Nella recente classifica delle 100 personalità femminili più influenti nel nostro paese stilata da Forbes Italia figura anche Silvia Ferrari, HR Director presso la Walt Disney Italia, che, alla domanda sui possibili motivi che hanno portato la rivista ad assegnarle l’importante riconoscimento, risponde ricordando il suo ‹‹percorso di crescita professionale multi – industries››, nel corso del quale, pur lavorando sempre nell’ambito delle risorse umane, ha tuttavia sviluppato esperienze e competenze ‹‹in settori davvero diversificati, dalle turbine e compressori fino ad arrivare al magico mondo Disney››, passando per il biomedicale e il retail. Un percorso professionale che ben incarna una convinzione espressa da Ferrari in recenti interviste e in base alla quale, specie dopo l’emergenza sanitaria e il lockdown dello scorso anno, è necessario non fare delle proprie competenze una “gabbia”, usandole piuttosto come trampolino per lanciarsi verso progetti e sfide sempre nuovi: a questo proposito, e sempre parlando dei propri trascorsi professionali, Silvia Ferrari, sottolinea in particolare, quale ‹‹ingrediente vincente›› del proprio percorso, ‹‹la curiosità e la voglia di migliorarsi e accrescere le proprie competenze››, da lei considerate ‹‹un aspetto fondamentale nella crescita professionale e personale›› di ognuno.
Questa voglia di mettere sempre in discussione le proprie competenze e imparare sempre qualcosa di nuovo – ispirata alla definizione che Albert Einstein diede di sé in una lettera al suo editore Carl Seelig, “Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso” – si sposa, in Silvia Ferrari, alla volontà di esercitare, nel ricoprire ruoli direttivi, un tipo di leadership cosiddetta “servente”: coniato da Robert K. Greenleaf nel suo libro del 1971 “The servant as leader”, questo concetto esprime un modo di esercitare la leadership tale, nelle parole della stessa Ferrari, da ‹‹connettere persone ed opportunità, supportandone così lo sviluppo professionale››: in questo senso, Silvia Ferrari ama anche definirsi – rifacendosi ‹‹alle parole di Malcolm Gladwell›› – un ‹‹connettore››, capace di mettere al servizio della propria ‹‹community personale e professionale›› la ‹‹capacità di costruire un network di sinergie, una risorsa che possa fare da stimolo e creare occasioni di crescita››. L’attitudine da connettore ha inoltre aiutato Ferrari, da donna, ad inserirsi ‹‹in modo fluido in tutti i contesti, siano essi a maggioranza maschile o femminile›› e a sapersi adattare con altrettanta fluidità ‹‹alle situazioni che si affrontano, passando da una leadership direttiva che si esprime nelle situazioni di emergenza ad una leadership affiliativa quando c’è bisogno di lavorare maggiormente sulla squadra››.
Venendo infine più al concreto del lavoro svolto da Silvia Ferrari in Disney Italia come responsabile delle risorse umane, non si può fare a meno di parlare della sfida affrontata nel corso del 2020 nella gestione delle modalità di lavoro a distanza necessariamente implementate nella fase più dura dell’emergenza pandemica. La soluzione trovata è stata quella, positivamente accolta dai dipendenti dell’azienda e destinata a rimanere tra le priorità della compagnia anche nel prossimo futuro, di mettere in campo iniziative che avessero come obiettivo primario quello di occuparsi del ‹‹benessere psicofisico a 360 gradi›› dei dipendenti medesimi, in un fase della loro vita in cui le uniche occasioni di contatto tra loro erano quelle rappresentate da ‹‹video zoom con oggetto tematiche lavorative e di business››: ecco quindi idee come le “pillole anti – fragilità” periodicamente pubblicate sui social aziendali a partire dal marzo 2020, o quella di riconoscere ai lavoratori la possibilità di disconnettersi momentaneamente dal PC per concedersi delle ore libere o ancora quella di integrare, nell’orario di lavoro vero e proprio, ore in cui i dipendenti ‹‹potessero dedicare del tempo a loro stessi partecipando ad eventi on line di well-being (come classi di yoga) organizzati dall’azienda››.