Gran Galà della Cultura e della Legalità di Taormina Intervista a Valeria Barbagallo

Nei giorni 10,11, e 12 settembre si terrà a Taormina, presso il Palazzo dei Congressi, il Galà della Cultura e della Legalità. L’evento organizzato dall’Associazione culturale Viva Voce, dal KIWANIS distretto Italia – San Marino, da Charm of Art in compartecipazione al Comune di Taormina, affronterà temi importantissimi come quello della criminalità organizzata, della criminalità minorile, degli abusi e dei nuovi rischi del web e dei media per i giovani. Ci saranno diversi dibattiti, dove verranno discusse nuove proposte per combattere queste gravi problematiche. Tutti gli attori della società devono essere parte attiva nella lotta contro i pericoli a cui vanno incontro preadolescenti e adolescenti.

Ho voluto intervistare Valeria Barbagallo, Presidente dell’Associazione Culturale Viva Voce che non solo ha voluto fortemente questo appuntamento, ma spende la sua vita al servizio degli altri per far conoscere a tutti il valore della legalità e della cultura. Una donna, Valeria, instancabile che si interessa ai giovani e ha a cuore il loro futuro. In una società che mostra, molto spesso, il suo egoismo non è facile trovare una persona come Valeria, disposta a vivere la sua vita al servizio delle categorie più fragili con assoluta abnegazione.

 

Gent.ma Valeria dal 10 al 12 settembre i riflettori si accenderanno su Taormina in occasione del “Gran Galà della Cultura e della Legalità”. Un evento importantissimo dedicato agli incontri con Magistrati, Avvocati, Sociologi e Giornalisti di fama nazionale. Ci racconti come nasce il “Gran Galà della Cultura e della legalità”, visto che lei ha voluto fortemente questo appuntamento e lo ha organizzato con cura e dedizione.

“L’idea nasce dal mio incontro con Santo Cicirò, seduti al tavolo di un bar. Santo Cicirò è il fondatore di Charm of Art, lui mi aveva conosciuta come giornalista e soprattutto io presentavo libri di autori. Santo ha assistito a diverse mie presentazioni e mi ha proposto di creare un qualcosa di grandioso legato alla cultura. Inizialmente, pensavamo solamente alla cultura intesa come libri di scrittori famosi ed emergenti. In realtà, non potevo sottrarmi alla mia vocazione che è quella legalità. Per me la legalità è uno stile di vita, una filosofia anzi è proprio un modo di vivere. Quindi, appena è stato possibile abbiamo ripreso la nostra idea e abbiamo deciso di affrontare come temi la cultura e la legalità, perché l’una e l’altra viaggiano insieme. Ogni aspetto ha preso forma man mano che ci organizzavamo. All’inizio dovevano esserci meno persone e poi pian piano si sono aperti tutti i cassettini della creatività. Volevamo fare qualcosa di veramente straordinario per lanciare un messaggio incisivo all’interno tessuto sociale, rivolgendo il nostro sguardo ai giovani perché sono i giovani quelli che potranno portare avanti questo sentimento della cultura e dei valori”.

Chi saranno i relatori della tavola rotonda del 10 settembre e quali argomenti affronteranno?

