essere più invitato se continuava a trattare quelle tematiche spinose. Ancora una volta erano gli altri che volevano che io mi adattassi ai loro cambiamenti. Fine della storia. Avrei potuto accettare. Sarei probabilmente finito in Parlamento. All’epoca in pochi avevano più visibilità di me sul web con la Base del Movimento. Io ero molto esposto. Erano gli anni delle 10 milioni di visualizzazioni su YouTube con le inchieste sul Bilderberg e contro i media italiani.”
Secondo esempio?
“Alleanza Nazionale. A contattarmi fu Alemanno in persona dopo il mio famoso video/inchiesta. Mi disse: “sappiamo che non vuoi fare politica ma potresti dare tanto al nostro nuovo partito che diventerà sempre più antieuropeista”. Poi aggiunse: “Abbiamo organizzato un convegno in una famosa università di Napoli, siamo a stretto contatto anche con il prof Bagnai che farà da relatore. Volevamo invitarti per darti la parola.
Io accettai, il nome di Bagnai era per me era una garanzia.”
Cosa accadde poi?
“Ascoltai tutti gli interventi e quando presi la parola, invece di dire quello che gli organizzatori avrebbero voluto che io dicessi e che sarebbe servito per assicurarmi un posticino in qualche lista, confessai davanti a tutti il mio dispiacere per aver sentito tante cose non vere. “L’euro non è un sogno che rischia di fallire come hanno sostenuto i relatori che mi hanno preceduto. L’euro è un incubo che rischia di realizzarsi. Nato appositamente per distruggere l’Italia ad opera di un Cartello finanziario internazionale”. Queste furono le mie parole. Poi espressi disappunto ai presenti sul fatto che tutti ponessero l’attenzione sull’arma del delitto ma nessuno sui mandanti e sugli esecutori. “Quando nascerà un partito capace di dire agli italiani la verità venitemi a chiamare” conclusi.
Il risultato che ottenni e che mi fecero strappare il microfono da mano. Fui bloccato da Bagnai sui social. Non fui mai più convocato da quel partito. Ancora una volta volevano che abbracciassi io la loro visione e non loro la mia.”
Un ultimo esempio?
“Recentemente alcuni esponenti della Lega hanno cominciato ad apprezzare le mie battaglie, a condividerle. Diversi attivisti mi hanno invitato a fare parte di gruppi dove scambiarsi e divulgare informazioni sui temi cari al sovranismo. Alcuni europarlamentari mi hanno invitato come relatore esterno nelle loro campagne elettorali, presentandomi come una persona che portava avanti battaglie che per loro erano importanti. Io lusingato, ho sempre accettato l’invito. Sono intervenuto più volte al fianco di Antonio Maria Rinaldi, di Francesca Donato, persone a cui mi lega da anni una stima reciproca, mi ha voluto Angelo Ciocca al suo convegno a Pavia insieme alla Bifarini. Sono intervenuto a Salerno affianco del giovane Vicepresidente della Lega, Andrea Crippa. Avrei potuto approfittarne per farmi spazio all’interno del maggior partito d’Italia proprio alla vigilia delle elezioni europee. Se avessi voluto fare politica, con questi presupposti, quanto ci avrei messo ad entrare in lista con la Lega, con la quale condivido, tra l’altro, diversi punti ? Chi è in buonafede non può che prendere atto del fatto che io non abbia mai utilizzato il mio ruolo per avere candidature. E se quello fosse stato il mio unico intento perché non entrare in un partico che aveva quasi il 40% dei consensi ed abbracciarne uno che parte da zero?”
Quindi hai sempre dato priorità alle tue battaglie?
“Ho deciso di continuare a fare il ricercatore libero, e questo, per esempio, mi ha portato a dover contestare duramente la riforma delle autonomie differenziate, che a mio avviso, era impostata in un modo che avrebbe danneggiato il mio Sud. Così ho iniziato a scrivere articoli pesanti per dimostrare le mie obiezioni e sono stato cancellato da tutti i gruppi vicini alla Lega. Ancora una volta mi sono dovuto rendere conto che a loro non serviva Amodeo, pensatore libero, con la sua obiettività, serviva Amodeo solo se disponibile a comportarsi da tifoso di quel partito. Ma la politica non è intrattenimento. Come se non bastasse mi recai a Firenze ad una conferenza dove c’era Claudio Borghi, e quando scese dal palco, lo avvicinai con la telecamera per proporgli un patto per il Sud. Sostanzialmente gli feci presente che la Lega, prima di presentarsi in Campania ed al Sud in generale, avrebbe dovuto firmare un patto con quelle regioni con dei punti programmatici precisi ed impegni concreti. Borghi accettò. Ma quando tornai in Campania i responsabili regionali del partito si sentirono scavalcati. E anche se l’idea era buona e nell’interesse dei cittadini meridionali, non doveva essere portata avanti perché non l’avevano proposta loro. Fine anche di quella esperienza.”
