Quando i comici si avvicinano a temi seri, spesso non vengono presi sul serio, rischiando di passare per quelli che vogliono strappare la risatina facile… Se però i comici hanno alle spalle una seria formazione su specifici temi, alle risate, a volte “agrodolci”, si unisce la riflessione.
E’ questo ciò che Diego Parassole, conosciuto ai più, ormai qualche anno fa, per le sue performance prima al Maurizio Costanzo Show e poi sul palco di Zelig, da un po’ di tempo a questa parte sta facendo, con spettacoli intelligenti, coinvolgenti e basati su temi di grande attualità.
Diego, per chi non ti conoscesse bene, puoi parlarci di te?
“Ho cominciato a fare il comico per hobby, a pochi esami dalla Laurea in Veterinaria, che poi non ho concluso, preferendo dedicarmi alla scuola di Teatro di Torino. Nel 1990 ho partecipato ad una trasmissione per esordienti, “Gran Premio”, condotta da Pippo Baudo per poi iscrivermi all’Accademia d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano e fare l’animatore in estate”.
Nel 1994, finita la scuola, arrivo terzo al concorso di cabaret “La Zanzara d’oro” e vengo notato dal responsabile delle selezioni al Maurizio Costanzo Show. Inizio così a fare televisione.
In quel periodo una società di consulenza, conosciuta durante un evento, mi chiede aiuto per realizzare corsi di public speaking. Inizio così a fare formazione e ad avvicinarmi allo studio di altre materie, anche grazie ad uno dei primi autori con cui cominciai a collaborare durante il Maurizio Costanzo Show: Carlo Turati, che scriveva anche per Giacomo Poretti (prima ancora che si costituisse il celebre trio “Aldo, Giovanni e Giacomo”) ed era professore di organizzazione aziendale in Bocconi (ed in altre Università). E’ anche grazie a lui che intraprendo il percorso che mi porta anche a diventare coach, sviluppando così una carriera da attore comico e formatore.
I miei spettacoli, tecnicamente definiti “interventi di edutaiment”, raccontano come funziona il cervello, relativamente a certi temi: la vendita, il cambiamento, i feedback, etc…
Come sei arrivato a fare ciò che fai oggi?
“Caso, opportunità colte e curiosità: ecco gli ingredienti che mi hanno portato ad esser quello che sono oggi. Studio neuroscienze, per portare questi temi in azienda e negli anni sono venuto a contatto anche con la mindfulness che, banalizzando molto, cerca di mettere in pratica alcune ricerche di neuroscienza per aiutare a gestire lo stress nei pazienti che hanno dei dolori cronici e non rispondono alle terapie tradizionali”.
Come ti sei interessato di questi temi controversi ed attuali al tempo stesso e come li stai portando in giro per l’Italia?
“Vivere in grandi città inquinate, significa fumare un pacchetto di sigarette al giorno. Ho deciso allora di iniziare ad occuparmi delle tematiche più generali dell’ambiente, del futuro del cibo e dell’alimentazione. Tutto ciò con i miei spettacoli, “Stanno arrivando i cambiamenti climatici e non ho niente da mettermi” il primo, seguito da “I consumisti mangiano i bambini”, in cui parlo di obesità, diabete ed alimentazione sana; per giungere fino all’ultimo, “Saldi di fine futuro”, centrato sulle risorse, sempre più scarse, del nostro Pianeta. Da questo spettacolo inoltre è nato libro, “All you can eat”.”
Il cambiamento climatico, è qualcosa di cui parliamo ora solo per “l’effetto Greta” oppure c’è già da tempo la consapevolezza che le cose non vanno e che sia necessario attuare un cambiamento? Si sta facendo abbastanza?
“Sicuramente si parla sempre di più di questi temi, anche perchè la situazione è ormai davvero allarmante.
Le aziende stesse si rendono conto che è necessario un cambio di direzione. Tuttavia, non si sta facendo abbastanza, perchè siamo in un sistema complesso e pensare di poter cambiare tutto dall’oggi al domani è una follia, anche se il cambiamento è necessario”.
Come continuerai a provare a portare l’attenzione dell’opinione pubblica su questi temi? Che programmi hai a breve termine?
“Innanzitutto, quando possibile, con i miei spettacoli, che vorrei potessero svolgersi sempre più in contesti aperti ad un pubblico normale e non solo aziendale; in secondo luogo, con video e post, anche umoristici, da condividere sul web, per raccontare la sostenibilità in modo anche divertente. Cerco, infatti, di far avvicinare a certi problemi anche persone che non hanno voglia, tempo o sufficiente preparazione per approcciarsi allo studio di documenti ufficiali, come i rapporti ONU, FAO, etc…”.
Salutaci con una battuta delle tue e facci sorridere e riflettere al contempo…
“Ognuno di noi deve partire da sé, con quei piccoli atti che tutti i giorni possiamo fare: abbassare di un grado il termostato in casa, vuol dire, a seconda della casa, risparmiare anche il 10% di riscaldamento, così come spegnere le luci quando non ci servono.
Qualche giorno fa, mia moglie si stava addormentando con l’abat jour accesa. Le ho detto:
“Spegni la luce per dormire”.
Lei: “Ho paura del buio”
E io: “Si, ma io, dall’ultima bolletta ho paura della luce”.