Nascere con il seme della curiosità con l’intraprendenza del fare e con un sorriso vestito di ironia e garbo, vuol dire chiamarsi Michele Cucuzza.
Oggi il cognome è tutt’uno con la sua professione e si dipana in anni di onorata carriera, sia sulla carta stampata che nel mondo della televisione. Giornalista impegnato, serio e scrupoloso, oggi Michele Cucuzza svolge il suo lavoro con molta passione, come fosse sempre il primo giorno, con tutta quella serietà che lo porta a scandagliare ed appurare sempre le fonti ed essere davvero meticoloso nell’informare e rendere edotto il vasto pubblico.
Questo deve fare un bravissimo giornalista: essere un narratore di notizie precise ed un divulgatore di fatti, non aneddoti, veri, appurati, notiziabili e di pubblico interesse.
Questo ha fatto recentemente Michele Cucuzza con “Frammenti”, una rassegna di attualità giunta alla dodicesima edizione, che si è svolta gli scorsi 30 Agosto, 1 e 3 Settembre nella piazza rinascimentale di Sant’Oliva a Cori, in provincia di Latina.
La manifestazione, da lui condotta e moderata, è stata realizzata con il patrocinio ed il contributo della Regione Lazio, del Consiglio Regionale del Lazio e della Provincia di Latina, della XIII C.M. dei monti Lepini e Ausoni, della Camera di Commercio di Latina e del Comune di Cori.
Un grande plauso va agli organizzatori di questa rassegna di attualità che, in tempi di facili scontri, dimostrano la determinazione necessaria a radunare con delicatezza un vasto pubblico, spendendosi sempre con grande cura, energia, competenza e capacità organizzativa.
Oggi, post covid, questa manifestazione porta con sé il gusto ritrovato di essere in presenza e non più solo in digitale, a discutere di temi della nostra attualità: la conferma, questa, del gusto e del desiderio di ritrovarci e saperci confrontare seriamente, dopo un lungo periodo di isolamento forzato.
Michele Cucuzza, già noto per il libro “Fuori dalle bolle”, in cui si affronta il tema delle fake news, prende parte con entusiasmo a questo tipo di iniziative che danno la possibilità del confronto e della divulgazioni di idee, utili per una conoscenza diffusa ed un sapere da condividere.
Troppo spesso, infatti, si tende a prendere per vere le prime quisquilie che capita di leggere e questo diventa un serio problema per chi non va veramente a fondo nei fatti. La globalizzazione non è solo per il virus, ma anche per le informazioni, da cui siamo investiti: è necessario, allora, verificare sempre le fonti, confrontarle ed appurarne la veridicità.
Nel nostro tempo la sventura più grande non è tanto l’analfabetismo economico, quanto quello culturale, dettato dalla fretta e dalla superficialità, malattie del nostro secolo che ci fanno dimenticare di essere persone e ci fanno confondere da ciò che si legge sui giornali, con le notizie vere e proprie a cui il nostro giornalista, da sempre, dà voce e credibilità.
Oggi si parla tanto, ma spesso non si comprende davvero ciò di cui si parla; i giornalisti veri, invece, devono avere la capacità di comunicare, andando al nocciolo delle questioni, evitando quel contorno che spesso non serve a nulla e ci fa perdere la vera importanza dei fatti.
Quando succede un evento, bisogna raccontarlo andando dritti al punto e chiedendosi sempre quale sia veramente il quid. La rete è una straordinaria conquista nella storia dell’umanità perché chiunque può dare la propria opinione, ma in questa marea dobbiamo saperci distinguere e raccontare l’oggetto preciso della notizia.
Accanto a questo si può anche fare l’opinionista, ma prima di tutto ci deve essere sempre il fatto notiziabile.
Come sosteneva il grande Enzo Biagi: “Considero il giornale un servizio pubblico come i trasporti pubblici e l’acquedotto. Non manderò nelle vostre case acqua inquinata”. Non lo faceva lui ieri, non lo fa oggi Michele Cucuzza.