“I relatori sono stati scelti in base sia alla loro attività e sia anche a quello che, durante questi anni, hanno voluto trasmettere ai giovani. Pensiamo ad esempio a Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, famoso per essere schietto e diretto per la sua lotta costante nei confronti della criminalità. Lui sostiene che bisogna sempre parlare di criminalità senza alcuna paura, perché ha capito che questo è il segreto per affrontarla. I relatori, oltre lui, sono Sebastiano Ardita lo conosciamo tutti per i suoi libri, e l’ultimo ha come titolo “Cosa Nostra S.p.A.” che ho avuto il piacere di presentare per ben due volte. Altro relatore è Giampiero Calapà che è uno scrittore, un giornalista del Fatto Quotidiano, un grande esperto della Mafia in particolar modo di quella siciliana. A parlare di criminalità ci sarà pure Lirio Abbate, un famoso giornalista, Vicedirettore dell’Espresso, noto per aver scritto inchieste che hanno disturbato la criminalità organizzata e principalmente Cosa Nostra. Poi, abbiamo pensato a Francesco Pira, professore presso l’Università di Messina, giornalista e sociologo di fama nazionale e internazionale, perché lui ha analizzato la modalità con cui i ragazzi riescono ad approcciarsi a questi sistemi criminali attraverso il web. Inoltre, ha studiato i linguaggi della Mafia per quanto riguarda il mondo dei giovani, fornendo aspetti molto interessanti. Con il dott. Nicola Gratteri affronteremo come tema “La mafia ai tempi del Covid” come si è evoluta e modernizzata rispetto ad uno Stato che deve continuamente inseguirla. Una personalità d’eccellenza, nella giornata del 10 settembre, è Gian Ettore Gassani, un famosissimo avvocato matrimonialista, Presidente nazionale dell’AMI, associazione di avvocati matrimonialisti, e io faccio parte dell’AMI Distretto di Catania. Si affrontano costantemente, durante i nostri convegni, dei dibattiti e delle questioni puramente tecniche che servono sia a migliorare il nostro lavoro e sia ad accendere i riflettori su quelle problematiche che portano poi ad avere comportamenti anche patologici. Uno degli ultimi casi è quello di Vanessa Zappalà. La giovane ha deciso di lasciare il suo fidanzato, Tony Sciuto, ma lui non ha mai accettato la separazione e l’ha uccisa. Questo è uno dei tanti episodi da valutare da un punto di vista legale, ma anche da un punto di vista psicologico. Inoltre, bisogna porre particolare attenzione allo Stalking, agli abusi,alla violenza, ai maltrattamenti dei minori all’interno di una lite tra coniugi che poi percorrono il sentiero dell’alienazione parentale, un fenomeno molto pericoloso di cui parleremo all’interno del Convegno AMI”.

Come si possono fronteggiare, secondo lei, i rischi e i pericoli del web e dei media?

“Questo è uno dei problemi più seri che si trovano ad affrontare i genitori. Purtroppo, esiste un forte gap tra il mondo degli adulti e quello dei giovani che viaggia con una grande velocità. Ovviamente, il web nasconde tantissime insidie pericolosissime come ad esempio: i giochi online o i social network. Sfortunatamente, i genitori non sempre riescono a controllare le pagine, o i siti internet, a cui accedono i propri figli. Innanzitutto, perché c’è un grande divario generazionale e soprattutto perché esistono delle tecniche anche per non farsi scoprire. Pertanto, diventa quasi impossibile vigilare. I rimedi ancora non li conosco, ma so che bisogna sensibilizzare molto i ragazzi a stare attenti. Ecco,forse bisogna lavorare sulla sensibilizzazione e continuare ad organizzare campagne d’informazione che possano far capire loro a cosa vanno incontro”.

Giorno 11 Settembre verrà presentato il Progetto Nazionale e Istituzionale “Liberi di Scegliere” di cosa si tratta?

““Liberi di scegliere” è un progetto importantissimo, nato tra le mura del Tribunale dei minori di Reggio Calabria e nasce innanzitutto dalla rabbia, credo, del Giudice dott. Roberto Di Bella, allora Presidente del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, perché era stanco di processare: figli, genitori, nonni e nipoti. Di Bella era stanco di giudicare intere famiglie per lo stesso reato. Un giorno ci fu un caso particolare che lo spinse a cambiare rotta e a prendere una decisione importantissima ossia applicare degli strumenti giuridici, che normalmente venivano applicati in casi di abusi e di maltrattamenti, all’ambito delle famiglie mafiose ovvero: la decadenza dalla responsabilità genitoriale. Ecco, questo strumento permetteva di allontanare i figli da quel nucleo famigliare e cosi sperimentare una nuova vita. Di Bella ha interrotto la catena della Ndrangheta, perché la Ndrangheta si basa su un sistema tribale famigliare padre/figlio e interrompendo questo circuito lui riusciva a togliere questi ragazzi dai contesti criminali e fargli provare una nuova esistenza”.

Cercare di coinvolgere giovani e giovanissimi nell’educazione alla legalità, formarli al rispetto delle regole e delle persone, rappresenta oggi un obiettivo fondamentale e imprescindibile per tutti coloro che hanno responsabilità nello sviluppo e nella formazione delle nuove generazioni. Quali sono le iniziative che potrebbero contribuire a costruire una società più giusta e più equa?

