Non è affatto difficile capire quanto a Cristina Mucci piaccia il suo lavoro. Laureata con lode al percorso magistrale ad indirizzo biomolecolare, diplomata con un Master sulla nutrizione umana in condizioni fisiologiche e patologiche, ha poi conseguito l’abilitazione alla professione di Biologo ed iscrizione all’Albo. Ha lavorato nella ricerca universitaria in ambito citogenetico, in ambito medico/farmacologico nel settore delle malattie metaboliche ed è stata docente di corsi di formazione professionale. Negli ultimi anni, non si contano più i corsi di aggiornamento e specializzazione da lei seguiti, per offrire ai suoi pazienti l’approccio nutrizionale più adatto e qualificato.
Ma è altrettanto semplice capire quanto per la dottoressa Mucci sia importante condividere le sue conoscenze, consigliare, diffondere la sua passione per una corretta rieducazione alimentare attraverso ogni strumento possibile. Un sito, un blog, rubriche su Youtube, articoli su riviste sia specializzate che generaliste, interviste in radio (tra cui la nazionale RDS), post sui social: conoscere significa capire, e capire significa stare meglio. Il passaggio di informazioni è fondamentale, anche quando è il paziente a darle al nutrizionista, perché ascoltare attentamente è la base per iniziare a lavorare insieme ad una corretta rieducazione alimentare. Infatti, è proprio dal primo colloquio conoscitivo che inizia il lavoro per Mucci: «Imparare a controllare il proprio peso è importante per la nostra salute e per i risvolti sociali che ne derivano. Ritmi frenetici e frequenti pasti fuori casa, però, fanno dimenticare l’importanza di questo aspetto. Con il giusto aiuto è possibile riappropriarci della capacità di mantenersi in forma, con semplici regole da adottare anche fuori casa. Per arrivare all’obiettivo non si possono stravolgere le proprie abitudini alimentari. È possibile imparare a mangiare e a volersi bene senza forzature, ma accondiscendendo alle proprie esigenze. Quindi, al primo incontro raccolgo tutte le informazioni utili per la creazione di un piano personalizzato. Chiedo notizie su stile di vita, stili alimentari e gusti, patologie pregresse e/o attuali, uso di integratori e tanto altro. Mi piace ascoltare e mi prendo tutto il tempo che reputo necessario per conoscere la persona e per farmi conoscere. Quarantacinque minuti, un’ora o anche di più, non c’è un limite di tempo per ascoltare».
Arrivano poi gli altri step: «Effettuo delle prime misurazioni antropometriche (altezza, peso, circonferenze) e plicometriche (per la valutazione del grasso). Valuto lo stato nutrizionale tramite bioimpedenziometro (BIA 101 ANNIVERSARY Sport Edition– Akern). Calcolo la massa magra, la massa grassa, il grado di idratazione ed il metabolismo basale. Se lo reputo necessario, analizzo la presenza di cellulite ed il suo stadio, con apposito test. Soltanto dopo, elaboro un piano alimentare unico e personalizzato, che terrà conto di quanto riferito. Gli incontri successivi saranno gestiti e decisi di volta in volta, in base alle necessità, alla risposta, alla motivazione. Ad ogni incontro verranno effettuate tutte le misurazioni ritenute opportune. I piani alimentari saranno cambiati, frequentemente in base alle necessità».
Per la dottoressa Mucci è importante far capire a chi si rivolga a lei che seguire un piano alimentare bilanciato per la propria salute non significa rinunciare al gusto: « Il cibo è al primo posto nella classifica dei piaceri. Il gusto è il primo senso sviluppato dai neonati: nei primi mesi di vita si educa il palato alla varietà dei sapori. Spesso i regimi alimentari imposti si discostano dal gusto e dalle abitudini dell’individuo. Il risultato è il fallimento della terapia alimentare e la ripresa dei chili persi. Proporre un buon regime alimentare non significa solo consentire il dimagrimento. Vuol dire rieducare al gusto, insegnando a scegliere i cibi più corretti, ma anche più piacevoli. Permettere alla persona di sviluppare la sua creatività e di fare scelte appropriate in virtù dei suoi gusti è la giusta via per un buon risultato. L’Italia, da Nord a Sud vanta una tradizione gastronomica variegata che ha un unico comune denominatore: il buon gusto. Soprattutto durante le feste, penso al Natale o alla Pasqua, non sarebbe giusto effettuare tante rinunce, soprattutto perché condividere certi momenti, anche a tavola, è un aspetto fondamentale per socializzare e
relazionarsi con gli altri. Le generazioni passate hanno vissuto dei momenti di povertà in cui non si mangiava molto e le festività erano anche un’occasione per farlo in un certo modo. Ma noi ormai viviamo in tempi di opulenza alimentare, quindi quello che dobbiamo fare noi non è eliminare certe tradizioni, ma cercare di contenerci».
Tanti sono gli ambiti in cui opera Cristina Mucci: nutrizione specifica per le donne, per i bambini, per gli sportivi e per i pazienti oncologici; perché l’alimentazione non solo è un’arma potente per la prevenzione e il ritardo dell’insorgenza di malattie, ma anche un’alleata preziosa quando alcune problematiche sono già insorte: «È ormai documentato che comportamenti nutrizionali scorretti favoriscano la comparsa di alcune neoplasie. È anche vero che nella storia di una malattia neoplastica spesso compare un’alterazione nello stato di nutrizione. Ho iniziato ad avvicinarmi alle malattie oncologiche ai tempi dell’università, quando durante la preparazione della mia tesi, mi sono resa conto di cosa significhi per il malato affrontare le cure, conservando un discreto stato di salute. È possibile attuare un intervento nutrizionale mirato a seconda delle fasi di progressione del tumore. Aiutare una persona malata di cancro ad alimentarsi nel modo corretto è un dovere per chi, come me, si occupa di nutrizione con passione».