Giulia Ciarapica, classe 1989, una laurea specialistica con lode in Filologia moderna presso l’università degli Studi di Macerata.
È una blogger culturale, collaboratrice giornalistica e scrittrice.
Ha curato la rubrica “Food&Book” per Huffington Post Italia (fino al 2017). Collabora
con Il Messaggero e Il Foglio.
È ideatrice del progetto scolastico Surfing on books, insegna ai ragazzi come si scrive una recensione e come si legge (e si analizza) un libro. Nel 2018 ha pubblicato il saggio Book blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché (Cesati Editore). Nel 2019 ha pubblicato il primo romanzo d’esordio Una volta è abbastanza (Rizzoli).
Come sei arrivata ad essere una book blogger?
“Ho iniziato dando semplicemente corpo ad una passione, quella per i libri. Nell’estate del 2014 ho aperto il mio primo blog, che all’epoca si chiamava “Se questo è un libro”, e subito dopo, nel settembre di quello stesso anno, ho iniziato la mia collaborazione con il magazine Sololibri.net. Condividendo le mie recensioni sui social e facendomi conoscere da case editrici, autori e lettori, ho iniziato il mio percorso da book blogger.”
La recensione più difficile che tu abbia dovuto fare e perché
“In realtà non esistono recensioni “difficili” che mi sia trovata ad affrontare, però ci sono quelle che mi hanno vista più coinvolta, più entusiasta, come ad esempio l’articolo che ho scritto su “Cade la terra”, romanzo d’esordio di Carmen Pellegrino, che offre molte chiavi di lettura e, proprio per questo, diventa un testo con cui il recensore può “sbizzarrirsi” dal punto di vista analitico.”
Tre consigli per il perfetto book blogger.
“Costanza, impegno e grande spirito di osservazione e analisi.
Occorre essere costanti nella lettura e nella scrittura degli articoli, occorre essere costanti nella condivisione sui social, e occorre essere costanti nella promozione della lettura – considerarla quasi una “missione”. Tutto questo, tenendo conto del fatto che il web ormai pullula di lit-blog e profili social in cui si parla e si scrive di libri, per questo bisogna sempre puntare sulla qualità e sulla capacità analitica: è necessario distinguersi proponendo contenuti di alto livello.”
Ho amato molto tutti i personaggi del tuo romanzo “Una volta è abbastanza” (Rizzoli, 2019), in particolare Annetta. Lei che sembra non aver mai paura di niente e guarda il mondo a testa alta. Non si piega, non si spezza, anche se nasconde una grande fragilità che ha quasi paura a mostrare. Come è nato questo incredibile personaggio?
“Tutti i personaggi del romanzo sono persone realmente esistite, poiché ho voluto raccontare le Marche e l’epopea dei calzolai marchigiani partendo da un terreno che conoscevo benissimo: la mia famiglia da parte di madre. Dunque la storia di Annetta, Giuliana e Valentino è realmente quella dei miei nonni materni e della sorella di mia nonna. Non ho fatto altro che riportarli su carta.”
Tu sei una forte lettrice e non posso esimermi da farti la fatidica domanda… quali sono i tuoi autori preferiti? C’è qualcuno che senti particolarmente vicino per temi o stile?
“Ci sono tanti autori che amo molto, e parlando di classici (il terreno a me più congeniale, in effetti) non posso non citare Dino Buzzati, Alberto Moravia, Elsa Morante e Goffredo Parise. Ma poi, tra i contemporanei, cito anche Romana Petri, Carmen Pellegrino, Teresa Ciabatti e Nadia Terranova.”
Quando è cominciata la passione per la parola scritta?
“Potrei dirti da sempre ma in parte mentirei, nel senso che la mia anima da lettrice è sbocciata tardi, intorno ai 15 anni. Da piccolissima avevo una passione folle per la poesia – complice mia madre che, quando non avevo ancora sei anni, mi portò in visita alla casa di Leopardi a Recanati e mi lesse gran parte dei suoi idilli – ma poi, soprattutto negli anni delle medie e nei primi due del liceo, non ho mantenuto lo stesso amore. Poi, con “L’isola di Arturo” della Morante, nell’estate dei mieiquindici anni sono tornata a riscoprire quel fuoco che, in realtà, non si era mai spento e ardeva silente sotto la brace.”
E come è avvenuto il passaggio da book blogger e critica letteraria a scrittrice?
“Per caso, nel senso che sono stata contattata dall’ormai ex direttore della narrativa italiana di Rizzoli – che non smetterò mai di ringraziare per aver creduto in me – e da lì è nata la storia che sto portando avanti. Era da tanto che avrei voluto scrivere qualcosa del genere ma mi era sempre mancato il coraggio. Lui me l’ha dato.”
Per chi non avesse ancora letto il libro, facciamo un breve riassunto. Parlaci della trama di “Una volta è abbastanza”, frase che sembra abbia detto Mae West a proposito della vita, giusto?
“Giusto, la frase è della West: “Si vive una volta sola, ma sei lo fai bene una volta è abbastanza”, e l’ho scelta proprio perché secondo me rispecchia perfettamente il mood del romanzo, e più in particolare descrive perfettamente il destino dei personaggi: si vive una volta sola ma se vivi con audacia e con passione, allora una volta potrebbe essere abbastanza.
Come accennavo prima, questo è il primo volume di una saga famigliare ambientata interamente nelle Marche – regione in cui sono nata e in cui tuttora vivo – che si propone di raccontare, attraverso le vicende della famiglia Verdini e Betelli, non solo un territorio – che appunto è quello della provincia della Marca Sud – ma anche una fetta di storia del nostro paese poco frequentata in termini letterari: quella dei calzolai marchigiana dal secondo dopoguerra agli anni Ottanta. “
La memoria, soprattutto familiare, ha dunque un ruolo importante, se non determinante, nel tuo libro. Che ruolo svolge questo complesso processo di elaborazione del passato nel lavoro dello scrittore, nella tua esperienza?
“Direi che per il momento si tratta di un processo determinante, anche perché senza passato non riesco a interpretare il presente né a immaginare il futuro.”
Collaboratrice de Il Foglio e Il Messaggero, book influencer, assessore alla Cultura e scrittrice per Rizzoli… Chi è Giulia Ciarapica?
“Una persona che vive di, per e con le parole, in breve.”
Una volta è abbastanza, ma non sempre. So che hai in mente di continuare con altri capitoli di questa storia. Quando usciranno? Hai già iniziato a scrivere?
“Il secondo volume è quasi al completo, di sicuro non manca molto per tornare a Casette d’Ete.”