“Questa domanda corrisponde esattamente con la missione del progetto “Liberi di scegliere”. Il progetto è stato protocollo d’intesa con 5 Ministeri tra cui il Miur e l’Università e la ricerca. Infatti, con il Miur sono stati fatti dei progetti importanti per le scuole, partendo proprio dai giovani. Tra le iniziative c’è stata una forma di preparazione. Il Ministero chiedeva a tutti i Dirigenti Scolastici di adottare, per l’educazione civica, un sistema di responsabilizzazione alla legalità attraverso la visione del film “Liberi di scegliere”. Un film prodotto dalla Rai, visto da tantissimi ragazzi nelle scuole di tutta Italia e ovviamente trasmesso dalla Rai fiction. Oltre al film, anche la lettura del libro “Liberi di scegliere”, del dott. Di Bella, che racconta la genesi del progetto ed evidenzia la figura del giudice, una figura molto umanizzata. Infatti, si inizia a voler bene al dott. Di Bella già dalle prime righe di questo libro che consiglio vivamente a tutti. “Liberi di scegliere” si propone come un progetto di prevenzione alla criminalità, puntando alla cultura e ai tanti sistemi che, messi insieme, riescono a formare il ragazzo e lo aiutano ad avere una mentalità più aperta nei confronti della legalità”.

Il 12 settembre ci sarà un confronto sul tema “soggetti vulnerabili, crisi relazionali, bullismo e azioni a tutela dei minori, diritto alla sicurezza”. Tra le personalità di spicco ci sarà anche il Prof. Francesco Pira, sociologo di fama nazionale e internazionale, che da anni porta avanti la sua lotta contro il bullismo. Come pensa sia possibile fronteggiare il bullismo in un periodo così difficile, dove sono aumentati anche i casi di cyberbullismo.

“La giornata del 12 settembre è incentrata sui temi del Kiwanis, un club International, che si occupa di tematiche a favore dei minori e a favore delle donne, in relazione ai casi di abusi, di violenza e di minori non accompagnati. I service sono davvero tanti. Il prof. Pira è un esperto di problematiche afferenti al mondo dei giovani e tra queste c’è il bullismo e il cyberbullismo. Il fenomeno del cyberbullismo, durante tutta la pandemia, è stato più dilagante. I ragazzi hanno, ormai, un po’ tutti uno smarpthone e subito riescono a postare delle foto e a divulgare velocemente le notizie. I rimedi non sono semplici. Fino a quando non ci sarà una normativa che regolamenta, in maniera efficace, il mondo del web tutto quello che veicola la rete è difficile da controllare. Il rimedio potrebbe essere una normativa precisa, chiara e con una punizione severa per chi commette reati informatici e reati per mezzo del web. Per quanto riguarda il bullismo si è fatto tanto in passato, ma c’è ancora molto da fare. Bisogna partire dall’educazione, per far capire ai ragazzi che i problemi personali vanno affrontati diversamente e non riversandoli sugli altri coetanei. Il desiderio di essere leader, molti ragazzi vogliono primeggiare ed è quasi un istinto di natura, va chiaramente aiutato, convogliato, indirizzato verso altre attività. Ci sono diversi sport in tal senso, come le arti marziali, di cui parlerà il maestro Ferdinando Barra, coordinatore nazionale ASI arti marziali. Le arti marziali possono essere un ottimo deterrente, perché sono una disciplina che indirizza in maniera specifica tutte quelle energie negative e tutte quelle problematiche psicologiche, derivanti da situazioni famigliari, verso una strada diversa e positiva”.

Lei è il Presidente dell’Associazione Culturale Viva Voce. Quali sono i progetti e gli obiettivi della sua Associazione?

“Si, sono la Presidente dell’Associazione Culturale Viva Voce ed è un’associazione che ho fondato e ho voluto fortemente. Avevo l’esigenza di riunirmi con degli amici che mi seguono, e mi supportano, nelle mie attività e credono in quello che faccio e nei miei obiettivi sociali. Viva Voce nasce come voce di quella che è la bellezza dell’arte e della cultura e non potevo non parlare di legalità. Come ho già detto per me la legalità è uno stile di vita e un modo di pensare. Come Associazione abbiamo fatto dei progetti per gli anziani. Infatti, abbiamo creato un modello che possa andare bene per tante comunità per cercare di rendere gli anziani protagonisti della società. Il progetto si chiama CreAttivi ci tengo tanto a citarlo, perché spesso questa fascia d’età viene abbandonata. Noi abbiamo voluto valorizzarla e prima di tutto abbiamo dato voce alle esigenze e alle problematiche di questi uomini e queste donne troppo spesso dimenticati. Viva Voce, vuole dare voce ed io, essendo una giornalista, voglio informare e dare voce ai diversi aspetti della società. Inoltre, io, in qualità di Presidente, insieme ai miei soci organizzo dei progetti per le scuole.

