“Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano”. Questo scrive lo scrittore brasiliano Paulo Coelho.
Se prendessimo lo sguardo come un grande libro, un volume dove tracciare linee e segni, gli occhi sarebbero le puntine di questi fogli bianchi che si dispiegano come ali di un sipario verso il nostro cuore, per raccontare e per svelare.
Lo sguardo, alla fine, diviene palcoscenico di questo scambio loquace e immediato tra il cuore e gli occhi, ma al contempo anche custode geloso e trasmettitore, solo per chi è in grado non solo di leggere, ma anche di sostenere uno sguardo profondo, uno sguardo unico e particolare.
Gli occhi sono l’unica parte sincera del corpo, non mentono mai: l’essere umano può essere ormai quasi “artefatto”, ma dagli occhi è possibile davvero comprendere l’anima di una persona.
L’artista torinese Carla Chiusano è oggi l’artista dello sguardo: un’artista in grado di relazionarsi con il mondo, di ironizzare in maniera intelligente con esso e di instaurare un dialogo profondo con il suo io, con la sua anima, per farla poi trasparire nelle sue opere.
Donna elegante, viaggiatrice di sé e del mondo, grande conoscitrice dell’arte, affascinata dal bello, dal tratto, dal disegno e da tutto ciò che indica un motus, un trasporto e quindi un carro di emozioni, Carla è oggi una donna completa che alberga in un mondo fatto di carezze, abbracci e sguardi che raccontano e svelano.
Sguardi da raccontare a suon di musica perché, ci rivela: “Dipingere senza musica non è possibile, sarebbe come ballare in silenzio: impossibile! La pittura è un’arte “povera”, che colpisce solamente lo sguardo: in un certo senso, è banale, piatta, mentre la musica ti colpisce l’anima, ti entra dentro e ti fa venir voglia di muoverti.”
Nelle sue opere l’animale assume un significato complesso: racchiude paure, gioie e molto altro.
Le sue vignette, le sue gigantesche opere che ritraggono animali, i suoi disegni, la sua pittura ad olio, tutto parla di sé, del suo mondo e della sua capacità di catturare e di carpire anche solo un momento che regala poi all’eterno e un fiato che diviene emozione pura.
Lei stessa afferma: “E’ solo quando arrivo a dipingere gli occhi che finalmente il mio lavoro prende anima, allora capisco quello che il soggetto mi vuole trasmettere. È un momento di grandissima emozione.”
L’artista sarà con le sue opere protagonista a settembre presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles con la mostra dal titolo “Celebrating Diversity” a cura di Ermanno Tedeschi, dove ritrae animali nella loro autenticità e fierezza, uniti a bandiere, per palesare che tutti facciamo parte di un mondo coeso e globale.
L’occhio di Carla è depositario di memoria: non dimentica in tutti i viaggi fatti, ed esposizioni trascorse, il passato, il ricordo e lo traduce in un presente fruibile a tutti, nella magia di un incanto, nella poesia di uno sguardo.
Maestri di filosofia e portatori di giudizi estetici e morali, i suoi occhi oggi sono la finestra sul mondo per leggere una realtà che vuole essere un po’ più leggera e un po’ più leggibile in maniera sincera.
Tutti dovremmo avere occhi come porte aperte prima verso il nostro animo e poi verso l’altro.
Carla, donna, artista, persona presente a se stessa, amante sia di un maestro intellettuale come Piero della Francesca, sia del veritiero e terroso Michelangelo Merisi alias Caravaggio.
Come quest’ultimo, anche lei mostra a noi il suo sguardo, i suoi occhi penetranti, che diventano alla fine tanti puntini luminosi dove trascrivere ciascuno il proprio mosaico, il proprio diario di anima.