“Questa la storia: è stato ucciso un bambino di nove anni, il corpo viene ritrovato nel fondo di un pozzo. Un terribile delitto di cui è accusato un ambulante senegalese, inchiodato da indizi, testimonianze, e dichiarazioni, un destino processuale dunque già segnato sin dai primi passaggi della narrazione: privo di mezzi, lo attendono una frettolosa difesa d’ufficio e vent’anni di reclusione. Ma è un destino che si scontra con quello di un avvocato in crisi che trova, nella lotta per salvare il suo cliente, in una spasimante lucida e passionale difesa, un nuovo sapore alla vita.
Carofiglio è un maestro all’opera nel suo ambiente: Ironia, tecnicismo giuridico, suspance.., egli conduce per mano il lettore calandolo nell’architettura di un processo penale senza mai essere noioso o stucchevole e regalando pagine di logica, sentimenti e giustizia che si rivelano estremamente attuali anche nell’Italia dei nostri giorni.
Aldilà della storia di per sé semplice e scorrevole, è interessante come l’autore affronti, tramite il monologo interiore dell’avvocato Guerrieri -un personaggio con cui è facile familiarizzare e dal quale si rimane inevitabilmente affascinati-, riflessioni sul sistema di giustizia italiano, sulle contraddizioni del lavoro degli avvocati, sulla differenza fra realtà e verosimiglianza e sulla componente fortemente psicologica nell’elaborazione delle prove.
Per il protagonista questa difesa diventa un percorso di rinascita da un periodo buio personale, di sofferenza e perdizione, nonché un’occasione di comprendere quanto in fondo ami il suo lavoro nonostante, come tanti, sia stato lui scelto dal suo mestiere e non viceversa.
Queste due strade, personale e professionale, qui si intrecciano, si allontanano, si sfidano e si riprendono per portare a quella consapevolezza che rende maturo e fa grande ogni uomo “perso”, ma che soprattutto danno un’immagine più “umana” e nobile alla controversa figura dell’avvocato.
Il racconto descrive dunque insieme l’evoluzione dell’uomo e dell’avvocato, un racconto di vita, con toni che muovono a commozione ancor più che ad ammirazione per la finezza argomentativa dell’arringa, il finale inatteso, come un colpo di teatro che svela e risolve anche l’intreccio psicologico dell’accusato e del suo difensore.
Il racconto di Carofiglio dipana il suo intreccio in un’aula di tribunale, luogo a lui bene noto, seguendo passo passo il lavoro di una Corte d’Assise, con i giudici, gli avvocati di difesa e di parte civile, la giuria popolare, il pubblico accusatore: e nel gioco di queste parti, nel fraseggio della noia e del colpo di scena, o dell’acuto retorico e dell’affondo improvviso di una controprova, riesce a creare la tensione, a insinuare il dubbio e, soprattutto, a suscitare l’attesa trepida di una giustizia che dovrebbe essere, e in questo caso sarà, comunque liberatoria”.
Box Informazioni:
Gianrico Carofiglio
TESTIMONE INCONSAPEVOLE
Palermo: Sellerio 2002
(La memoria; 546)
EAN 978-88-398-18001-1
853.914 CCD-20