Progetti sulla legalità e sul giornalismo. L’ultimo è stato proprio un progetto radiofonico in una scuola che ha avuto un grande successo. Infatti, attraverso questo progetto sono riuscita ad instaurare un rapporto docente e discente, un po’ diverso dove le competenze trasversali risultavano essere più coinvolgenti rispetto alle competenze chiave. Io credo molto nei progetti e penso che siano ormai un’appendice importante di qualsiasi scuola”.

Lev Tolstoj scriveva che: “Per essere felice, occorre una cosa sola: amare, e amare con sacrificio di sé, amare tutti e tutto, stendere in tutte le direzioni la tela di ragno dell’amore: chi ci capita dentro, quello va preso”. Quanto conta per lei l’amore, soprattutto l’amore per gli altri e l’altruismo nei confronti delle categorie più fragili.

“L’amore è qualcosa di indescrivibile. Io ho avuto la fortuna di conoscere i diversi aspetti dell’amore: verso un uomo, verso un genitore, verso i parenti, verso i fratelli e soprattutto l’amore più profondo nei confronti di un figlio. Io sono mamma di un ragazzino che oggi ha 14 anni ed è lui è la mia musa ispiratrice. Io agisco, perché spinta da un grande amore che è quello di un genitore e di una madre che cerca di dare degli esempi importanti. So bene che i figli in età adolescenziale non seguono i consigli dei genitori, ma seguono l’esempio dei genitori. Cerco di essere un esempio, cerco di dare un’immagine valoriale di cui, oggigiorno, è molto carente la società e per fare questo bisogna proiettarsi verso gli altri. L’altruismo non è solo un dare agli altri, ma è una proiezione verso gli altri che è un concetto molto diverso. Questo lo si fa quando lo si sente, lo si prova e quando ti rendi conto che nella società hai un compito. Ognuno di noi ha un compito sociale importante. Magari non lo capiamo da giovani, ma lo si capisce attraverso i figli. Grazie ai figli comprendi che c’è qualcosa che non funziona nella società e vorresti lasciare loro un mondo migliore. Viviamo in un momento di crisi su tanti settori: amore, valori e cultura. Quindi è necessario che ciascuno di noi riesca a capire, attraverso un percorso personale, il valore di sé e cosa può dare agli altri. Credo che sia il segreto, la via, della felicità”

Ci sveli qualche segreto relativo all’organizzazione del “Gran Galà della Cultura e della legalità”. Qualche dettaglio che non conosciamo.

“Il segreto che vi posso svelare è che inizialmente il Gran Galà era stato pensato per la città di Messina, ma poi non è stato possibile realizzarlo. Pertanto, abbiamo pensato di spostarlo in una location ancora più prestigiosa sicuramente con mille difficoltà e tanti deterrenti logistici, ma con un impatto diverso e forte. Questo è il segreto che magari molti non sanno

I giovani sono la mia missione. È chiaro che se mi sono specializzata in Diritto di famiglia, come mediatore famigliare e mediatore scolastico penale e minorile, è perché questa sferanecessità di più attenzione da parte un po’ di tutta la società e da tutte le agenzie formative come: la scuola e lo sport. I principali ambiti educativi devono ruotare attorno alla vita dei giovani per indirizzarli in percorsi giusti da seguire. Proprio per questo loro sono una missione e non è facile, specialmente in età adolescenziale, riuscire ad inquadrare i ragazzi, perché vivono un momento di cambiamento ed proprio durante il cambiamento che possono insinuarsi i pericoli. Vogliono staccarsi dai genitori e vogliono essere indipendenti, ma allo stesso tempo possono essere molto influenzati dal gruppo dei pari. Infatti, questa è la teoria di Erikson che studia lo stadio della dispersione dell’io. In questo stadio può cambiare la vita di tanti giovani e noi dobbiamo intervenire e supportarli, per contrastare i casi di devianza che li conducono a percorrere strade criminali o sentieri di solitudine e depressione. Bisogna stare molto attenti ed è questa la mia missione”.

Voglio dedicarle un pensiero di Sofocle che, secondo me, la rappresenta: “L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo”.

 

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