Ora passiamo a Vox, cosa hanno fatto di diverso?
“Mi hanno sorpreso positivamente. Una sera mi arriva un messaggio sul cellulare da parte di Diego Fusaro, che non conoscevo personalmente, che si complimentava per le mie battaglie, invitandomi a portarle a conoscenza della sua platea al convegno di Roma. Nessuno che mi impose cosa dire, nessuno che mi chiese di condividere preventivamente il mio intervento e soprattutto nessuno che mi disse cosa io avrei dovuto evitare di dire in quella occasione.
Mi presento a Roma senza conoscere gli organizzatori di Vox. Mi si avvicina Toscano, il presidente del neonato partito, mi saluta come se mi conoscesse e mi dice: “per noi puoi anche aprire tu il convegno. Visto come ti hanno accolto i presenti, anche se non sei di Vox, per noi puoi aprirlo tu.
Mi permettono di fare un lungo intervento sui miei temi. Mi salutano dicendo: “quando vuoi questa è casa tua. Da interno, da esterno, da amico da nemico. La nostra platea è la tua platea. Anzi se un giorno tu volessi un ruolo nel Direttivo, consideralo già il tuo.
A questo punto io faccio presente di non essere d’accordo su tutto. Mi sento rispondere: “noi neanche con le nostre mogli siamo d’accordo su tutto. Porta la tua idea, non sei chiamato a sposare la nostra a prescindere”. Io ad un approccio simile non ero abituato. Per la prima volta sono chiamato a portare le mie idee a casa degli altri. Non sono gli altri che mi impongono le proprie idee per farmi entrare.”
E se stessero sfruttando la tua immagine e la tua credibilità su certi temi e al momento opportuno cambiano le carte in tavola?
“Obiezione accolta. Ed anche su questo li ho messi alla prova. Li ho provocati. Nella prima telefonata con Toscano gli ho chiarito che per accettare un ruolo attivo, avrei preteso di essere messo a conoscenza di tutte le decisioni prese dal Direttivo nazionale, quindi di esserne parte integrante, e mi sono spinto anche oltre”.
In che senso?
“Ho posto la condizione, per espormi nella mia regione, che nessun’altro possa scegliere senza condividere con me, chi debba entrare nel partito o in una futura lista. Non prima che io abbia fatto la “radiografia” al candidato e dato l’assenso. Toscano ha accettato seduta stante. Ogni punto.”
La ritieni una garanzia?
“Certo. Se avessero intenti diversi da quelli che professano e ad un certo punto decidessero di compiere un’inversione di marcia stile Cinquestelle, si troverebbero a dover guidare un “esercito” che in gran parte non risponderebbe a loro. Anche perché io nella scelta delle persone non mi rifarò al mantra dell’onestà o dell’ipocrita “uno vale uno”. L’onestà ovviamente dovrà essere un prerequisito sul quale non si deve neanche discutere. Io mi rifarò alla consapevolezza dell’individuo. Scegliendo solo persone consapevoli di quello che sta accadendo? solo persone fuori dalla matrix, che hanno dimostrato in passato di essere coerenti con le proprie battaglie e teste pensanti e libere. E quel tipo di persone non sono plasmabili. Se non vieni dal nulla, non hai paura di tornare da dove sei partito, qualora non ci fossero le condizioni per andare avanti.
Toscano ha capito io cosa intendessi e mi ha risposto: “Questo partito lo scala chi ha il consenso della gente. Non chi ha il consenso del Direttivo”.
Ci credi?
“Se non la pensassero davvero così, non avrebbero permesso che ad entrare fosse qualcuno che potrebbe avere più visibilità di loro. Avrebbero agito come fanno la maggior parte dei partiti e movimenti finto sovranisti che abbiamo in Italia, che preferiscono chiudersi come un riccio mostrando le spine per paura che qualcuno possa avere più riscontro o più visibilità sui temi comuni. Con queste premesse io non ho avuto bisogno di vedere altro”.
Almeno hai letto il loro (ormai diventato anche tuo) programma?
“No. Non l’ho ancora letto. Io leggo le persone non i programmi. Tanto non stiamo andando a governare domani. Non devo adattarmi ad un programma da realizzare poi. Sono gli altri che spero si si siano letti le mie battaglie, perché quelle se le troveranno in casa da domani mattina.
Ho letto nei commenti ai tuoi post su VOX che molti scrivono: Amodeo stai attento che Fusaro non parla di tanti temi importanti come la necessità di sconfiggere il signoraggio bancario.
