Discinesia scapolo-omerale, artrosi e perdita di ampiezza del movimento sono problemi molto frequenti nella spalla; di questo e di come prenderci cura delle nostre articolazioni in regime di quarantena ci parlerà il Dottor Vincenzo Campagna, medico chirurgo specializzato in ortopedia e traumatologia. Il Dottor Campagna ci ha gentilmente ricevuto presso la Casa di Cura “Villa Mafalda” a Roma, che è una delle diverse strutture dove il medico pratica insieme al Fisiogroup Roma ed al reparto di Ortopedia del Policlinico Militare “Celio”, sempre a Roma.
Innanzitutto abbiamo cercato di capire quanto delle disfunzioni dei movimenti dell’articolazione scapolo-toracica, ossia di quella superficie del torace sulla quale l’osso della scapola scorre per rendere possibili movimenti della spalla così ampi, possano nel tempo pregiudicare la spalla stessa e portare all’intervento chirurgico. Secondo Campagna il 90% dei pazienti che arrivano all’intervento senza aver avuto un trauma diretto sulla spalla presentano discinesia scapolo-toracica; la quasi totalità di questi ha effettuato fisioterapia conservativa senza successo pur non avendo, all’esame diagnostico di risonanza magnetica, nessuna lesione evidente. La fisioterapia conservativa, che non deve essere basata solamente su terapie fisiche strumentali ma soprattutto su una rieducazione delle cinque articolazioni che concorrono ai movimenti della cosiddetta “spalla”, deve essere protratta per almeno sei settimane prima di valutare l’approccio chirurgico. Per il Dottor Campagna inoltre una mal postura ed una scarsa o assente attività fisica concorrono notevolmente alla possibile perdita di funzionalità della spalla nel corso della vita, comportando spesso un affaticamento della muscolatura anteriore del petto e destabilizzando ulteriormente l’articolazione scapolo-toracica.
Parlando invece di uno scenario riabilitativo post-operatorio, avendo il paziente la necessità di scegliere tra una riabilitazione “a secco”, sul lettino sia con approcci manuali che strumentali, ed una ripresa effettuata invece in acqua, a quale delle due strade il chirurgo ortopedico darebbe la sua preferenza non ha avuto dubbi: per la spalla in particolare sarebbe più che sufficiente lavorare solo in acqua con l’idrokinesiterapia.
Spostando il focus sul periodo di quarantena che stiamo vivendo e venendo giornalmente incitati dalla televisione ad organizzare dell’attività fisica in casa, ci siamo chiesti se questo vale anche per chi ha delle problematiche articolari già note. Il Dottor Campagna conferma l’importanza di mantenersi attivi tra le mura domestiche, soprattutto perché le palestre e gli impianti sportivi sono chiusi e senza sapere quando si potrà tornare alla loro operatività. Questa importanza è elevata anche in presenza di una o più articolazioni colpite da artrosi: lo scarso movimento che si fa nella vita quotidiana in regime di quarantena può facilmente portare ad un aggravamento della sintomatologia, l’indebolimento muscolare e la scarsa attivazione delle articolazioni può innescare un circolo vizioso di dolore articolare e minor libertà di movimento. Per ovviare a questo fare esercizio fisico lieve e moderato in casa e secondo le proprie possibilità fisiche è necessario e benefico per tutto il corpo, l’unica accortezza per chi ha già dei problemi muscolo-scheletrici è di muoversi nel rispetto del dolore.