Le eccellenze del Sud. Intervista al dott. Francesco Guarascio

Comincia oggi, con l’intervista al giovane orgoglio cosentino dott. Francesco Guarascio, la serie di incontri che mi propongo di presentare alla platea di lettori della Rivista nell’intento di restituire un quadro vivido e chiaro del fermento culturale dell’Atene della Calabria. Colgo dunque l’occasione dell’eccellente risultato appena conseguito al concorso nazionale di accesso alla carriera diplomatica e ti chiedo qual è stato il percorso che ti ha condotto fino a questo nobile risultato, e soprattutto quando è nata in te la passione per la carriera diplomatica:

La passione per la storia e la geografia mi ha sempre accompagnato sin dalle scuole elementari. A ciò si è aggiunto, dai tempi della terza media, un grande interesse per le vicende politiche interne ed internazionali. Queste grandi passioni hanno segnato il mio intero percorso di formazione, giocando un ruolo fondamentale soprattutto nella mia scelta di intraprendere un percorso universitario di formazione congiunta presso l’Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna in Scienze Politiche. La decisione di intraprendere il cammino verso la carriera diplomatica è maturata proprio nel corso dell’ultimo anno del mio corso di laurea triennale. A ciò ha fatto quindi seguito il corso di laurea magistrale in Studi Internazionali, durante il quale ho avuto modo di vivere un periodo di tirocinio trimestrale presso l’Ufficio Stampa dell’Ambasciata d’Italia a Washington D.C. Quest’ultima bellissima esperienza è stata per me la definitiva conferma della bontà dell’idea di intraprendere la carriera diplomatica. Pertanto, in seguito al conseguimento della laurea magistrale, ho frequentato un Master in “Studi Diplomatici” presso la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale: un periodo di formazione intenso e stimolante, che ritengo sia stato fondamentale ai fini del mio successo al concorso diplomatico 2021.

Ti chiedo ora un compito davvero arduo ponendoti una domanda in stile socratico: come definiresti il concetto diplomazia?

“Per rispondere a questa fondamentale domanda, mi permetto di fare mie le parole che Sua Santità ha pronunciato in un suo recente discorso di fronte ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. In quell’occasione, il Santo Padre Francesco ha affermato che lo scopo della diplomazia è quello di “aiutare a mettere da parte i dissapori della convivenza umana, favorire la concordia e sperimentare come, quando superiamo le sabbie mobili della conflittualità, possiamo riscoprire il senso dell’unità profonda della realtà”. Sono parole potenti e cariche di significato, che – a mio avviso – esemplificano al meglio cosa significhi oggi il concetto di diplomazia”.

A proposito delle tue pubblicazioni devo dire di essere rimasto assai incuriosito dal titolo del saggio La vera guerra. Ci presenti le tesi che sostieni nel tuo lavoro?

“In questo saggio – pubblicato poco prima del mio esame di maturità – ho cercato di ripercorrere le vicende politico-militari del secondo conflitto mondiale, partendo dall’analisi delle cause del conflitto sino a tratteggiare il nuovo sistema internazionale che scaturì dalle ceneri della guerra. In particolare, nel corso della mia trattazione mi sono soffermato su alcuni episodi della guerra spesso dimenticati ma che ho ritenuto necessario ricordare per sottolineare come anche gli Alleati – nel corso della loro lotta contro l’oppressione nazifascista – si fossero resi autori di buie pagine della storia, come ebbe ad ammettere lo stesso generale americano Douglas MacArthur. Penso, ad esempio, alla triste vicenda dei prigionieri di guerra italiani nei campi di prigionia angloamericani e francesi e nei gulag sovietici, agli stretti contatti stabiliti tra l’amministrazione Roosevelt e la malavita italo-americana in occasione dell’organizzazione dello sbarco alleato in Sicilia, ai crimini di guerra compiuti tanto dalle truppe americane e da quello coloniali francesi durante la campagna d’Italia quanto dall’Armata Rossa nel corso della sua avanzata finale in territorio tedesco, all’internamento in appositi campi dei residenti di origini giapponese negli Stati Uniti”.

Secondo il tuo parere che peso ha avuto la Conferenza di Monaco nella causazione complessiva del secondo conflitto mondiale?

“Le conseguenze della Conferenza di Monaco del settembre 1938 sull’andamento successivo degli eventi furono particolarmente rilevanti. Infatti, come ebbe a dire profeticamente Churchill, a Monaco le democrazie occidentali “avrebbero potuto scegliere tra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore, e avranno la guerra”. Più in particolare, la politica di “appeasement” propugnata dall’allora Premier britannico Chamberlain ed assecondata dall’omologo francese Daladiernon solo permise ad Hitler di avviare il processo di smembramento della Cecoslovacchia, ma contribuì anche al consolidamento nell’immaginario sovietico di un’immagine inaffidabile ed ostile delle democrazie occidentali. Fu così che nel marzo del ’39 le truppe tedesche arrivarono a marciare su Praga senza colpo ferire, mentre le attenzioni di Berlino si spostavano allora sulla vicina Polonia. Il successivo abbandono della politica di “appeasement” da parte degli anglo-francesi e la garanzia di aiuto a Varsavia in caso di attacco tedesco giunsero quindi fuori tempo massimo, poiché dopo Monaco Hitler ritenne che le democrazie occidentali mai avrebbero dato effettivo seguito alle loro promesse. Da qui, il patto Molotov-Ribbentrop del 23 agosto 1939 e la conseguente invasione tedesca della Polonia del successivo 1° settembre, il giorno in cui scoppiò la seconda guerra mondiale”.

Una domanda ha impegnato politologi, storici e filosofi e tante risposte sono state date ma, in questa occasione, a noi interessa leggere la tua: quali sono secondo te le origini del concetto di Europa?

“Sappiamo che il nome che il nostro continente oggi porta discende dalla mitologia greca e ritengo che ricordare questo sia fondamentale per comprendere cos’è stata la storia d’Europa: una millenaria vicenda di incontro e scontro tra innumerevoli civiltà – si pensi a Greci, popoli italici, Romani, Celti, Germani, Vichinghi, Magiari, Arabi e Turchi – che ha prodotto un patrimonio storico-culturale condiviso di inestimabile valore”.

..inoltre: l’Europa è soltanto un concetto, un’ideale o una realtà concreta?

“L’Europa nasce come concetto geografico, si sviluppa poi anche come ideale e – dalla metà dello scorso secolo – diviene soprattutto una concreta realtà prima economica e poi anche politica di successo, ma ancora in divenire perché suscettibile di ulteriori importanti sviluppi nel solco dell’integrazione comunitaria”.

Da filosofo ora ti chiedo qual è (se c’è, ma presumo di si) un rapporto tra filosofia e diplomazia. Hai mai avuto modo di interrogarti su questo nesso e, se si, su quale tematica filosofica o pensatore ti sei concentrato di più?

“Questa domanda mi porta a pensare a due fondamentali opere di importanti pensatori, vale a dire “Per la pace perpetua” di Immanuel Kant e “La società aperta e i suoi nemici” di Karl Popper. Le due opere possono aiutarci ad individuare due degli obiettivi tradizionali dell’azione diplomatica italiana ed europea: tutela di un sistema internazionale di pace tramite il deciso sostegno al multilateralismo, da un lato, e promozione dei valori della democrazia di fronte alla sfida portata al nostro modello socio-politico dalle autocrazie (prima tra tutte, oggi, la Cina), dall’altro”.

Per ultimo vorrei chiederti quali sono le sfide che ti attenderanno come diplomatico? Allargando un po’ il discorso ti domando quali sono a tuo modo di vedere le sfide che attendono l’Europa in generale?

 “Nei prossimi mesi vivrò – da Segretario di Legazione in prova – un periodo di formazione presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, per poi iniziare – come spero – un’impegnativa e gratificante carriera dividendomi tra il servizio presso la Farnesina e quello presso le nostre sedi diplomatiche e consolari all’estero. Intraprendere una carriera di questo tipo è sicuramente molto stimolante, tanto più oggi che il nostro Paese ed il mondo intero si trovano ad affrontare sfide globali quali il cambiamento climatico, la transizione energetica e digitale, la lotta al terrorismo ed alla criminalità transnazionale, gli imponenti fenomeni migratori. In particolare, l’Unione Europea nel prossimo futuro dovrà procedere lungo il percorso di un efficace rilancio economico e di una maggioreintegrazione politico-militare, per potersi così confrontare alla pari con attori di dimensioni continentali del calibro di USA, Russia e Cina. Allo stesso modo, Bruxelles dovrà garantire la valorizzazione delle culture ed identità nazionali dei propri Stati Membri, al fine di prevenire e contrastare lo sviluppo di populismi e spinte centrifughe. Da ultimo, l’Unione dovrà riuscire a sviluppare una politica maggiormente assertiva ed efficace nel bacino del Mediterraneo – che è tradizionalmente considerato il mare dell’Europa – e dovrà agire con efficacia per garantire la pace sul continente europeo ed il dialogo tra NATO e Russia. Di fronte a tali sfide, sono certo che il nostro Paese giocherà il ruolo centrale che gli compete in qualità di membro fondatore della costruzione europea, cuore dell’area mediterranea e storico ponte tra Est ed Ovest”.

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