L’azienda di Giorgio Mercandelli ha la sua base operativa è a Canneto Pavese (PV), un comune famoso anche per essere stato il più vitato al mondo, nonché figlio di colui che fu tra i primi produttori biologici in Italia. Dalla morte del padre Giovanni Giorgio Mercandelli ha affrontato un percorso di crescita e di studio serrato fino ai confini della fisica quantistica.
Un percorso di conoscenza e di amore verso i significati della vitivinicoltura e della vita che ora interpreta in una chiave del tutto inedita, con l’avanguardismo del vino biotico. Un vino che definisce “alchemico”, il cui scopo è suscitare emozioni che risvegliano il significato della creazione attraverso il gusto di un’esperienza che riporta al senso della connessione e al contempo della comprensione della vita e di tutto quello di cui noi rappresentiamo una parte infinitesima, non differentemente dalle vigne che producono i loro frutti.
Insomma, secondo la visione di Mercandelli, il vino biotico riflette il senso dell’esistenza attraverso la vita che ha creato e trasformato il frutto nello stesso modo in cui ha creato e trasformato l’uomo fin dall’origine di Tutto.
Il suo spazio di coltivazione si estende per pochi ettari e nel metterlo a frutto Mercandelli non tradisce quella radicalità geniale ed estrema, connaturata al proprio sperimentalismo, con l’intento di cogliere il senso della vita dalla memoria del vigneto che nasce dalla purezza dei frutti.
Un vino che riflette il rapporto esclusivo tra l’uomo e la natura dove l’artefice è l’unico autore di tutto il suo percorso, fino alla bottiglia. Mercandelli considera il vigneto un campo di risonanza della propria interiorità, dove le viti vivono il senso di una relazione che riflette lo stesso grado di libertà con cui l’autore vuole esprimersi attraverso il vino.
Una realtà dove le piante non vengono potate, concimate o trattate, non certo per essere abbandonate ma piuttosto sostenute verso la bellezza di un’armonia coerente al senso della stessa vita che si realizza nella realtà, come all’origine del mondo.
Una realtà dove il vino è il risultato di un’esperienza artistica senza compromessi, in cui la natura si auto nobilita attraverso la sensibilità del suo autore, in un vortice di rivelazioni sensoriali e sinestetiche.
Il risultato di una visione condivisa con altri cinque produttori-artefici: Luigi Cagnoni, Igor Pasquale, Marco Merighi, Oreste Sorgente e Sonia Doria, che ha portato alla nascita di “cantina alchemica” e alla creazione di OROCORO, il primo vino corale al mondo che riflette il senso di una cuveé alchemica, dove la creatività di ogni artefice si fonde armoniosamente nell’unicità di ogni bottiglia.
Il vino, per Giorgio Mercandelli, non è solo una bevanda conviviale ma un’espressione liquida dell’esistenza che risuona nella coscienza col gusto della vita che sperimentiamo dal nostro personale rapporto col mondo.
Mercandelli interpreta la tecnica e la cultura vitivinicola in una pratica esistenziale che rivoluziona il senso del vino attraverso una visione della realtà che si riflette artisticamente nel gusto di un’esperienza che collega l’umanità alle forze del cielo e della terra.
Per ciò che riguarda le opere liquide di Giorgio Mercandelli possiamo ricordare “Origine”, che nel 2022 gli è valsa la partecipazione al Festival Internazionale di Venezia “Anima Mundi” , e le collezioni “Archetipo”, “Flusso” e “Cosmo”, dove ogni bottiglia riflette la propria unicità anche nelle immagini, realizzate dall’autore, che rimandano al senso della creazione.