L’efficienza energetica come leva per ripartire dopo l’emergenza Coivd 19

In un periodo di grandi cambiamenti e scelte come quello che stiamo vivendo l’efficienza energetica può essere uno
strumento-chiave per conciliare sostenibilità, ambiente con crescita e nuove opportunità. Con un ruolo centrale all’informazione dei consumatori.
Ne abbiamo parlato con Federico Testa, Presidente dell’ENEA, l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile

Presidente Testa, uno dei temi più discussi nel corso della pandemia è quello di un possibile legame fra l’inquinamento atmosferico e la diffusione del Covid-19. Come ENEA intende studiare questa tematica?

“Certamente occorre studiare effetti del “lock down” sull’inquinamento atmosferico e sui gas serra, anche per “approfittare” di dati che difficilmente avremmo potuto acquisire senza questa situazione di grave emergenza. In realtà, all’inizio di maggio abbiamo avviato un progetto specifico che si chiama PULVIRUS insieme a Istituto Superiore di Sanità e Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (composto da ISPRA e dalle Agenzie Regionali del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente). L’obiettivo è di approfondire il discusso legame fra inquinamento atmosferico e diffusione della pandemia e le interazioni per poter fornire a istituzioni e cittadini informazioni e risposte sulla base di competenze e dati scientifici per le interazioni fisico-chimiche-biologiche fra polveri sottili e virus“.

Uno dei ruoli più rilevanti che per legge sono affidati all’ENEA, è quello di Agenzia Nazionale dell’Efficienza energetica. Che cosa fate per diffondere la cultura dell’efficienza energetica nel nostro Paese?

“ENEA ha svolto sin dagli anni ’90 un’intensa attività di informazione e divulgazione sul tema del risparmio e dell’efficienza energetica, quando ancora queste tematiche non avevano la popolarità e la diffusione che hanno adesso. Successivamente, con l’attribuzione anche del ruolo di Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica, abbiamo realizzato specifiche campagne di comunicazione e formazione finanziate dal Ministero dello Sviluppo Economico con il quale collaboriamo per realizzarle. Il fatto che il Governo nel 2014 abbia deciso di destinare specifiche risorse alla disseminazione della cultura dell’efficienza energetica è un unicum in Europa, e nel tempo ci ha aiutato a costruire una reputazione nazionale e internazionale attestata anche dai ranking di ACEEE e World Bank. I nostri laboratori dedicati hanno sempre fatto riferimento alle esigenze di specifici target (per esempio imprese energivore, Pubblica Amministrazione, PMI, scuole, amministratori di condominio, etc) e questo ci ha consentito di affinare strumenti e canali di comunicazione. Oggi tutti i prodotti dedicati che abbiamo realizzato sono disponibili sul sito http://italiainclassea.enea.it, sui social e sulle piattaforme e-learn dell’ENEA, mentre informazioni sugli aspetti normativi e anche più ‘istituzionali’ sono reperibili sul sito efficienza energetica.enea.it”.

Come  si muove ENEA per far conoscere ai consumatori comportamenti virtuosi e best practice nel campo della sostenibilità ambientale e della transizione energetica verso un’economia carbon free?

“Innanzitutto partecipando ai lavori nelle sedi europee dove si decidono le strategie per la transizione verso un‘ economia carbon free. Strategia che vede i singoli Paesi strettamente interconnessi per il raggiungimento di obiettivi comuni che riguardano la qualità della vita e la sostenibilità sociale e ambientale del sistema economico e della sua crescita. Cerchiamo di spiegare agli attuali consumatori che carbon free significa riconciliare ambiente, sviluppo e prosperità su un cammino che offre rilevanti opportunità di sviluppo e occupazione. I più giovani hanno bisogno di credere nel futuro, e i loro comportamenti potranno cambiare solo se la cura per il futuro farà parte della loro identità personale, sociale e morale/culturale. A noi interessa che prendano consapevolezza del loro ruolo individuale e generazionale in modo da farsi parte attiva e informata del processo”.

 Fra le iniziative realizzate su questi temi i webinar in streaming per informare i cittadini sulle opportunità dell’edilizia efficiente e degli ecobonus: che riscontri avete ricevuto?

“Abbiamo avuto segnali molto positivi. Il lock down ha fatto sì che molte persone abbiano più tempo per informarsi e seguire le tematiche di interesse. Le iniziative che stanno riscuotendo più successo sono i video su piattaforma e-learning, la web serie sull’efficienza energetica con la possibilità di porre domande ai nostri esperti, le pillole informative diffuse sui social e il ciclo di webinar dedicati. In queste settimane sono anche stati aggiornati i vademecum sui bonus ed è stato pubblicato on line un manuale ad uso condominii, il tutto con un approccio teso alla semplicità e alla completezza delle informazioni”.

I sistemi di Building Automation per la gestione automatica degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda sanitaria o di climatizzazione estiva, faciliteranno la gestione di case smart anche nella rendicontazione delle spese. Del controllo da remoto si parla da anni eppure c’è ancora una certa ritrosia da parte dei contribuenti: secondo lei, dov’è il nodo da sciogliere?

“In realtà vi sono un insieme di elementi, fra i quali, ad esempio, la percezione che la buiding automation riguardi soprattutto il settore non residenziale, come ad esempio per alberghi, edifici commerciali o pubblici. Altre motivazioni sono legate alla difficoltà di gestire nuove tecnologie, all’insicurezza sulle capacità di controllo e ai costi: spesso si preferisce eliminare una spesa non essenziale come quella del controllo digitale, o acquistare un’apparecchiatura tecnologica meno avanzata e performante, perché meno costosa. Vorrei anche aggiungere, prima di concludere, che nell’insieme tutte le attività che riguardano la riqualificazione energetica degli edifici devono essere considerate con la massima attenzione per l’effetto-leva nel far ripartire l’economia e l’occupazione nella fase post-emergenza coronavirus e raggiungere gli obiettivi europei in tema di clima ed efficienza energetica. L’obiettivo è di avviare velocemente una ricostruzione economica sostenibile, salvando le ambizioni e gli obiettivi di zero emissioni di gas serra al 2050. La sfida riguarda il nostro Paese che ha una filiera di grande rilievo in questo settore, a cominciare dall’edilizia, ma anche la UE nel suo complesso. Ed è per questo che l’e.e. è uno dei pilastri dell’European Green Deal che dovrebbe ispirare il “piano” post Covid-19″.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares