L’emozione infinita della musica nelle canzoni Giampiero Mazzone, artista “disimpegnato” che accarezza l’animo umano.

Trasferire in versi l’animo umano è la sua capacità principale, sviluppata in totale autonomia, da autodidatta, leggendo libri, senza frequentare alcuna scuola di composizione, viaggiando sulle note di De Andrè e “passeggiando a lungo” nelle vicende umane.

Vicende narrate anche attraverso l’uso del dialetto, più incisivo della lingua italiana per alcuni aspetti e che Giampiero ha rivalutato con le sue prime canzoni, per poi giungere a scrivere, successivamente, anche in italiano.

Dopo aver trascorso l’adolescenza a Vizzini, un piccolo paese siciliano, tra i luoghi e i libri di Verga e le canzoni di Modugno e aver dato vita, successivamente, ad alcuni gruppi musicali, nel 1984 si trasferisce a Roma, dove fonda i Tuckiena, con i quali partecipa a diverse rassegne nazionali di musica mediterranea.

Si aggiudica vari premi musicali, tra cui, nel 1998, quello della critica “Città di Recanati” e, successivamente, il premio De André; la sua è una musica popolare, con toni garbati e raffinati ed uno sguardo attento al dolore umano, in particolar modo alle mafie.

La salita” è il titolo del nuovo lavoro discografico di Giampiero Mazzone, coprodotto tra Terre Sommerse e Barvin edizioni musicali.

La sua sicilianità la si legge con la poesia che immette nelle sue opere, nell’analisi testuale che prescinde da aspetti formali e indaga in questo modo il soggetto con le sue, le nostre innumerevoli sfaccettature e, così, magicamente il cantautore diventa uomo e viceversa…

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