Ti dico la verità, aver delegato a dei privati la possibilità di arricchirsi dalla creazione di moneta è davvero il male assoluto. Ma ti confesso anche che se un giovane insegnante di filosofia dal viso pulito mi avesse chiesto di entrare nel suo partito assicurandomi di avere intenzione di sconfiggere la piaga planetaria del signoraggio. Gli avrei fatto un sorriso, gli avrei forse chiesto di mandarmi un bel pezzo sul tema da condividere sul web e me ne sarei andato senza accettare alcuna collaborazione. Io voglio sapere che cosa facciamo insieme di concreto domani mattina. Non mi interessa che qualcuno mi dica che cambierà il sistema monetario mondiale con un partito che sta appena nascendo, sfidando sistemi che hanno fatto fuori presidenti americani con un battito di ciglia. Perché queste sono le logiche di chi vuole rimanere relegato ad un blog. A me interessa rendere la gente consapevole dei danni provocati da questo sistema monetario ma ho la certezza che non sarà Vox a porre fine al signoraggio bancario mondiale o alla fame nel mondo. E non lo pretendo in un programma. Voglio sapere piuttosto che faremo da domani per spiegare agli italiani che una banca centrale non può operare come sta facendo la Bce e ci sono soluzioni a portata di mano da portare a conoscenza degli italiani. Voglio dimostrare che una moneta non può essere gestitacome viene gestito l’euro e quindi cominciare con azioni concrete che partano dalla consapevolezza dello stato di prigionia politica in cui versa il paese. Perché nulla è stato fatto per caso o per errore. Con l’Unione europea siamo stati vittime di un golpe finanziario. Ora dobbiamo focalizzarci su azioni che possiamo intraprendere già da domani mattina. Ci serve partire dai territori più prossimi ai cittadini. Ci serve far entrare persone consapevoli anche nel Consiglio Regionale, in quello Comunale, perché quando una spesa per i cittadini verrà bloccat, a causa di uno stupido vincolo europeo, ci vorrà qualcuno capace di paralizzare i lavori e spiegare ai cittadini che cosa sta succedendo. Ci vogliono sindaci e governatori sovrani. Capaci, da domani, di opporsi alle regole del sistema, mandandolo in tilt. Ci vuole una rete sul territorio che faccia azioni fuori alle sedi Rai quando censurano certe notizie. Questo non vuol dire che non vadano affrontati temi epocali. Ma non nell’agenda di un movimento che sta appena nascendo perché sarebbe utopia. Non siamo riusciti ancora a sottrare il nostro Ministero dell’Economia dalle mani del Cartello finanziario internazionale che impone il proprio Ministro e le proprie regole in piena autonomia da quasi 30 anni e pretendiamo di togliere la moneta a quello stesso sistema? Non siamo riusciti a togliere il pareggio di bilancio dalla Costituzione e a rifiutarci di pagare il Mes che sappiamo essere dannosissimi per l’Italia. Eppure basterebbe qualche decreto ad hoc. E vogliamo metterci a parlare di uscita dalla NATO? Allora io preferisco non sapere nulla del programma. Io voglio creare una rete di persone consapevoli. E se c’è qualcuno capace di pubblicizzare quella rete anche in TV, perché lo invitano come filosofo, ben venga. Non devo preoccuparmi del fatto che se il sistema dà spazio a questo partito è perché ritenga un giorno di poterlo controllare. Non devo mettere il carro davanti ai buoi. Mi devo preoccupare di creare una rete di persone integre che al momento opportuno agiranno coerentemente perché sono stati scelti con determinate caratteristiche, che ci permetteranno di fare uno sgambetto al sistema.Io di questo mi devo preoccupare. Voi di questo vi dovete preoccupare.”
Quindi non temi di perdere credibilità?
“La credibilità non la perdi quando scegli di aderire ad un progetto che possa fare da cassa di risonanza per le tue denunce. La credibilità la perdi se quel progetto cambia le sue finalità e tu ne resti attaccato per convenienza. Ma se avessi ragionato per mero opportunismo politico secondo voi avrei scelto Vox invece della Lega o del Movimento Cinquestelle ?
Ora fatemi gli auguri e mettiamoci a lavoro.”
Francesco Amodeo
Autore del libro La Matrix Europea disponibile su www.francescoamodeo.it
Video citati nell’intervista:
Carlo Sibilia ringrazia Amodeo: https://www.youtube.com/watch?v=wnl8g77rrDY&t=56s
Tiziana Ciprini alla Procura di Roma con Amodeo https://www.youtube.com/watch?v=p339vykmtzU
Bilderberg 2014. Copenaghen https://www.youtube.com/watch?v=dcsrkiNJSkA